lunedì, luglio 13, 2009

Ame d'Arabia

Ecco qui che finalmente trovo il tempo e la voglia di dedicarmi a questo mio blog e di postare le cronache dell'ultima avventura che mi ha visto, dal 30 maggio al 15 giugno (e dal 4 giugno in poi in compagnia di Jessy), in quel triangolo di sabbia che si affaccia sul golfo persico, curioso intreccio di modernità e tradizione, patria di lussi immondi e di stravaganze architettoniche non ingabbiate dalla umana necessità di contenere i costi. Ed ecco la breve ma lunga cronaca testuale:

al mio arrivo all'aeroporto di Dubai (volo Swiss Roma-Zurigo-Dubai), alle 22 inoltrate, mi accoglie una temperatura di circa 45 gradi che da subito mi fa boccheggiare. Ritiro l'auto (una sportivissima e bianchissima Toyota Corolla) e mi muovo subito in direzione Abu Dhabi (circa 120 i km di distanza tra le 2 città) ad una velocità mai superiore ai 120 km/h (il limite massimo sulle super controllate (dagli autovelox) autostrade). In realtà l'albergo si trova 20 km prima di Abu Dhabi, in una sorta di oasi circondata da deserto e autostrade. I giorni successivi sono di lavoro ma anche dedicati all'esplorazione di Abu Dhabi e a prendere familiarità con la circolazione stradale e le distanze.

Ma ecco che già giovedì arriva la prima novità; Jessy che arriva a Dubai per passare i prossimi 10 giorni con me. Il giorno dopo è già week-end: e lo passiamo esplorando più nel dettaglio la capitale degli Emirati (la zona della Corniche, la Marina, l'Heritage Village, Khalifa e Hamdan street...).
E' domenica e una nuova settimana inizia, durante la quale nella prima parte della giornata io lavoro e Jessy si gode il relax dell'hotel, mentre nella seconda parte ci ricongiungiamo e partiamo insieme sotto il cocente sole (nel frattempo, rispetto ai primi giorni, la temperatura si è abbassata di qualche grado) all'esplorazione delle zone vicine. Mercoledì partecipiamo a un desert safari organizzato da una locale agenzia di viaggi e ci divertiamo tra dune bashing (eccezionale), cammellate, shisha (comunemente noto in Italia con il nome di narghilè) e danze del ventre.

Giovedì, dopo aver chiuso con l'attività lavorativa lasciamo l'albergo; passeremo l'ultimo weekend a Dubai ma prima di fare ciò dirigiamo la nostra auto verso Al Ain. Siamo sempre nell'emirato di Abu Dhabi, ma nell'entroterra, al confine con il Sultanato dell'Oman. Ci troviamo di fronte a una città completamente diversa da Abu Dhabi e Dubai: nessun grattacielo o architettura bizzarra, strade larghe, spazi immensi e un mare di verde (strappato alle grinfie del deserto con fatica e tanta tanta acqua). Dopo aver visitato la città e lo zoo, al tramonto saliamo sui 1000 metri della vicina Jebel Hafeet, una montagna dalla singolare morfologia e dalla sommità della quale si gode di un ottimo panorama sul sottostante deserto (purtroppo offuscato dalle inevitabili particelle di sabbia sollevate dal vento). E' ormai buio e ci muoviamo finalmente in direzione Dubai.

Il weekend è interamente dedicato all'esplorazione della famosa città: Deira, Jumeirah Beach con il famigerato Burj Al Arab e il curioso Madinat Jumeirah, Downtown Burj Dubai con l'omonimo super grattacielo (il più alto del mondo con i suoi 818 metri - sarà finito entro quest'anno), l'immenso Dubai Mall (ovviamente il centro commerciale più grande del mondo), il Mall Of The Emirates e l'irrinunciabile visita allo Ski Dubai, per provare l'ebrezza di passare dai +41 gradi dell'esterno ai -2 gradi dell'interno.

Per concludere, una esperienza che può piacere o no, ma che lascia sicuramente qualcosa di indimenticabile e da l'opportunità di vedere panorami che nessun altro posto al mondo possiede. Via con lo slideshow.

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