martedì, dicembre 01, 2009

The long walk in København

Come previsto, venerdì siamo tornati a Copenhagen e, mentre il buon Gengy è salito a bordo dell'aereo che lo ha riportato in patria, io sono salito a bordo del treno che mi ha portato alla Stazione Centrale, dando così inizio al mio fine settimana nella capitale danese.

Un weekend che, come sempre faccio quando mi ritrovo turista solitario, ho speso principalmente macinando chilometri in lungo e largo per le strade della città, alla ricerca degli scorci più nascosti ma comunque suggestivi e dei luoghi meno battuti da turisti. Per la settimana prossima c'è infatti in programma il vero weekend a Copenhagen, in compagnia della mia dolce metà che mi raggiungerà a spese di parte delle miglia accumulate finora con questo mio pazzo lavoro. E allora ci sarà tempo per Sirenette, castelli di Amleto, momenti romantici e quant'altro! Anche se poi, tutto sommato, la città è tutta lì, a portata di cammino, e quindi inevitabilmente ho finito per passare anche per gli angoli più noti. Ma mi sono anche regalato una bella escursione fuori dal centro, nel significativo quartiere di Christiania, lì dove giacciono i resti del sogno hippie di 40 anni fa.

Nel mio peregrinare, quello che la città mi ha trasmesso è la tranquillità dei suoi ritmi, l'organizzazione dei servizi, il rispetto delle persone per ciò che è pubblico, l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto cittadino con ogni tipo di tempo e ad ogni ora del giorno e della notte... Tutte cose fantastiche e che posso solo sognare di vedere un giorno applicate in Italia. E già la città mi ha regalato inquadrature suggestive per le mie foto, che ho scattato in tutta tranquillità visto che avrò a disposizione un ulteriore weekend, dedicandomi, intensamente e indisturbato, alla mia passione per le foto panoramiche.

giovedì, novembre 26, 2009

Fredericia

Non è, come qualcuno dei miei amici pensava, il nome della donna con la quale tradisco la mia dolce metà, ma il nome della quindicesima città per estensione della Danimarca, situata nella parte centrale della nazione, circa 200 km ad ovest della capitale Copenhagen. Ed è dove mi trovo da lunedì scorso ed il luogo da dove scrivo adesso, ennesima peregrinazione in terra straniera per motivi di lavoro. E' la mia prima volta in Danimarca e sto acquisendo conoscenza del territorio, dei costumi, delle persone e del cibo in una stagione non certo favorevole: temperatue che oscillano tra i 6 e gli 8 gradi, cielo costantemente coperto di nuvole e frequenti piogge di breve durata e piccola intensità.

Fredericia è una tranquilla e ventosa città portuale che ha poco da offrire (almeno in questo periodo dell'anno, dal lunedì al venerdì e dalle 19.30 in poi) al viaggiatore occasionale; un centro storico pedonale semi deserto, qualche ristorante (degno di nota quello mongolo dove già un paio di volte mi sono rimpinzato di noodles), un McDonalds e niente più. Per fortuna l'ospitalità non è male e la lingua inglese è decisamente diffusa soprattutto tra i più giovani ; per fortuna ho passato la settimana in compagnia; e per fortuna ho pianificato di passarle il weekend nella ben più "viva" e interessante Copenhagen (anche se sarò da solo), per poi rientrare nella serata di domenica, in compagnia di un nuovo collega, per la seconda e ultima settimana danese.

sabato, ottobre 24, 2009

Ame d'Arabia reloaded

Dopo aver festeggiato i miei 33 anni in fondo al bunker a Elmadag, e dopo ben 6 giorni durante i quali ho alloggiato più o meno a casa, sabato 17 sono nuovamente partito per altre due settimane di trasferta in un posto a me già noto, ovvero gli Emirati Arabi Uniti e in particolare l'emirato di Abu Dhabi. E già la prima settimana di trasferta è andata, ompreso il weekend; domani avrà inizio la seconda settimana. Cosa c'è di diverso rispetto alla volta scorsa? In primis la temperatura, che questa volta è molto più clemente di giugno, addirittura gradevole, con giornate calde e serate ventilate. Poi la particolare aria internazionale che si respira in città, che si appresta a vivere il suo primo Gran Premio di Formula 1. Ad ultimo, la presenza di un paio di colleghi la cui assidua presenza in trasferta li ha resi profondi conoscitori della città, che sto quindi scoprendo in maniera più coinvolgente della volta scorsa. Per il resto tutto è uguale e quasi noioso.

domenica, ottobre 04, 2009

Beypazarı

Meta di questa nostra seconda ed ultima (per il momento) domenica turca è il piccolo paesino di Beypazarı, 100 km ad ovest di Ankara. Abbiamo fatto questa scelta perchè, dopo un mio attento studio di sistema, non sembrava esserci altro di altrettanto interessante a distanza ragionevole dalla capitale; circa 250 km ad est ci sarebbe stata Hattusa, antica capitale dell'impero ittita e patrimonio dell'umanità dell'Unesco, che abbiamo però escluso considerando la distanza da percorrere troppo elevata (a buon ragione, dopo la sfacchinata di domenica scorsa).

La strada che ci porta a Beypazarı, dopo aver attraversato i paesini dell'hinterland di Ankara, si immerge nel mezzo delle ocri e brulle colline anatoliche, trasformandosi velocemente da una superstrada a 2 corsie ad una strada accidentata, con frequenti tratti ciottolosi o con asfalto sconnesso; pian piano il paesaggio cambia lievemente, le colline si colorano appena di verde ed iniziano ad apparire campi coltivati nei quali squadre di poveri contadini si dedicano alla raccolta di quelli che sembrano essere pomodori. Superato l'ultimo paesino di 5000 anime, comprese probabilmente le pecore e le galline (sì perchè qui in Turchia, il cartello che segna l'inizio di un centro abitato riporta anche la popolazione della comunità risalente all'ultimo censimento), un ultimo pezzo di strada fortemente dissestata ci porta finalmente a destinazione.

Beypazarı è un paese dalla storia antichissima, essendo stato un punto di passaggio importante per i commerci dell'antico impero ottomano. La cultura ottomana si intravvede principalmente nell'architettura delle abitazioni, accuratamente recuperate da un lungo periodo di abbandono. E cosı Beypazarı è diventata una delle mete favorite dagli abitanti di Ankara per una gita fuori porta, ed infatti i turisti turchi per le strade del paese sono in quantità; molti meno, invece, i turisti stranieri, e lo notiamo anche dalla curiosità con cui ci guardano e cercano di interagire con noi i bambini che abitano la zona più alta e più remota dal centro della città, dove le case sono ancora fatiscenti e la povertà e semplicità degli abitanti traspare in tutti gli aspetti.

Dopo un tipico pranzo turco (cucina rigorosamente ottomana), raggiungiamo un punto panoramico dove trascorriamo altri momenti chiacchierando e scattando foto; ci rimuoviamo poi in direzione di Ankara, per immergeci nuovamente nella modernità di uno dei suoi centri commerciali, dove facciamo uno spuntino composto da una patata al forno ripiena all'impossibile di burro, wurstel (rigorosamente di pollo), formaggio, olive, peperoncino e tanto altro; una mazzata non indifferente per i nostri stomaci! Via allo slideshow finale...

domenica, settembre 27, 2009

Kapadokia

Dopo uno stressante venerdì e un sabato per metà lavorativo e per metà di riposo, per la domenica decidiamo di recitare la parte dei turisti e, sfruttando la relativa vicinanza, di dedicarci alla visita della Cappadocia.
Circa 280 i chilometri che separano Ankara da Nevşehir, la nostra porta di accesso a questo fantastico ed unico territorio; un percorso nel cuore della Turchia più vera, circondati da un territorio in verità piuttosto monotono ma che fa da preludio alle meraviglie che seguiranno. Raggiunta Nevşehir, la Kapadokia si rivela ai nostri occhi in tutto il suo fascino e la sua aliena bellezza. Il resto è tutto un girovagare tra le varie località della regione: Uçhisar e il suo castello, Göreme - patrimonio Unesco, Çavuşin, Zelde e i suoi paesaggi lunari (bellissimi i cosiddetti Camini delle Fate, a buon ragione scelti come simbolo della regione), Devrent e Avanos. Non visitiamo tutto quello che c'è da visitare ma quello che vediamo (lo slideshow finale ne è un piccolo sunto) è sufficiente a farci concludere che la Cappadocia è veramente una regione unica al mondo, che dà la possibilità di vivere un po' della vera Turchia e di ammirare panorami morfologicamente molto "extra" e poco "terrestri". Consigliatissimo!!!

sabato, settembre 26, 2009

Fast Forward

E' passato praticamente un mese da quando le nostre avventure centauresche estive sono finite. Un mese durante il quale non è accaduto nulla di entusiasmante nella mia vita se non il solito alternarsi delle avventure lavorative in trasferta. Se così, dopo solo pochi giorni dal rientro, ho fatto una delle solite sortite che si concludono in giornata a Genova, le due settimane successive le ho spese a Cesano di Roma (100 km da casa) e da due giorni sono tornato ad Ankara, dove passerò questo weekend e le prossime 2 settimane. E il calendario degli impegni futuri è già fitto di destinazioni più o meno nuove per me. Intanto mi ritrovo alle soglie di un nuovo cambiamento di azienda che non rappresenterà alcun cambiamento pratico di lavoro, mentre continuo a cercare una via d'uscita all'intricato labirinto di vicende personali e professionali che mi si è costruito intorno negli ultimi 2 anni. Ma come ogni labirinto che si rispetti, dopo aver percorso un buon tratto di strada finisci per ritrovarti in un vicolo cieco o per ripassare per lo stesso identico incrocio in cui sei già transitato. Ma confido che, allo stesso modo, come ogni gioco che si rispetti alla fine si arrivi alla soluzione; certo che conoscere già la fine sarebbe un aiuto che utilizzerei volentieri, partire dall'uscita per risalire a ritroso la strada fino alla mia attuale situazione. Ma la chiaroveggenza è un dono che non mi appartiene.

giovedì, agosto 27, 2009

I diari della motocicletta - conclusione

KM. 354.1: Firenze - Arezzo - Latina

E' il giorno del rientro. Partiti con la solita calma da Firenze (calma causata anche dal solito imprevisto che mi costringe a girare per la città alla ricerca di un negozio della "3"), prendiamo contatto con il Gamba per una sosta tecnica nei dintorni di Arezzo e un pranzo insieme. Sono ormai passate le 3 del pomeriggio quando ci rimettiamo in viaggio e, lungo l'Autostrada del Sole, il Grande Raccordo Anulare e la Pontina, raggiungiamo casa.

Tale è il senso di libertà e il tocco di imprevedibilità che da una vacanza in moto che più la destinazione si avvicinava più cresceva in noi la voglia di non dare termine a questa nostra avventura e di proseguire ancora in questo adrenalinico viaggio itinerante; di non tornare all'opprimente tran-tran delle vicissitudini casalinghe, all'altalenante andamento degli impegni e dei rapporti lavorativi e a tutto il resto. Desiderio ovviamente irrealizzabile e così non mi resta che chiudere i capitoli dei "diari" con il solito slideshow, che riassume le varie tappe effettuate nei 2987,5 km percorsi e suscita ad ogni snapshot, nonostante lo pubblichi a un mese esatto di distanza, ricordi talmente redivivi da sembrare appena trascorsi.

mercoledì, agosto 26, 2009

I diari della motocicletta - tredicesimo giorno

KM. 37.8: Firenze

Pochi chilometri percorsi oggi, principalmente in serata per trovare una buona trattoria periferica in cui mangiare bene e spendere poco. Il resto è stata una lunga camminata per il fantastico centro storico di Firenze; non solo, come ieri, Piazza della Signoria e Piazza del Duomo (dove scaliamo anche gli oltre 400 scalini del Campanile di Giotto e Jessy, vincendo la sua atavica paura per l'altezza, mi da prova del suo amore per me), ma anche gli Uffizi, Piazza Santa Croce, Piazza della Repubblica, Ponte Vecchio e così via. Una giornata piena e intensa in una delle città italiane che amiamo di più per chiudere praticamente la nostra avventura itinerante; domani è il giorno del rientro.
La cupola della Basilica di Santa Maria del Fiore
Il chiostro della Basilica di Santa Croce
Veduta dalla sommità del Campanile di Giotto
Ponte Vecchio e l'Arno

martedì, agosto 25, 2009

I diari della motocicletta - quinto trasferimento

KM. 277.3: Venezia - Firenze

La nostra prossima destinazione è il capoluogo toscano, una delle mete preferite da sempre per me e Jessy e in cui spesso torniamo; non ci lasciamo quindi sfuggire l'occasione di inserirla in questo nostro lungo itinerario in moto.
Abbiamo l'albergo a Novoli, in una comoda sistemazione a tre stelle abbastanza vicina al centro storico e con connessione internet e garage al coperto compresi nella tariffa della camera. L'indecisione tra l'utilizzare il trasporto pubblico o inoltrarsi per il dedalo di varchi e ZTL del centro storico si risolve con la seconda ipotesi, e così in sella alla Hornet decidiamo di raggiungere come prima destinazione il Belvedere Michelangelo che domina la città. E' un pomeriggio torrido e il calore sprigionato dal parapetto in metallo della terrazza ne dà evidenza, cosi prima di ridiscendere dalla collina troviamo una tranquilla panchina all'ombra e conversiamo animosamente.
Veduta di Firenze dal Belvedere Michelangelo

La viabilità di Firenze mi ha sempre dato problemi (una sorta di incompatibilità intrinseca con il mio senso di orientamento), e continua a darmene anche sulle 2 ruote, ma comunque dopo un paio di giri completi individuiamo una strada percorribile che ci porta nel cuore del centro storico. Parcheggiata la moto, in cinque minuti a piedi ci ritroviamo a Piazza del Duomo e la cosa ci rende scettici sulla lecita percorribilità della strada che abbiamo imboccato. Meglio non pensarci e così ci immergiamo nella bellezza storica di Firenze, per il più essenziale degli itinerari turistici a piedi (Piazza del Duomo, Piazza della Signoria e dintorni).
Piazza del Duomo
Piazza della Signoria

Dopo essere tornati in albergo per una rinfrescante doccia ed essere di nuovo tornati in centro per la cena, per la seconda serata torniamo al Belvedere Michelangelo per ammirare il panorama della città che emerge delicatamente dalla notte fiorentina.
Panorama notturno dal Belvedere Michelangelo

lunedì, agosto 24, 2009

I diari della motocicletta - undicesimo giorno

KM. 0: Venezia e dintorni

Ebbene si, oggi è il primo (e rimarrà l'unico) giorno della nostra avventura in cui le ruote della Hornet non macinano chilometri ma rimangono tranquillamente a riposo nella nostra pensione di Mestre. Il trasporto delle nostre persone è per oggi affidato, oltre che ai nostri arti inferiori, ai traghetti che solcano i canali della laguna veneta e fanno la spola tra le varie isole che compongono la laguna stessa. La giornata non inizia nel migliore dei modi: poco dopo aver raggiunto Venezia mi rendo conto di aver portato con me la fotocamera digitale ma di aver dimenticato di reinserire la batteria nell'apposito slot ; piuttosto che tornare indietro preferisco ripiegare sugli scatti del mio N95.
Visitiamo Murano, con le sue vetrerie (immancabilmente assistiamo ad una demo di lavorazione del vetro e compriamo qualche souvenir facilmente trasportabile in moto), i suoi canali dall'atmosfera meno regale di Venezia, le sue fabbriche, il suo faro.
Girovagando per Murano...

Quindi ci spostiamo su Torcello, piccola gemma con molte significative testimonianze di quello che fu storicamente il primo insediamento della laguna, caduto presto in decadenza a causa dela posizione dominante di Venezia. E' quindi il posto di Burano, a cui non dedichiamo troppo tempo viste le notevoli somiglianze con Murano e il molto minor fascino esercitato in noi dalla lavorazione dei merletti (quando confrontati con la lavorazione del vetro).
L'insediamento di Torcello

Quando torniamo a Venezia è ormai pomeriggio inoltrato e concludiamo il nostro itinerario buttandoci tra i vicoli alla ricerca di Piazza Roma, ricerca stavolta leggermente coadiuvata dall'utilizzo della mappa della città, onde evitare drammatici fuori-rotta.
Per la cena optiamo per uno degli innumerevoli ristoranti orientali che si possono trovare a Mestre nei dintorni della stazione ferroviaria, per poi far ritorno nella nostra camera; domani affronteremo l'ennesimo trasferimento.

domenica, agosto 23, 2009

I diari della motocicletta - quarto trasferimento

KM. 239.5: Torri del Benaco - Mestre

E' giorno di trasferimento e, grazie anche alle energie recuperate con il giorno precedente, decidiamo di metterci in marcia di buon ora (che per noi significa non prima delle 9.30) per evitare le ore più calde e raggiungere la laguna veneta, nostra prossima destinazione, prima di pranzo. Per visitare Venezia in economia e lasciando il proprio mezzo comodamente parcheggiato non c'è soluzione migliore di prendere alloggio a Mestre, possibilmente vicino alla stazione dei treni. In tutta comodità e tranquillità nel primo pomeriggio stiamo già allegramente passeggiando per i vicoli e i ponti della città lagunare.

Visitare Venezia, si sa, significa camminare e molto, percorrere le sue strade senza un itinerario preciso e lasciare che gli squarci più suggestivi si aprano liberamente davanti ai tuoi occhi. Non solo l'universale e riconosciuta bellezza di Piazza San Marco e ma anche e soprattutto la bellezza celata e non celebrata delle piazze e dei campi meno noti, dei ponti meno calpestati, dei calli più nascosti. A Venezia è bello perdersi e ritrovarsi (a Piazza San Marco o sul Ponte di Rialto) ed è quello che facciamo senza sosta fino al sopraggiungere della luce crepuscolare. Spazio alle foto (un piccolo estratto delle innumerevoli foto scattate).
In gondoleta...
Il Ponte di Rialto
Vetustà a Venezia
Piazza San Marco e la Basilica
Un Ponte dei Sospiri un po' mascherato ... ristrutturazione e marketing vanno a braccetto
In prossimità di Riva degli Schiavoni
Canal Grande di notte

sabato, agosto 22, 2009

I diari della motocicletta - nono giorno

KM. 88.7: intorno al Lago di Garda, parte III

Ci prendiamo finalmente la nostra giornata di relax, e i km percorsi indicati nel sottotitolo del post lo dimostrano. Giornata che parte con la solita calma, e che nella prima parte ci vede stazionare nella città di Peschiera (siamo sempre, quindi, nella parte meridionale del lago), dove rimaniamo fino al primo pomeriggio passeggiando tranquillamente per i viali del borgo, mangiando in un ristorante locale e rilassandoci all'ombra di alcuni alberi in un piccolo parco affacciato direttamente sul lago.
Peschiera del Garda
Peschiera del Garda

Finora assente dalle nostre peregrinazioni centauresche, segliamo come meta pomeridiana il paese di Sirmione, placidamente adagiato su un lembo di terra che si protrae all'interno del lago al centro della costa meridionale del lago stesso. La maggiore attrazione del posto è rappresentata dal Castello Scaligero con il borgo medievale, posizionati sull'estremità nord della penisola, e alla cui visita ci dedichiamo per il resto del pomeriggio, che passa così piacevolmente.

Al fine di completare al meglio il quadro di rilassamento tracciato in giornata, per la serata decidiamo di consumare un alternativo pranzo al sacco direttamente nella camera dell'albergo.
Sirmione
Il Castello Scaligero a Sirmione

venerdì, agosto 21, 2009

I diari della motocicletta - ottavo giorno

KM. 225.3: intorno al Lago di Garda, parte II

Dopo la fantastica giornata di ieri e anche a causa di un dolore alla base del collo (una sorta di reumatismo sicuramente causato dalla sventatezza di girare in moto con la protezione di una sola t-shirt), decidiamo per oggi di passare una giornata più tranquilla partendo alla volta di Valeggio sul Mincio per la visita ai giustamente famigerati Giardini di Sigurtà. Raggiunta, quindi, Peschiera del Garda, ci allontaniamo dal lago in direzione sud raggiungendo con facilità il luogo. Il resto della mattina e parte del primo pomeriggio scorre in tranquillità tra lussureggiante vegetazione e idilliaci paesaggi, tra i quali passiamo prima con l'ausilio di un veicolo elettrico impavidamente condotto da Jessy, poi a piedi.
Dalle 2 alle 4 ruote (con cambio di pilota)
Giardini di Sigurtà
Giardini di Sigurtà

Lasciata indietro la bucolica quiete dei giardini, decidiamo di fare una breve visita alla frazione di Borghetto, dopo averne letto in toni positivi su alcuni forum su cui ero capitato alcune settimane prima, in fase di pianificazione del viaggio. Ed effettivamente il luogo val bene una sosta; passeggiando per le stradine del borgo sembra che il tempo si sia fermato e il continuo crepitìo dell'acqua del Mncio che scorre tra e sotto le case ha un fascino particolare.
La frazione di Borghetto

Rilassati e di buonumore riprendiamo la strada e iniziamo a dirigerci, lungo invitanti strade di campagna, in direzione di Desenzano del Garda, sulla costa sud-occidentale del lago, per quello che nelle nostre intenzioni di partenza doveva essere una tranquilla passeggiata in moto, non troppo impegnativa, lungo questa parte finora inesplorata di lago. Ma pian piano e quasi senza accorgersene la cosa ha preso corpo e sostanza, i paesi si sono avvicendati uno dopo l'altro sotto le nostre ruote, prima Manerba, poi Salò, poi Gardone Riviera e poi su fino a Gargnano. Da qui, come presi da un vortice incontrollabile (anche se, a onor di cronaca il posseduto ero principalmente io), risaliamo verso l'interno allontanandoci dal Lago di Garda per raggiungere il Lago di Valvestino, che da giorni vedevamo giacere sulla cartina, affascinante nelle forme, a poca distanza proprio in corrispondenza di questo tratto di costa. Il percorso che ci porta in sua prossimità è sinuoso ed esaltante e scopriamo che in realtà si tratta di un lago artificiale creato dalla costruzione di una diga. Lo scenario dei vari rami del lago incastonati tra le montagne è comunque affascinante e a suo modo inquietante, caratteristica questa amplificata dalla particolare luce del crepuscolo preserale e dal silenzio che ci circonda, interrotto solo sporadicamente da qualche auto di passaggio.
Lo spettrale Lago di Valvestino

Quando decidiamo di tornare indietro è ormai sera e la temperatura tra le alte montagne tra cui ci troviamo è anche abbastanza rigida, in particolar modo se si viaggia in moto e in abiti decisamente estivi. Fortunatamente appena il Lago di Garda riappare nuovamente ai nostri occhi la temperatura torna immediatamente su livelli accettabili. Ci accorgiamo così che, in conseguenza del mio raptus motociclistico, è già buio e ci troviamo a notevole distanza dal nostro hotel. Per rimediare cerco di spezzare il viaggio di ritorno in 2 tronconi: il primo ci porta di nuovo a Desenzano dove ceniamo e recuperiamo un po' di energia per raggiungere, con il secondo tratto Torri del Benaco e il nostro letto nel quale affondiamo inevitabilmente e velocemente.

giovedì, agosto 20, 2009

I diari della motocicletta - settimo giorno

KM. 252.1: intorno al Lago di Garda, parte I

La giornata è nuovamente splendida e il primo itinerario che scegliamo di fare nei dintorni del lago si muove in direzione nord lungo le sponde est del lago stesso. Alle nostre spalle c'è il massiccio del Monte Baldo ed è proprie sulle sinuose strade che vi si inerpicano che ci muoviamo, alla ricerca della frazione di Prada nelle cui immediate vicinanze dovrebbe esserci un impianto di risalita che consente di raggiungere la vetta. Trovato il luogo, lasciamo le due ruote per i due piedi e lasciamo che la seggiovia (divisa in due tronconi il primo delle quali più che una seggiovia è una cabinovia per max 2 persone nella quale si sta in piedi) ci porti verso i 1850 metri della vetta. Qui passiamo il resto della mattinata in modalità trekking, esplorando i sentieri nei dintorni e pranzando nel Rifugio Chierego (un pranzo che in realtà non ci lascerà particolarmente soddisfatti). I panorami che si aprono intorno a noi, e che permettono di ammirare l'intero lago tenendo nascosta la sola parte a nord, sono inevitabilmente bucolici e superbi, nonostante una diffusa foschia non consenta di fotografarli al meglio.Panorama del lago, nei pressi di PradaI tipici abitanti del Monte Baldo
Si torna indietro...

Riacceso il motore, scegliamo di ridiscendere verso il lago continuando sulla strada che avevamo percorso in mattinata, piuttosto che tornare indietro lungo la strada già percorsa. Ci ritroviamo su una sorta di mulattiera che ci riporta giù attraverso una serie infinita di tornanti e discese di notevole pendenza, che stressano non poco l'impianto frenante del nostro bolide, e i tipici miasmi che salgono alle nostre narici ne sono la lampante dimostrazione. Raggiunto di nuovo il lungolago, continuiamo a muoverci verso nord, superiamo Malcesine lasciando il Veneto ed entrando in Trentino. Arrivati a Torbole ci troviamo ormai sul lato nord del lago, dal quale, raggiunta Riva del Garda, ci allontaniamo proseguendo ulteriormente verso nord in direzione di Tenno. Qui ha luogo la nostra seconda sosta di rilievo, per immergerci rapiti nella visita delle Cascate del Varone, che si fanno spazio con perpetuo impeto tra le rocce della montagna. Rinfrescati dalla miriade di gocce d'acqua nebulizzate nell'aria, continuiamo il nostro viaggio verso nord per un'altra manciata di chilometri fino al Lago di Tenno, che ci affascina con le accese colorazioni delle sue acque. Prossimo obiettivo: ritornare a Riva del Garda, che raggiungiamo attraverso un percorso alternativo che passa per la pittoresca (nel nome) frazione di Pranzo.
Grotte-Cascate del Varone
Lago di Tenno
Pausa a Pranzo

Da Riva del Garda continuiamo a spostarci verso sud lungo le sponde occidentali del lago, entrando in Lombardia e superando Limone sul Garda. E' la parte del lago dove le montagne si affacciano più selvagge e minacciose e le gallerie assumono i connotati di vere e proprie grotte, rendendo il viaggio affascinante ed entusiasmante. Ci inerpichiamo nuovamente in direzione di Tremosine, lungo strade che oltre a mantenere le caratteristiche precedenti diventano strette e sinuose. Di gran lunga l'itinerario migliore dell'intera avventura.
La Panoramica di Tremosine
La sponda nord-occidentale del lago.

E' ormai sera quando scendiamo nuovamente in prossimità del lago e torniamo sui nostri passi verso Limone e quindi ci fermiamo per la cena a Riva, dove proprio in questi giorni sono in corso di svolgimento le "Goliardiadi". La strada che costeggia il lago ci porta nuovamente verso Torri del Benaco e il nostro albergo, segnando la fine di una giornata fantastica.
Limone sul Garda
La rocca di Riva del Garda

mercoledì, agosto 19, 2009

I diari della motocicletta - terzo trasferimento

KM. 341.6: La Spezia - Torri del Benaco

Dopo la breve permanenza in terra ligure è di nuovo giorno di trasferimento. Decidiamo però di prendercela con calma e di approfondire in mattinata la conoscenza del territorio spezzino muovendoci verso Portovenere, all'estremità della penisola di sudovest che crea il golfo di La Spezia. E la scelta ci ripaga perchè il borgo è veramente incantevole, tanto da bloccarci in zona per gran parte della mattinata.
Portovenere
Portovenere

A causa di ciò imbocchiamo la lunga strada che ci porterà sulle rive del Lago di Garda nel primo pomeriggio, dopo aver ritirato i bagagli in albergo, dopo aver pranzato e dopo aver acquistato una coppia di elastici da portabagagli che ora fissano lo zaino sul retro della moto, lasciando libera la povera schiena di Jessy. La naturale conseguenza è che l'autostrada è una vera fornace e questo sarà il vero problema di questo viaggio. Per il resto, la scelta di percorrere l'autostrada si rivela più che mai azzeccata: guida più noiosa ma trasferimento più veloce e meno traumatico. Arrivati in prossimità delle sponde sud del lago, procediamo in direzione di Peschiera per poi risalire lungo la sponda orientale, passando per Lazise, Bardolino, Garda e Torri del Benaco, sorpassata la quale troviamo quello che sarà la nostra casa per i prossimi 4 giorni.

In serata ci limitiamo ad una cena con tanto di passeggiata proprio a Torri del Benaco, ma già il lago ci regala lo splendido tramonto che vedete raffigurato nella foto che chiude il post.
Tramonto sul Lago di Garda nei pressi di Torri del Benaco

martedì, agosto 18, 2009

I diari della motocicletta - intervallo

Non fatevi ingannare dalla data del post ... in realtà è il 31 di Agosto, i "Diari della Motocicletta" si sono ufficialmente conclusi il 26 di Agosto ed oggi è il giorno del ritorno al lavoro. La verità è che le intenzioni con i "diari" erano di aggiornare il blog quotidianamente, cosa che mi è riuscita solo per i primi 2 giorni; nei giorni successivi i rientri tardivi e l'eccessiva stanchezza mi hanno precluso ogni possibilità di mantenere il sincronismo (sebbene nelle date dei posto ciò non appaia, miracoli delle "opzioni post").

Ma l'intenzione rimane così come i ricordi di quelle avventure giornaliere, così nei prossimi giorni pubblicherò i resoconti mancanti (rispettando le date dei post), con relativo corredo fotografico. C'è solo da attendere che finisca l'intervallo, nel frattempo approfittatene per andare a bagno e comprare i pop corn.

I diari della motocicletta - quinto giorno

KM. 202.9: le Cinque Terre.

L'itinerario è chiaro dal sottotitolo del post e tra i più celebrati tra i motociclisti italiani e non. Il paesaggio è tra i più belli e caratteristici in assoluto, con le montagne che finiscono direttamente dentro al mare, i colorati paesini incastonati proprio lì dove mare e montagna si incontrano, le strade panoramiche e tortuose che si inerpicano e poi ridiscendono, il mare cristallino, le scogliere...

La nostra avventura giornaliera inizia con Riomaggiore, il primo dei paesi delle Cinque Terre per chi viene da La Spezia, nonchè il più bello e famoso, che raggiungiamo quando già il sole è alto e cocente. Parcheggiato il bolide nelle immediate vicinanze della zona inaccessibile ai mezzi a motore (e questo è uno degli innegabili vantaggi di usare la moto), ci inoltriamo a piedi all'interno del paese, e la prima cosa che decidiamo di fare è percorrere (pagando regolare biglietto, € 5 a persona) la celeberrima Via dell'Amore, un sentiero pedonale scavato nella roccia che in circa 1 km congiunge Riomaggiore con Manarola, il secondo dei paesi delle Cinque Terre. A parte la scontata celebrazione del più famoso dei sentimenti umani, a suon di frasi talvolta addirittura spaventose lasciate sulle pareti del sentiero e profusione di lucchetti in ogni dove, ciò che veramente colpisce è la bellezza del panorama circostante in ogni singolo momento e la purezza delle acque sottostanti.
Veduta di Riomaggiore dalla strada che scende in paese

Via dell'Amore tra Riomaggiore e Manarola: un tuffo dove l'acqua è più blu...

Raggiunta Manarola ci aggiriamo per i vicoli del pittoresco paese e pranziamo, prima di tornare a Riomaggiore lungo lo stesso percorso dell'andata, e dedicarci alla sua visita.
Manarola

Riomaggiore

Ebbri di sole, mare e bellezza, ci rimettiamo di nuovo in sella e, per dare libero sfogo ai cavalli della Hornet e alle mie velleità di "piega" decidiamo di puntare direttamente all'ultimo dei paesini delle Cinque Terre, Monterosso, saltando la discesa verso i paesini intermedi di Corniglia e Vernazza. E' un percorso nervosissimo quello che ci porta a destinazione, che mette a dura prova la mia resistenza alla guida e mi stanca mentalmente. Arriviamo appena in tempo per osservare il cielo intorno a noi riempirsi di nubi nere che minacciano pioggia (mentre noi, inevitabilmente, avevamo lasciato tutti gli accessori antipioggia in albergo).
Un break sulla via per Monterosso

Veduta del litorale di Monterosso

Il cielo è ancora minaccioso quando, parecchio tempo dopo, decidiamo di ripartire alla volta di La Spezia lungo una route alternativa che, da poco distante Monterosso, si inoltra tra i boschi dell'entroterra spezzino e ci porta a nord della città ligure, a pochi passi dal nostro albergo. Per la cena, su suggerimento del fratello di Jessy (spezzino di adozione), optiamo per una tipica trattoria in città, evitando i costosi paesi costieri, e mangiamo pesce a volontà per un prezzo più che ragionevole.