lunedì, settembre 17, 2007

Greetings from Dolomiti



Sotto l'esperta guida del cuginone Emiliano e della sua compagna Michela, l'ultimo weekend io e Jessy siamo finalmente riusciti a visitare (sebbene brevemente, ma come assaggio è stato ottimo) questa fantastica zona del nord est d'Italia.
La partenza è fissata per venerdì sera, in auto, direttamente dall'aereoporto di Roma Fiumicino, dove i tre compagni di avventura hanno aspettato il mio ritorno da Genova. I soliti ritardi dovuti allo scalo romano ci fanno partire alle 21, con quasi un'ora di ritardo. Poco male; ci mettiamo subito in viaggio, destinazione: Auronzo di Cadore, a circa 700 km di distanza. Dopo una prima sosta a poca distanza per una cena firmata Autogrill, la seconda sosta la facciamo a Roncobilaccio, dove non ci è venuto incontro un vecchio ma abbiano consumato un doveroso caffè. Arrivo a destinazione alle 4 di mattina circa.
Qualche ora di sonno e alle 8.30 gia ci stiamo spazzolando la gustosa colazione dell'albergo. Poco dopo ci muoviamo in direzione di Misurina, dove facciamo una sosta per poi dirigerci verso le Tre cime di Lavaredo. Da qui parte la nostra escursione a piedi, tra fantastici panorami montani e la costante presenza del colosso dalle tre cime. Dopo un primo tragitto di circa un'ora e mezza arriviamo al Rifugio Locatelli, dove consumiamo un pranzo a base di polenta e salsicce, concluso da un'immancabile "grappin". Per tornare alla macchina abbiamo la brillante idea (è stata un'idea mia???) di non rifare a ritroso il sentiero già fatto ma di procedere lungo un altro sentiero per circumnavigare completamente le tre cime. Il percorso si rivelerà lungo e faticoso, soprattutto per me e Jessy, profani del trekking; più di tre ore di cammino tra colli continui, ripide discese e ancor più ripide salite. Ma alla fine la soddisfazione per aver completato il percorso è tanta e lo spettacolo che la natura ci offre vale tutto il sudore speso. La sera è dominata dalla stanchezza e da piedi e gambe dolenti, quindi dopo una veloce pizza sveniamo comodamente sui nostri letti.
Il giorno successivo è all'insegna del riposo e dello shopping. Dopo una doverosa visita a Cortina d'Ampezzo (26° C la temperatura nella valle di Cortina), ci dirigiamo di nuovo a Misurina dove prendiamo la seggiovia che ci porta a Col de Varda, giusto in orario per mangiare presso il rifugio e poi riscendere, rigorosamente a piedi. Qualche altro giro e ci dirigiamo di nuovo in albergo, per una rapida doccia e per raccogliere i bagagli. E' quasi ora di ripartire.
Sono le 18 quando ci mettiamo in viaggio; è l'una di notte quando apro il portone di casa. E' stata una visita breve ma desiderata in quanto non avevo mai avuto la possibilità di visitare questa parte del Paese; breve ma intensa e interessante, e l'impressione è stata assolutamente positiva; non vedo l'ora di tornare per una visita un po' più lunga ed accurata. Che ne dici, Jessy???

venerdì, settembre 14, 2007

Un caso risolto

Dopo lunge indagini, analisi di laboratorio, ipotesi su ipotesi scartate una ad una con ragionamenti lucidi e razionali, nonchè sofisticatissime simulazioni tecniche per le quali sono stato costretto a "sacrificare" altre 2 tessere magnetiche (una delle quali apparteneva alla povera Jessy), sono venuto finalmente a capo dell'inquietante mistero delle carte di credito smagnetizzate, che mi accingo a svelare nelle prossime righe, con la dovuta dovizia di particolari.

Quando tempo fa ho deciso di sostituire lo stereo originale della Corolla con un ben più tecnologico VDO con supporto per gli mp3 e lettura di schede SD, ho dovuto comperare una mascherina (il supporto in plastica che consente l'alloggiamento dell'apparato nel cruscotto dell'auto) che sostituisse l'originale in quanto il VDO occupava in altezza la metà (tecnicamente, regular DIN size) rispetto allo stereo della casamadre (tecnicamente, double DIN size). E il produttore della nuova mascherina quale geniale pensata ha avuto per sfruttare lo spazio risparmiato con la diversa occupazione dei due apparati? Ma di farci una fessura non più alta di 3 cm utile per alloggiare oggetti ovviamente non troppo spessi come fogli di carta o, perchè no, un PORTAFOGLI, o direttamente delle TESSERE MAGNETICHE.
E sebbene l'elevata compatibilità elettromagnetica (EMC) e il basso livello di emissioni (in quanto si tratta di un prodotto laser) di un apparato di marca come lo stereo VDO (sottostante la fessura) dovessero essere ovvii, come spesso accade la pratica stravolge la teoria.
Forse lo stereo elettromagneticamente un po' starato, forse la mascherina di un materiale plastico un po' troppo esile, forse le tessere magnetiche Fineco un po' troppo sensibili, unite alla mia insistenza nel collocare il portafogli nella diabolica fessura (ultimamente supportata dalla mia convinzione che a smagnetizzarle fosse il mio culo), ed ecco spiegate le numerose smagnetizzazioni. Un altro caso risolto e da archiviare, Watson.

P.S. : intanto, l'ultima carta di credito Fineco che ho ricevuto ha una fattura (non solo estetica) diversa rispetto alle precedenti ... forse per pietà me ne hanno mandata una elettromagneticamente un po' più robusta!

mercoledì, settembre 12, 2007

Greetings from Pegli

Sembra passato qualche giorno ma l'ultimo post risale a tre settimane fa; mi trovavo ancora a Dhaka, prossimo al ritorno a casa e dubbioso per i problemi creati dal coprifuoco negli ultimi giorni di permanenza.
Bene, il viaggio di ritorno non è andato alla grande, ma alla grandissima! Coincidenze perfette sia a Dubai, sia a Londra. Solita passeggiata di circa mezzora sulla pista di Fiumicino ma alla fine il ritardo è abbastanza contenuto. E quando i miei 2 bagagli imbarcati fanno capolino dal nastro trasportatore capisco che è veramente andato tutto a gonfie vele. Unica nota negativa all'aereoporto di Dubai: sapevo che negli Emirati si riusciva a risparmiare tantissimo sull'elettronica e io avevo circa 300 euri rimasti sulla carta di credito e una fotocamera digitale da comprare (per sostituire la gloriosa LZ2 deceduta a Valencia); l'aereoporto, nonostante fosse l'una di notte, pullulava di gente e tutti i negozi erano aperti, ma i prezzi .... una delusione totale. Il collega che sta attualmente in loco mi conferma però proprio oggi che in città la situazione è differente.

Intanto, dopo le 2 settimane di riposo, durante i quali ho mangiato, fatto poco sport e sistemato il casino della mia nuova casa, che persisteva dai tempi del trasloco, si ritorna a lavoro e si ritorna a Genova. Ma questa volta, invece del solito hotel abbarbicato nell'entroterra genovese, mi tocca un ben più modesto hotel in questo piccola estensione costiera di ponente della città ligure. Struttura alberghiera assolutamente non paragonabile all'altra, ma tempi di trasferimento leggermente minori e panorama circostante decisamente migliore. E inoltre la cosa mi ha dato la possibilità di cambiare il titolo invece di utilizzare l'ormai consumato "Greetings from Genova".

In conclusione, la sensazione è che le vacanze siano durate troppo poco, anche se, dopo il primo difficilissimo giorno, ora che ho ormai superato la metà della settimana sembro aver ripreso in pieno il ritmo. Intanto l'Italia di Donadoni ha vinto 2 a 1 contro l'Ucraina, e attualmente il televisore 4 pollici di cui è dotata la mia camera trasmette SOS Tata .....
Che tristezza.