Breve resoconto dell'altrettanto breve vacanze che io e Jessy abbiamo fatto a Valencia, precisamente dal 1 al 5 di Maggio e di cui vedete alcuni scatti nello slideshow qui sotto.
Le cose sono iniziate male: si perchè in realtà dovevamo partire il 30 Aprile, ma un incidente stradale, una scelta del percorso non proprio strategica (a volerla dire tutta siamo partiti un po' tardi da casa) e il Ryanair delle 19 da Roma Ciampino è partito senza di noi.
Poco male, dice il saggio "mai perdersi d'animo" e, con l'aggiunta di un po' di fondi dalla carta di credito (questo lo dico, anzi lo affermo io, non il saggio) eccoci partire la mattina successiva alle 6.40. Ma la destinazione questa volta è diversa: non più Valencia ma Girona.
A Girona ci aspetta una fiammante Toyota Aygo che ha l'importante compito di portarci a Valencia. Ed eccoci "on the road" per le strade della Costa Brava. Immancabile, vista la "vicinanza", una sosta a Barcellona, dove avremmo voluto fermarci anche per pranzo. Ma la sfiga ancora ci perseguita e, trovato parcheggio, sulla città si scatena un temporale di intensità non indifferente. Aspettiamo un po' ma il persistere del temporale ci suggerisce di proseguire alla volta di Valencia. E invece di pranzare sulla Rambla pranziamo in un (non economicissimo) autogrill.
Ora, la sera prima a Ciampino, sulla cartina della Spagna, Barcellona e Valencia non mi erano sembrate poi così lontane. E invece i suoi bei 350 km di distanza ci sono tutti, e se a questi ci aggiungiamo i 90 km che dividono Girona da Barcellona è ben facile capire come la gran parte della prima giornata di vacanza sia stata fondamentalmente "on the road".
Alle 16 siamo a Valencia: bagagli in albergo, Aygo restituita all'Europcar, ed eccoci in metro alla volta del centro della città dove passiamo il resto della giornata.
Il giorno successivo, dopo un abbondante colazione (che sarà una piacevole costante anche nelle mattine successive), partiamo alla volta della Ciudad de las Artes y las Ciencias. In metro fino al Ponte Calatrava (quella sorta di ponte a forma di pettine che potete vedere nello slideshow) e da qui, a piedi, una lunga passeggiata nel letto del Turia (tra giardini, fontane, parchi e Gulliver) fino ad arrivare a destinazione. E quale meraviglia nell'ammirare le avveneristiche costruzioni della Ciudad! La prima impressione che ho avuto è stata di trovarmi di fronte ad una sorta di Valle dei Templi del futuro. Il Palau de les Arts, l'Hemisfèric, il Museo de las Ciencias, l'Umbracle.... Lo stupore lascia spazio alla volontà di approfondire la visita: biglietto unico per tutte le strutture - su due giorni e, per il primo giorno, visita al museo delle scienze e proiezione su schermo "a tutto tondo" nell'Hemisfèric (in rigorosa lingua catalana; ti danno delle avveneristiche cuffie dove puoi sentire la traduzione in inglese ma, stante l'elevato volume esterno, sono risultate inutili).
Il giorno successivo è la volta dell'Oceanogràfic (l'unica struttura che era sfuggita alla visione d'insieme del giorno precedente), la cui visita ci impegna quasi l'intera giornata.
E' il penultimo giorno di vacanze ed è il turno del porto di Valencia e dell'America's Cup. Giunti davanti all'entrata, già pregustavo le migliaia di foto che avrei scattato all'interno. Ma la sfiga è tornata ad occuparsi di noi ed ecco che, al primo scatto ancora all'esterno dell'area della competizione, la fotocamera compie un doppio giro della morte e si schianta rumorosamente sul marciapiede. Scontato dire che la caduta ha causato la rottura. Stavamo entrando all'interno del porto ma ci sembrava di entrare dentro una chiesa per assistere a un funerale. E tutta la visita, sebbene interessante, è all'insegna di questo stato d'animo.
Ma il saggio insiste, "mai perdersi d'animo", e così passiamo l'ultimo giorno a nostra disposizione in giro per la città e gli innumerevoli giardini che la colorano fino all'ultimo minuto disponibile per non arrivare tardi all'aereoporto e non perdere il volo del ritorno!
Le cose sono iniziate male: si perchè in realtà dovevamo partire il 30 Aprile, ma un incidente stradale, una scelta del percorso non proprio strategica (a volerla dire tutta siamo partiti un po' tardi da casa) e il Ryanair delle 19 da Roma Ciampino è partito senza di noi.
Poco male, dice il saggio "mai perdersi d'animo" e, con l'aggiunta di un po' di fondi dalla carta di credito (questo lo dico, anzi lo affermo io, non il saggio) eccoci partire la mattina successiva alle 6.40. Ma la destinazione questa volta è diversa: non più Valencia ma Girona.
A Girona ci aspetta una fiammante Toyota Aygo che ha l'importante compito di portarci a Valencia. Ed eccoci "on the road" per le strade della Costa Brava. Immancabile, vista la "vicinanza", una sosta a Barcellona, dove avremmo voluto fermarci anche per pranzo. Ma la sfiga ancora ci perseguita e, trovato parcheggio, sulla città si scatena un temporale di intensità non indifferente. Aspettiamo un po' ma il persistere del temporale ci suggerisce di proseguire alla volta di Valencia. E invece di pranzare sulla Rambla pranziamo in un (non economicissimo) autogrill.
Ora, la sera prima a Ciampino, sulla cartina della Spagna, Barcellona e Valencia non mi erano sembrate poi così lontane. E invece i suoi bei 350 km di distanza ci sono tutti, e se a questi ci aggiungiamo i 90 km che dividono Girona da Barcellona è ben facile capire come la gran parte della prima giornata di vacanza sia stata fondamentalmente "on the road".
Alle 16 siamo a Valencia: bagagli in albergo, Aygo restituita all'Europcar, ed eccoci in metro alla volta del centro della città dove passiamo il resto della giornata.
Il giorno successivo, dopo un abbondante colazione (che sarà una piacevole costante anche nelle mattine successive), partiamo alla volta della Ciudad de las Artes y las Ciencias. In metro fino al Ponte Calatrava (quella sorta di ponte a forma di pettine che potete vedere nello slideshow) e da qui, a piedi, una lunga passeggiata nel letto del Turia (tra giardini, fontane, parchi e Gulliver) fino ad arrivare a destinazione. E quale meraviglia nell'ammirare le avveneristiche costruzioni della Ciudad! La prima impressione che ho avuto è stata di trovarmi di fronte ad una sorta di Valle dei Templi del futuro. Il Palau de les Arts, l'Hemisfèric, il Museo de las Ciencias, l'Umbracle.... Lo stupore lascia spazio alla volontà di approfondire la visita: biglietto unico per tutte le strutture - su due giorni e, per il primo giorno, visita al museo delle scienze e proiezione su schermo "a tutto tondo" nell'Hemisfèric (in rigorosa lingua catalana; ti danno delle avveneristiche cuffie dove puoi sentire la traduzione in inglese ma, stante l'elevato volume esterno, sono risultate inutili).
Il giorno successivo è la volta dell'Oceanogràfic (l'unica struttura che era sfuggita alla visione d'insieme del giorno precedente), la cui visita ci impegna quasi l'intera giornata.
E' il penultimo giorno di vacanze ed è il turno del porto di Valencia e dell'America's Cup. Giunti davanti all'entrata, già pregustavo le migliaia di foto che avrei scattato all'interno. Ma la sfiga è tornata ad occuparsi di noi ed ecco che, al primo scatto ancora all'esterno dell'area della competizione, la fotocamera compie un doppio giro della morte e si schianta rumorosamente sul marciapiede. Scontato dire che la caduta ha causato la rottura. Stavamo entrando all'interno del porto ma ci sembrava di entrare dentro una chiesa per assistere a un funerale. E tutta la visita, sebbene interessante, è all'insegna di questo stato d'animo.
Ma il saggio insiste, "mai perdersi d'animo", e così passiamo l'ultimo giorno a nostra disposizione in giro per la città e gli innumerevoli giardini che la colorano fino all'ultimo minuto disponibile per non arrivare tardi all'aereoporto e non perdere il volo del ritorno!
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