lunedì, aprile 27, 2009

Man in Ankara, suitcase in Istanbul

Inizio scusandomi con l'Anonimo lettore che è rimasto all'asciutto di news per alcuni giorni, ma il livello di inkazzatura globale causato dalla storia del bagaglio e da altre vicissitudini lavorative mi ha fatto perdere contatto con il blog.

Per la cronaca, dopo un venerdì che, al ritorno verso Ankara, mi ha regalato questo meraviglioso panorama che vedete nella foto di apertura (si tratta del lago di Gölbaşı, a 25 km dalla capitale), e dopo un sabato e una domenica fondamentalmente di lavoro, oggi è iniziata un'altra stressante settimana a Snake Pit, che forse non sarà l'ultima (si prevede un altro rinvio per il mio rientro).

Vicenda bagaglio: continua il suo lento peregrinare tra le città aeroportuali turche. Ormai si può affermare che se il bagaglio avesse una tessera di fidelizzazione a questo punto avrebbe già più miglia di me...
Giovedì scorso lo avevamo lasciato al 99% all'aeroporto di Antalya, con la speranza di riceverlo il giorno dopo. Ma quando al mio ritorno in albergo non c'è traccia di valigia per me, per essere sicuro richiamo nuovamente l'aeroporto di Istanbul e chiedo di parlare con l'operatore del giorno prima. Operatore che, ovviamente, non c'è, e quindi mi tocca spiegare l'intera faccenda ad una graziosa voce femminile che del caso non sa nulla. Mi chiede allora di richiamare dopo un'ora per aggiornarsi con il collega informato (quello non presente). Richiamo dopo 50 minuti e anche lei non c'è più (affidabili questi operatori del Lost & Found di Istanbul); con santa pazienza provo a rispiegare il tutto all'ennesimo operatore facendo un grosso buco nell'acqua.
Quello che però scopro durante quest'ultima telefonata è che il file number che dovrebbe riguardarmi (assegnatomi da Istanbul e ottenuto dall'ufficio di Ankara) in realtà non mi riguarda per nulla. Riguarda invece, come scoprirò il giorno dopo direttamente all'aeroporto di Ankara, un certo Mr Dachi che risulta essere il proprietario della famosa valigia rossa che hanno tentato di consegnarmi e che risulta ormai indelebilmente associata alla mia persona.
La svolta avviene ieri sera, quando mi ricordo di avere la possibilità (tramite un gancho) di fare iniziare la ricerca del maledetto bagaglio direttamente dall'ufficio di Roma. L'operazione sembra avere successo (il condizionale è d'obbligo ma se anche questo tentativo fallisce non mi resta che allertare i servizi segreti!!!) perchè all'una e trenta di notte mi sveglia una telefonata in cui mi viene detto che il mio bagaglio è stato rintracciato ... indovinate un po' dove??? Se pensate che non sia proprio partito da Roma (come ho pensato io al momento) vi sbagliate, perchè il bagaglio si trova ancora ad Antalya!!!! (per quanto ne so potrebbe essersi fatto più di qualche tratta tra Istanbul e Antalya tra giovedì e domenica). Ed è proprio lui perchè, non essendo chiuso a chiave, lo hanno aperto e quello che si sono trovati davanti è una scritta a caratteri cubitali che recita "JUVENTUS", proveniente dalla mia felpa che a questo punto ringrazio il cielo di aver messo dentro quando sono partito. Il primo pensiero al sentire la notizia è andato all'operatore di Istanbul (quello certo al 99%) e alle randellate sulle gengive che avrei voluto dargli al momento.

Insomma, la pratica bagaglio sembra veramente avviarsi verso la conclusione, tanto più che stasera l'albergo mi ha comunicato di aver ricevuto una telefonata dall'aeroporto di Ankara secondo la quale il mio bagaglio sarebbe già a Istanbul (esattamente come mi è stato detto la notte scorsa, e questo giustifica il titolo del post) in attesa di partire per Ankara (sempre che non se ne torni ad Antalya). Che domani sia il grande giorno??? Stay tuned...

giovedì, aprile 23, 2009

Man in Ankara, suitcase in Antalya

Questa mattina, trovandomi all'aeroporto per aver accompagnato un collega che ripartiva, ne ho approfittato per verificare di persona la situazione bagaglio all'ufficio "Losts & Founds". Risultato: ho capito che ne sapevano poco o nulla. Sono riuscito comunque a capire che forse l'aeroporto di Istanbul ne poteva sapere di più e ad ottenere un numero di telefono e un "file number". Dopo aver fallito nello spostamento del volo di ritorno (solo posti business disponibili per l'intera prossima settimana, deciderà l'azienda), mentre ci dirigiamo verso Snake Pit telefono all'ufficio Losts & Founds di Istanbul per avere qualche informazione. L'addetto riesce per la prima volta da quando è iniziata questa storia a farmi perdere la pazienza, in particolare quando mi dice di rivolgermi all'ufficio della Turkish Airlines perchè probabilmente il mio bagaglio è stato rispedito a Roma; che cazzo di ufficio Losts & Fonds è, se devo fare tutto io??? Incazzato e deluso entro nel freddo tunnel che mi porta lì dove si lavora e i telefoni cellulari non prendono ... se ne riparla all'uscita.

Tornato in albergo (nel frattempo, nel tardo pomeriggio la temperatura a Snake Pit era scesa notevolmente e siamo anche incorsi in una abbondante grandinata), tiro a sorte per decidere se chiamare la Lufthansa o l'Alitalia per chiedere informazioni sul rimborso per bagaglio perso, ma poi decido di richiamare l'aeroporto di Istanbul per fare un ennesimo tentativo. Stavolta trovo, stranamente, una persona disponibile e in gradi di parlare chiaramente in inglese. Dopo avergli dato tutte le informazioni del caso e dopo una lunga attesa sembra che finalmente riesco ad ottenere informazioni certe (al 99%, mi dice l'addetto) sul destino del mio bagaglio. Sembra che all'aeroporto di Istanbul, invece di imbarcarlo per Ankara lo abbiano imbarcato per Antalya (una città nel sud della Turchia). Un errore mica da poco ... forse domani riesco veramente a tornare in possesso della mia roba, anche se ormai essere dubbiosi e sfiduciati è d'obbligo.

Intanto, anche se per noi è stato un giorno lavorativo come un altro, oggi in Turchia era festa nazionale, ovvero il Children's Day, un evento celebrato ormai in molti paesi nel mondo ma che ha avuto origine proprio in Turchia, il 23 aprile del lontano 1932, in ricordo del 23 aprile di 12 anni prima, anno in cui si riunì per la prima volta l'assemblea nazionale che avrebbe creato i fondamenti della repubblica. Che i bambini siano i protagonisti e che la festa sia sentita lo si percepisce girando per le strade di Ankara, dove bandiere talvolta quantomeno gigantesche e immense gigantografie di Ataturk dominano le facciate di ogni palazzo (vedi foto di apertura).

Man with the wrong suitcase

Continuano le tragicomiche avventure in Turchia. Dopo avermi illuso sul ritrovamento del mio bagaglio scomparso (vedi post precedente), mi sono ritrovato davanti ad una valigia non mia. E si che, durante l'identikit, avevo descritto un trolley di media grandezza di colore nero ... mi hanno consegnato un trolley grande almeno il doppio e di colore rosso. Evviva.
Continuo quindi a lavorare con vestiari di fortuna, attendendo la consegna della valigia corretta; notizie dell'ultima ora mi danno il bagaglio in quel di Istanbul in procinto di raggiungere Ankara e, quindi, il mio hotel; al più entro domani. ma intanto, approfittando di un occasione propizia, domani farò un salto in aeroporto a vedere che aria tira. Oltre a spostare il volo da sabato prox a giovedì della settimana successiva.

martedì, aprile 21, 2009

Man without suitcase

OVVERO: back in Ankara.

Con le riflessioni del post precedente ancora vivide in me, è iniziata un'altra settimana di lavoro in trasferta, che mi vede ritornare in Turchia nei luoghi già conosciuti e calcati nello scorso dicembre e gennaio. Per una volta mi posso concedere il lusso di non viaggiare di domenica ma piuttosto di lunedì, motivo per il quale la mala sorte si mobilita contro di me creando una delle peggiori giornate di viaggio che abbia mai avuto. Una giornata di ritardi in partenza, cambiamenti di volo, salto di coincidenza nell'aeroporto di scambio ... per culminare con lo smarrimento del bagaglio imbarcato. E così, per la prima volta da quando sono viaggiatore assiduo, mi è toccato rivolgermi al mitologico ufficio "Losts & Founds" dell'aeroporto, dove hanno fatto l'identikit del bagaglio e mi hanno lasciato una ricevuta. Non poteva esserci, allora, titolo migliore per il post, (ricordando quest'altro post).

Bagaglio che è, fortunatamente, rispuntato a più di 24 ore di distanza. Mentre scrivo un taxi me lo sta riportando in albergo, spero in condizioni integre sia interiormente sia esteriormente. Intanto con oggi sono tornato a lavorare a Snake Pit, nel solito ambiente malsano e alienante in cui avevo già lavorato. La cosa produce un effetto stressante notevole, tanto da non riuscire a tenere gli occhi aperti al ritorno durante l'ora di cammino che ci separa dalla capitale. Una manna dal cielo per la mia alopecia. E siamo solo al primo giorno.

lunedì, aprile 13, 2009

Nubi

Ore 19:40 - Aeroporto di Roma Fiumicino; 30 minuti prima della partenza del volo per Genova.

Preso da subitanea ispirazione accendo il notebook e mi metto a scrivere su un file di testo il post che pubblicherò questa sera dalla città ligure.

Alcuni accadimenti dell'ultimo mese hanno fatto partire, come la miccia di un congegno esplosivo, una serie di riflessioni sul recente passato, il presente e il prossimo futuro. Accadimenti che hanno leso la mia convinta sensazione di essere giovane (dall'alto o dal basso dei miei 33 anni), hanno creato dilemmi circa la solidità del mio rapporto e hanno suscitato perplessità sulle mie scelte e vicissitudini professionali.

Le prime 2 questioni sono intrinsecamente legate e potrebbero scaturire da un recente periodo di scarsa forma fisica (in realtà, me lo auguro). Eppure poco più di 2 settimane fa avevo avuto modo di pensare che proprio la forma fisica fosse a livelli più che soddisfacenti, dopo 2 settimane di regolari allenamenti in palestra. Ma l'ultima trasferta in Estonia mi ha costretto ad interrompere tale regolarità e questa ennesima gita a Genova prolungherà l'interruzione di un'ulteriore settimana; e forse già la settimana prossima mi attendono altre destinazioni e, dal lato fitness, "bonanotte ar secchio". Che questa interruzione sia la causa dell'attuale stress fisico fisico? E quell'accenno di alopecia areata che macchia la mia incolta barba, è un ulteriore segnale di stress, questa volta a livello psichico? Si direbbe di si e la cosa mi sorprende, perchè se c'era una cosa di cui mi potevo vantare era di riuscire a sopportare i carichi psicologici in maniera eccellente, riuscendo a non farmi mai coinvolgere pienamente e a lasciarmi scivolare sopra i fatti negativi. Pensandoci mi sembra che sia ancora così ma, forse, questi segni indicano il contrario

Ore 22:45 - Genova; dalla stanza di albergo

Arrivato a Genova e in albergo, finisco di scrivere il post parlando del terzo punto. L'eventualità di un nuovo lavoro, molto remunerativo nonchè promettente dal punto di vista della carriera, è andato in fumo con la seguente motivazione: nonostante la mia indubbia preparazione tecnica circa gli argomenti, sono stato giudicato "non-compliant" dall'azienda che aveva indetto il bando di gara per insufficienti competenze riguardo l'utilizzo di tool di project management. La cosa è stata motivo di delusione e di rabbia, perchè se mi confronto con le figure di project manager che mi hanno circondato e mi circondano nel mio attuale lavoro penso sinceramente che non abbiano nulla da insegnarmi. E, sebbene cercassero probabilmente una persona già formata su tali argomenti, mi sento comunque denigrato nell'essere stato considerato non in grado di imparare ad utilizzare tali "tool".
La vicenda è stata motivo per rimettere in discussione la mia intera carriera professionale: i 3 anni passati (sprecati) in Marina, in un mondo a cui sentivo di non appartenere, i 4 anni successivi, che mi hanno portato a raddoppiare il mio compenso annuo lordo (sì che la cifra di partenza era veramente misera...). Risultato che, in se, sembra più che positivo; ma poi mi chiedo se davvero valga la pena di sbattermi da una parte all'altra del mondo, come attualmente faccio, per 1600 euri al mese più i rimborsi spese. Rimborsi a parte, la cifra andrebbe bene per starmene 40 ore a settimana in "the beautiful Pomezia"; ma in queste condizioni, e nonostante continui a considerare il fatto di girare il mondo per lavoro un privilegio (ma per quanto tempo ancora?), inizia a non starmi più bene. E' ora di cambiare.

P.S. la foto è stata scattata, di nascosto, l'8 febbraio scorso in volo da Roma a Francoforte mentre sorvoliamo le Alpi innevate.

mercoledì, aprile 08, 2009

Schegge, pensieri e macerie

E' passato un mese esatto da quando ho scritto l'ultimo post; un mese e mi trovo ancora (anzi, di nuovo) a Tallinn. Non che sia rimasto tutto il tempo qui: anzi in un mese ce ne sono stati di avvenimenti .... schegge impazzite di una vita sempre più intensa in un mondo sempre più strano.
  • nelle due settimane successive al mio rientro dall'Estonia (13 marzo), ho alternato giornate di faccende casalinghe e visite mediche a giornate di lavoro vicino casa a una trasferta di 3 giorni in terra genovese. In casa ho cercato di migliorare la ricezione del segnale televisivo (in particolare RaiUno) ma ho finito per disturbare la ricezione del vicino installando un'antenna troppo "invasiva". Le soluzioni rimangono quella di accordarsi col vicino per centralizzare il palco antenne, quella di installare un sistema satellitare o quello di attendere il definitivo spegnimento dell'analogico in favore del digitale terrestre (cosa che, per il Lazio, è prevista per fine anno). Sarà anche una tecnologia morta, come la definisce Grillo, ma i suoi vantaggi in termini di qualità e affidabilità sono innegabili.
  • verso la fine della seconda di queste settimane (siamo a fine marzo), è sorto un impegno di lavoro breve (il solo lunedì mattina) proprio in quell'Aquila distrutta, esattamente una settimana dopo, da un terremoto devastante che ha fatto più di 200 vittime. Impegno che ha permesso a me e Jessy di passare un tranquillo weekend nella tranquilla cittadina abruzzese. Ricordo di aver letto, nelle locandine delle edicole, di lievi scosse sismiche rilevate nei giorni precedenti. Questo, unito alla vicenda di quel Giampaolo Giuliani che avrebbe previsto il sisma (anche se la cosa mi trova piuttosto scettico), mi da da pensare sul fatto che la tragedia fosse o meno prevedibile. Certo che, anche se la scossa era nell'aria, cosa avrebbero dovuto fare i cari cittadini abruzzesi? Trasferirsi in massa in zone meno a rischio in attesa di qualcosa che non si sa quando e come sarebbe arrivata? Con i terremoti ci si convive, lo fanno in California e lo fanno in Giappone. Occorre solo arrivare preparati agli eventi ... cosa che in questa Italia con le pezze al culo è fuori dal pensabile.
  • il 6 aprile, giorno del primo terremoto, già mi trovavo a Tallinn per questa che dovrebbe essere l'ultima settimana di impegno professionale in terra estone. Settimana che, a causa di un giorno di festività non previsto, finirà un giorno prima; sono quindi alla vigilia del mio rientro a casa, pronto a passare la pasqua nel più classico dei modi. Ma già la sera del lunedì di pasquetta si ripartirà; destinazione: di nuovo Genova.
P.S. la foto è tratta da www.guardian.co.uk, dove ogni tanto mi diletto a leggere cosa si dice all'estero del nostro malandato paese: significativo a riguardo questo articolo