giovedì, novembre 26, 2009

Fredericia

Non è, come qualcuno dei miei amici pensava, il nome della donna con la quale tradisco la mia dolce metà, ma il nome della quindicesima città per estensione della Danimarca, situata nella parte centrale della nazione, circa 200 km ad ovest della capitale Copenhagen. Ed è dove mi trovo da lunedì scorso ed il luogo da dove scrivo adesso, ennesima peregrinazione in terra straniera per motivi di lavoro. E' la mia prima volta in Danimarca e sto acquisendo conoscenza del territorio, dei costumi, delle persone e del cibo in una stagione non certo favorevole: temperatue che oscillano tra i 6 e gli 8 gradi, cielo costantemente coperto di nuvole e frequenti piogge di breve durata e piccola intensità.

Fredericia è una tranquilla e ventosa città portuale che ha poco da offrire (almeno in questo periodo dell'anno, dal lunedì al venerdì e dalle 19.30 in poi) al viaggiatore occasionale; un centro storico pedonale semi deserto, qualche ristorante (degno di nota quello mongolo dove già un paio di volte mi sono rimpinzato di noodles), un McDonalds e niente più. Per fortuna l'ospitalità non è male e la lingua inglese è decisamente diffusa soprattutto tra i più giovani ; per fortuna ho passato la settimana in compagnia; e per fortuna ho pianificato di passarle il weekend nella ben più "viva" e interessante Copenhagen (anche se sarò da solo), per poi rientrare nella serata di domenica, in compagnia di un nuovo collega, per la seconda e ultima settimana danese.

sabato, ottobre 24, 2009

Ame d'Arabia reloaded

Dopo aver festeggiato i miei 33 anni in fondo al bunker a Elmadag, e dopo ben 6 giorni durante i quali ho alloggiato più o meno a casa, sabato 17 sono nuovamente partito per altre due settimane di trasferta in un posto a me già noto, ovvero gli Emirati Arabi Uniti e in particolare l'emirato di Abu Dhabi. E già la prima settimana di trasferta è andata, ompreso il weekend; domani avrà inizio la seconda settimana. Cosa c'è di diverso rispetto alla volta scorsa? In primis la temperatura, che questa volta è molto più clemente di giugno, addirittura gradevole, con giornate calde e serate ventilate. Poi la particolare aria internazionale che si respira in città, che si appresta a vivere il suo primo Gran Premio di Formula 1. Ad ultimo, la presenza di un paio di colleghi la cui assidua presenza in trasferta li ha resi profondi conoscitori della città, che sto quindi scoprendo in maniera più coinvolgente della volta scorsa. Per il resto tutto è uguale e quasi noioso.

domenica, ottobre 04, 2009

Beypazarı

Meta di questa nostra seconda ed ultima (per il momento) domenica turca è il piccolo paesino di Beypazarı, 100 km ad ovest di Ankara. Abbiamo fatto questa scelta perchè, dopo un mio attento studio di sistema, non sembrava esserci altro di altrettanto interessante a distanza ragionevole dalla capitale; circa 250 km ad est ci sarebbe stata Hattusa, antica capitale dell'impero ittita e patrimonio dell'umanità dell'Unesco, che abbiamo però escluso considerando la distanza da percorrere troppo elevata (a buon ragione, dopo la sfacchinata di domenica scorsa).

La strada che ci porta a Beypazarı, dopo aver attraversato i paesini dell'hinterland di Ankara, si immerge nel mezzo delle ocri e brulle colline anatoliche, trasformandosi velocemente da una superstrada a 2 corsie ad una strada accidentata, con frequenti tratti ciottolosi o con asfalto sconnesso; pian piano il paesaggio cambia lievemente, le colline si colorano appena di verde ed iniziano ad apparire campi coltivati nei quali squadre di poveri contadini si dedicano alla raccolta di quelli che sembrano essere pomodori. Superato l'ultimo paesino di 5000 anime, comprese probabilmente le pecore e le galline (sì perchè qui in Turchia, il cartello che segna l'inizio di un centro abitato riporta anche la popolazione della comunità risalente all'ultimo censimento), un ultimo pezzo di strada fortemente dissestata ci porta finalmente a destinazione.

Beypazarı è un paese dalla storia antichissima, essendo stato un punto di passaggio importante per i commerci dell'antico impero ottomano. La cultura ottomana si intravvede principalmente nell'architettura delle abitazioni, accuratamente recuperate da un lungo periodo di abbandono. E cosı Beypazarı è diventata una delle mete favorite dagli abitanti di Ankara per una gita fuori porta, ed infatti i turisti turchi per le strade del paese sono in quantità; molti meno, invece, i turisti stranieri, e lo notiamo anche dalla curiosità con cui ci guardano e cercano di interagire con noi i bambini che abitano la zona più alta e più remota dal centro della città, dove le case sono ancora fatiscenti e la povertà e semplicità degli abitanti traspare in tutti gli aspetti.

Dopo un tipico pranzo turco (cucina rigorosamente ottomana), raggiungiamo un punto panoramico dove trascorriamo altri momenti chiacchierando e scattando foto; ci rimuoviamo poi in direzione di Ankara, per immergeci nuovamente nella modernità di uno dei suoi centri commerciali, dove facciamo uno spuntino composto da una patata al forno ripiena all'impossibile di burro, wurstel (rigorosamente di pollo), formaggio, olive, peperoncino e tanto altro; una mazzata non indifferente per i nostri stomaci! Via allo slideshow finale...

domenica, settembre 27, 2009

Kapadokia

Dopo uno stressante venerdì e un sabato per metà lavorativo e per metà di riposo, per la domenica decidiamo di recitare la parte dei turisti e, sfruttando la relativa vicinanza, di dedicarci alla visita della Cappadocia.
Circa 280 i chilometri che separano Ankara da Nevşehir, la nostra porta di accesso a questo fantastico ed unico territorio; un percorso nel cuore della Turchia più vera, circondati da un territorio in verità piuttosto monotono ma che fa da preludio alle meraviglie che seguiranno. Raggiunta Nevşehir, la Kapadokia si rivela ai nostri occhi in tutto il suo fascino e la sua aliena bellezza. Il resto è tutto un girovagare tra le varie località della regione: Uçhisar e il suo castello, Göreme - patrimonio Unesco, Çavuşin, Zelde e i suoi paesaggi lunari (bellissimi i cosiddetti Camini delle Fate, a buon ragione scelti come simbolo della regione), Devrent e Avanos. Non visitiamo tutto quello che c'è da visitare ma quello che vediamo (lo slideshow finale ne è un piccolo sunto) è sufficiente a farci concludere che la Cappadocia è veramente una regione unica al mondo, che dà la possibilità di vivere un po' della vera Turchia e di ammirare panorami morfologicamente molto "extra" e poco "terrestri". Consigliatissimo!!!

sabato, settembre 26, 2009

Fast Forward

E' passato praticamente un mese da quando le nostre avventure centauresche estive sono finite. Un mese durante il quale non è accaduto nulla di entusiasmante nella mia vita se non il solito alternarsi delle avventure lavorative in trasferta. Se così, dopo solo pochi giorni dal rientro, ho fatto una delle solite sortite che si concludono in giornata a Genova, le due settimane successive le ho spese a Cesano di Roma (100 km da casa) e da due giorni sono tornato ad Ankara, dove passerò questo weekend e le prossime 2 settimane. E il calendario degli impegni futuri è già fitto di destinazioni più o meno nuove per me. Intanto mi ritrovo alle soglie di un nuovo cambiamento di azienda che non rappresenterà alcun cambiamento pratico di lavoro, mentre continuo a cercare una via d'uscita all'intricato labirinto di vicende personali e professionali che mi si è costruito intorno negli ultimi 2 anni. Ma come ogni labirinto che si rispetti, dopo aver percorso un buon tratto di strada finisci per ritrovarti in un vicolo cieco o per ripassare per lo stesso identico incrocio in cui sei già transitato. Ma confido che, allo stesso modo, come ogni gioco che si rispetti alla fine si arrivi alla soluzione; certo che conoscere già la fine sarebbe un aiuto che utilizzerei volentieri, partire dall'uscita per risalire a ritroso la strada fino alla mia attuale situazione. Ma la chiaroveggenza è un dono che non mi appartiene.

giovedì, agosto 27, 2009

I diari della motocicletta - conclusione

KM. 354.1: Firenze - Arezzo - Latina

E' il giorno del rientro. Partiti con la solita calma da Firenze (calma causata anche dal solito imprevisto che mi costringe a girare per la città alla ricerca di un negozio della "3"), prendiamo contatto con il Gamba per una sosta tecnica nei dintorni di Arezzo e un pranzo insieme. Sono ormai passate le 3 del pomeriggio quando ci rimettiamo in viaggio e, lungo l'Autostrada del Sole, il Grande Raccordo Anulare e la Pontina, raggiungiamo casa.

Tale è il senso di libertà e il tocco di imprevedibilità che da una vacanza in moto che più la destinazione si avvicinava più cresceva in noi la voglia di non dare termine a questa nostra avventura e di proseguire ancora in questo adrenalinico viaggio itinerante; di non tornare all'opprimente tran-tran delle vicissitudini casalinghe, all'altalenante andamento degli impegni e dei rapporti lavorativi e a tutto il resto. Desiderio ovviamente irrealizzabile e così non mi resta che chiudere i capitoli dei "diari" con il solito slideshow, che riassume le varie tappe effettuate nei 2987,5 km percorsi e suscita ad ogni snapshot, nonostante lo pubblichi a un mese esatto di distanza, ricordi talmente redivivi da sembrare appena trascorsi.

mercoledì, agosto 26, 2009

I diari della motocicletta - tredicesimo giorno

KM. 37.8: Firenze

Pochi chilometri percorsi oggi, principalmente in serata per trovare una buona trattoria periferica in cui mangiare bene e spendere poco. Il resto è stata una lunga camminata per il fantastico centro storico di Firenze; non solo, come ieri, Piazza della Signoria e Piazza del Duomo (dove scaliamo anche gli oltre 400 scalini del Campanile di Giotto e Jessy, vincendo la sua atavica paura per l'altezza, mi da prova del suo amore per me), ma anche gli Uffizi, Piazza Santa Croce, Piazza della Repubblica, Ponte Vecchio e così via. Una giornata piena e intensa in una delle città italiane che amiamo di più per chiudere praticamente la nostra avventura itinerante; domani è il giorno del rientro.
La cupola della Basilica di Santa Maria del Fiore
Il chiostro della Basilica di Santa Croce
Veduta dalla sommità del Campanile di Giotto
Ponte Vecchio e l'Arno

martedì, agosto 25, 2009

I diari della motocicletta - quinto trasferimento

KM. 277.3: Venezia - Firenze

La nostra prossima destinazione è il capoluogo toscano, una delle mete preferite da sempre per me e Jessy e in cui spesso torniamo; non ci lasciamo quindi sfuggire l'occasione di inserirla in questo nostro lungo itinerario in moto.
Abbiamo l'albergo a Novoli, in una comoda sistemazione a tre stelle abbastanza vicina al centro storico e con connessione internet e garage al coperto compresi nella tariffa della camera. L'indecisione tra l'utilizzare il trasporto pubblico o inoltrarsi per il dedalo di varchi e ZTL del centro storico si risolve con la seconda ipotesi, e così in sella alla Hornet decidiamo di raggiungere come prima destinazione il Belvedere Michelangelo che domina la città. E' un pomeriggio torrido e il calore sprigionato dal parapetto in metallo della terrazza ne dà evidenza, cosi prima di ridiscendere dalla collina troviamo una tranquilla panchina all'ombra e conversiamo animosamente.
Veduta di Firenze dal Belvedere Michelangelo

La viabilità di Firenze mi ha sempre dato problemi (una sorta di incompatibilità intrinseca con il mio senso di orientamento), e continua a darmene anche sulle 2 ruote, ma comunque dopo un paio di giri completi individuiamo una strada percorribile che ci porta nel cuore del centro storico. Parcheggiata la moto, in cinque minuti a piedi ci ritroviamo a Piazza del Duomo e la cosa ci rende scettici sulla lecita percorribilità della strada che abbiamo imboccato. Meglio non pensarci e così ci immergiamo nella bellezza storica di Firenze, per il più essenziale degli itinerari turistici a piedi (Piazza del Duomo, Piazza della Signoria e dintorni).
Piazza del Duomo
Piazza della Signoria

Dopo essere tornati in albergo per una rinfrescante doccia ed essere di nuovo tornati in centro per la cena, per la seconda serata torniamo al Belvedere Michelangelo per ammirare il panorama della città che emerge delicatamente dalla notte fiorentina.
Panorama notturno dal Belvedere Michelangelo