venerdì, gennaio 30, 2009
giovedì, gennaio 29, 2009
Ame Mosaic
Nella rarefatta quiete del mio ufficio posso finalmente dare spazio alle varie curiosità scovate nel web e alle mie varie creazioni artigianali sviluppate durante questo lungo ultimo periodo di "cronache", festività natalizie e ancora "cronache".
Iniziamo con questo sito che consente di caricare una qualsiasi foto che viene successivamente elaborata e ricostruita utilizzando altre immagini, in quello che è un vero e proprio mosaico moderno. Da apprezzare sia la vista d'insieme, sia quella ingrandita al massimo livello di zoom che consente di entrare nei particolari delle varie immagini utilizzate.
In foto il risultato su un mio primo piano.
Pubblicato da Ame alle 12:30 PM 0 commenti
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mercoledì, gennaio 28, 2009
Goodbye Ankara (delayed)
Scrivo il post in ritardo perchè vicissitudini varie non mi hanno consentito di dedicarmi al blog, ma sabato scorso sono tornato in italia, con il solito precisissimo volo della Turkish Airlines che , in quasi 7 ore mi fa passare dal freddo della capitale al sole di Istanbul alla pioggia di Roma. Il venerdì Snake Pit mi ha salutato a suo modo, con un'ulteriore nevicata e un freddo gelido che ne faceva presagire altre durante la notte. Per il momento il capitolo Turchia è archiviato, ma non passerà molto tempo prima che diffonda nuovamente nell'aria il suo richiamo.
Pubblicato da Ame alle 12:05 PM 0 commenti
Etichette: Cronache
mercoledì, gennaio 21, 2009
Nuove cronache dall'Anatolia - giorni 6, 7 e 8
OVVERO: dentro e fuori dal tunnelLa neve su per la fossa dei serpenti è ormai talmente tanta da non rischiare il minimo scioglimento nonostante le giornate comunque solari, e la cosa provoca diversi inconvenienti. Lunedì mattina ho vissuto il momento finora più divertente dell'intera avventura (anche se in tal senso sono da non dimenticare le macchiette con il ristoratore di domenica sera e i suoi maldestri tentativi di parlare inglese...): nonostante la neve lanciamo la nostra Punto verso la vetta, ma poco dopo siamo costretti a fermarci per montare le catene: e già quì si consuma una scena dal sapore più che comico causata dai nostri tentativi di fissare le scarsissime catene date in dotazione dall'Avis. Ripartiamo e le catene sembrano reggere, ma quando arriviamo a circa 1 km dall'arrivo la strada scompare totalmente sotto il manto bianco che si fa talmente alto da cozzare contro il frontale dell'auto; diamo gas facendo un ultimo tentativo per superare il tratto critico ma il risultato è lo sganciamento della catena di sinistra: i 40 minuti seguenti ci vedono nel gelido freddo della montagna, con piedi e caviglie affondate nella neve, a cercare di trovare la giusta strategia per vincere la comica sfida, ma la neve vince e così decidiamo di provare con la retro-marcia. La catena è ormai un groviglio, ma con un vero lavoro di squadra riusciamo a districare il veicolo e, con un testa-coda degno dei migliori stunt-man, a ruotare il veicolo nella direzione del ritorno. Torniamo a valle in modalità rally-su-neve (divertentissimo), parcheggiamo l'auto e prendiamo un autobus militare che fortunatamente stava per intraprendere il tragitto, che percorre con successo sebbene non senza problemi.
Il martedì puntiamo direttamente a salire sull'autobus, ma durante la notte deve esserci stata una nuova nevicata perchè la neve è ancora più alta, e anche l'autobus si blocca; neanche un intero plotone di soldatini che spinge riesce a schiodarlo dalla trappola di neve: il risultato è che percorriamo l'ultimo km a piedi nella neve alta, per poi scoprire che ci tocca percorrere anche il tunnel a piedi perchè non ci sono trenini. Arrivo sul posto che sono stremato, e la giornata lavorativa deve ancora iniziare!!!
Per il resto le giornate si susseguono dentro e fuori dal tunnel, tra amare e acide considerazioni sui miei superiori, divertenti serate in compagnia del team e preoccupate riflessioni su alcune situazioni familiari.
Il martedì puntiamo direttamente a salire sull'autobus, ma durante la notte deve esserci stata una nuova nevicata perchè la neve è ancora più alta, e anche l'autobus si blocca; neanche un intero plotone di soldatini che spinge riesce a schiodarlo dalla trappola di neve: il risultato è che percorriamo l'ultimo km a piedi nella neve alta, per poi scoprire che ci tocca percorrere anche il tunnel a piedi perchè non ci sono trenini. Arrivo sul posto che sono stremato, e la giornata lavorativa deve ancora iniziare!!!
Per il resto le giornate si susseguono dentro e fuori dal tunnel, tra amare e acide considerazioni sui miei superiori, divertenti serate in compagnia del team e preoccupate riflessioni su alcune situazioni familiari.
Pubblicato da Ame alle 11:45 PM 0 commenti
Etichette: Cronache
domenica, gennaio 18, 2009
Nuove cronache dall'Anatolia - giorno 5
OVVERO: domenica turka
E' domenica, nonostante il freddo splende il sole e così il TEAM decide di dedicarsi ad attività da turisti: la mattina inizia, ovviamente, con calma, e ci vede per la prima parte in giro per il caotico centro di Ankara: qui, anche se è domenica, la maggior parte dei negozi sono aperti e una moltitudine di persone si riversa per i marciapiedi entrando e uscendo da negozi, bar, fast food...
Tra chi è in cerca di musica pop turca, chi deve farsi ripristinare il suo communicator inchiodato e chi semplicemente si aggira per i vari negozi cercando di fiutare il vero affare, la mattinata vola via. Pranziamo così in un tipico fast food turco che propone panini con doner kebab e ci rimettiamo in moviemento, ma la temperatura (complice, forse, la digestione) sembra ancora più rigida e così poco dopo decidiamo di rifugiarci in un tipico bar turco dove sorseggiamo un tipico tè turco e fumiamo un tipico narghilè alla fragola (vedi foto). Tra una chiacchierata e un'altra il tempo vola, e quando usciamo dal bar le ore 16 sono passate da un pezzo.
Raggiungiamo di nuovo la macchina e ci mettiamo alla ricerca della fantomatica "città vecchia": fantomatica perchè più e più volte ne abbiamo sentito parlare ma non ne abbiamo mai visto traccia; eppure con la topografia della città abbiamo ormai una certa confidenza. A tale proposito in mattinata avevamo chiesto in albergo e la zona ci era stata segnala sulla cartina, ma allo stesso modo ci era stato consigliato di non andare in quanto "non c'era nulla di interessante". Impavidi, ci muoviamo lungo la Ataturk bulvari fino al punto in cui decidiamo di girare. E lì, percorso poco più di un kilometro, scopriamo finalmente l'ubicazione della città vecchia: sulla sinistra, il panorama si apre su 2 colline completamente ricoperte di vecchie case in quelle che sembrano essere delle simil-favelas, mentre di fronte a noi, in alto, appare un muro di cinta di quella che sembra essere una sorta di cittadella. La raggiungiamo, parcheggiamo con l'ausilio di un baby-parcheggiatore e ci dirigiamo all'interno di essa: la realtà che ci circonda è completamente diversa dai moderni scenari di Ankara a cui siamo soliti. I negozi eleganti lasciano il posto a negozi di cianfrusaglie in bronzo, ceramiche, spezie, robivecchi e osterie, e tutt'intorno ci sono tracce evidenti di povertà e squallore. La situazione non sembra critica dal punto di vista della sicurezza, ma decidiamo comunque, dopo aver ammirato un paio di bei panorami sull'intera città, di non farci sorprendere dal buio all'interno della cittadella. Tornando indietro, vicino al posteggio troviamo un Museo della Cultura e decidiamo di visitarlo: a suo modo, interessante.
Si ritorna in albergo per un paio d'ore di relax, e quindi ci muoviamo di nuovo in direzione del centro per la cena: troviamo un tipico ristorante turco che ci propone una tipica cena turca con antipasto a base di yogurt, carne cruda e verdure e un piatto principale di carne e verdure spaventosamente abbondante: pollo, agnello, montone, peperoncini verdi, melanzane, pomodori, riso... il tutto accompagnato da sproporzionate focacce dimensione "federa di cuscino". In sostanza, durante la notte rischio la detonazione: speriamo di recuperare l'equilibrio intestinale prima di domani, per evitare spiacevoli inconvenienti sul luogo di lavoro :-D
Tra chi è in cerca di musica pop turca, chi deve farsi ripristinare il suo communicator inchiodato e chi semplicemente si aggira per i vari negozi cercando di fiutare il vero affare, la mattinata vola via. Pranziamo così in un tipico fast food turco che propone panini con doner kebab e ci rimettiamo in moviemento, ma la temperatura (complice, forse, la digestione) sembra ancora più rigida e così poco dopo decidiamo di rifugiarci in un tipico bar turco dove sorseggiamo un tipico tè turco e fumiamo un tipico narghilè alla fragola (vedi foto). Tra una chiacchierata e un'altra il tempo vola, e quando usciamo dal bar le ore 16 sono passate da un pezzo.
Raggiungiamo di nuovo la macchina e ci mettiamo alla ricerca della fantomatica "città vecchia": fantomatica perchè più e più volte ne abbiamo sentito parlare ma non ne abbiamo mai visto traccia; eppure con la topografia della città abbiamo ormai una certa confidenza. A tale proposito in mattinata avevamo chiesto in albergo e la zona ci era stata segnala sulla cartina, ma allo stesso modo ci era stato consigliato di non andare in quanto "non c'era nulla di interessante". Impavidi, ci muoviamo lungo la Ataturk bulvari fino al punto in cui decidiamo di girare. E lì, percorso poco più di un kilometro, scopriamo finalmente l'ubicazione della città vecchia: sulla sinistra, il panorama si apre su 2 colline completamente ricoperte di vecchie case in quelle che sembrano essere delle simil-favelas, mentre di fronte a noi, in alto, appare un muro di cinta di quella che sembra essere una sorta di cittadella. La raggiungiamo, parcheggiamo con l'ausilio di un baby-parcheggiatore e ci dirigiamo all'interno di essa: la realtà che ci circonda è completamente diversa dai moderni scenari di Ankara a cui siamo soliti. I negozi eleganti lasciano il posto a negozi di cianfrusaglie in bronzo, ceramiche, spezie, robivecchi e osterie, e tutt'intorno ci sono tracce evidenti di povertà e squallore. La situazione non sembra critica dal punto di vista della sicurezza, ma decidiamo comunque, dopo aver ammirato un paio di bei panorami sull'intera città, di non farci sorprendere dal buio all'interno della cittadella. Tornando indietro, vicino al posteggio troviamo un Museo della Cultura e decidiamo di visitarlo: a suo modo, interessante.
Si ritorna in albergo per un paio d'ore di relax, e quindi ci muoviamo di nuovo in direzione del centro per la cena: troviamo un tipico ristorante turco che ci propone una tipica cena turca con antipasto a base di yogurt, carne cruda e verdure e un piatto principale di carne e verdure spaventosamente abbondante: pollo, agnello, montone, peperoncini verdi, melanzane, pomodori, riso... il tutto accompagnato da sproporzionate focacce dimensione "federa di cuscino". In sostanza, durante la notte rischio la detonazione: speriamo di recuperare l'equilibrio intestinale prima di domani, per evitare spiacevoli inconvenienti sul luogo di lavoro :-D
Pubblicato da Ame alle 10:23 PM 3 commenti
Etichette: Cronache
sabato, gennaio 17, 2009
Nuove cronache dall'Anatolia - giorni 3 e 4
OVVERO: neveDopo essere sopravvissuti ad uno stressante ordinario venerdì di lavoro (il cliente è veramente ostico e "pesante"), lo scenario che ci si presenta all'uscita dal tunnel è il preludio alla giornata seguente: oltre alla neve già depositata da giorni c'è una fitta nebbia che fa tuttuno con il bianco del terreno, mentre la strada si è trasformata in un misto di neve e fango che non rende comunque troppo difficile la discesa.
Decidiamo di lavorare anche il sabato e ci avviamo quindi sulla solita strada che da Ankara porta verso Elmadag: mentre ci avviciniamo, le dolci colline anatoliche sembrano pezzi di pandoro spolverati con zucchero a velo; ed infatti appena iniziamo a salire verso la nostra montagna capiamo subito che la neve sarà un problema; ci fermiamo a montare le catene ma, a causa della scarsa qualità delle stesse o della nostra scarsa familiarità con il montaggio, si sganciano continuamente costringendoci a continue soste (durante le quali ne approfitto per scattare e farmi scattare qualche foto, vedi sopra). Dopo la terza sosta decidiamo di desistere e ce ne torniamo indietro, proprio mentre inizia a nevicare abbondantemente, cosa che rende la nostra scelta ancora più saggia.
Per pranzare scegliamo un ristorante che ci è già noto lungo l'autostrada: è una classica lokanta turca dove contiamo di mangiare un buon Adana Kebab e dove, forse a causa del fatto che è sabato, non ci sono altri ospiti al di fuori di noi. Di conseguenza il menu non è vario: non c'è Adana Kebab e ci accontentiamo di un Doner Kebab che, a detta del locandiere, doveva essere di pollo, in quanto l'unico disponibile, ma che alla vista e al gusto sembra essere di agnello; tutt'altro che eccezionale e difficile da digerire (lo sento ancora adesso andare su e giù per lo stomaco). In compenso ci portano uno yogurt che è semplicemente de-li-zio-so; dovete sapere che yogurt è una invenzione e una parola di origine turca, un po' come la nostra pizza. In Turchia è un prodotto completamente naturale che si trova spesso a tavola, per guarnire piatti di carne o verdure o come antipasto, quasi in forma di formaggio spalmabile. Lo si trova anche da bere, allungato con acqua. Il locale è freddo e pieno di fumo (non di sigaretta ma dell'enorme barbeque e delle varie stufe a legna disseminate per i 2 piani), mentre fuori continua a nevicare; il pranzo ovviamente ci costa pochissimo. Ce ne torniamo in albergo per un po' di relax pomeridiano. La serata scivola via piacevolmente tra un giro di shopping, una cena italiota e una bella passeggiata in notturna nel centro di Ankara, dove ne approfitto per comprare un paio di guanti da un venditore ambulante spendendo l'irrisoria cifra di 3 lire turche.
Decidiamo di lavorare anche il sabato e ci avviamo quindi sulla solita strada che da Ankara porta verso Elmadag: mentre ci avviciniamo, le dolci colline anatoliche sembrano pezzi di pandoro spolverati con zucchero a velo; ed infatti appena iniziamo a salire verso la nostra montagna capiamo subito che la neve sarà un problema; ci fermiamo a montare le catene ma, a causa della scarsa qualità delle stesse o della nostra scarsa familiarità con il montaggio, si sganciano continuamente costringendoci a continue soste (durante le quali ne approfitto per scattare e farmi scattare qualche foto, vedi sopra). Dopo la terza sosta decidiamo di desistere e ce ne torniamo indietro, proprio mentre inizia a nevicare abbondantemente, cosa che rende la nostra scelta ancora più saggia.
Per pranzare scegliamo un ristorante che ci è già noto lungo l'autostrada: è una classica lokanta turca dove contiamo di mangiare un buon Adana Kebab e dove, forse a causa del fatto che è sabato, non ci sono altri ospiti al di fuori di noi. Di conseguenza il menu non è vario: non c'è Adana Kebab e ci accontentiamo di un Doner Kebab che, a detta del locandiere, doveva essere di pollo, in quanto l'unico disponibile, ma che alla vista e al gusto sembra essere di agnello; tutt'altro che eccezionale e difficile da digerire (lo sento ancora adesso andare su e giù per lo stomaco). In compenso ci portano uno yogurt che è semplicemente de-li-zio-so; dovete sapere che yogurt è una invenzione e una parola di origine turca, un po' come la nostra pizza. In Turchia è un prodotto completamente naturale che si trova spesso a tavola, per guarnire piatti di carne o verdure o come antipasto, quasi in forma di formaggio spalmabile. Lo si trova anche da bere, allungato con acqua. Il locale è freddo e pieno di fumo (non di sigaretta ma dell'enorme barbeque e delle varie stufe a legna disseminate per i 2 piani), mentre fuori continua a nevicare; il pranzo ovviamente ci costa pochissimo. Ce ne torniamo in albergo per un po' di relax pomeridiano. La serata scivola via piacevolmente tra un giro di shopping, una cena italiota e una bella passeggiata in notturna nel centro di Ankara, dove ne approfitto per comprare un paio di guanti da un venditore ambulante spendendo l'irrisoria cifra di 3 lire turche.
Pubblicato da Ame alle 11:49 PM 0 commenti
Etichette: Cronache
giovedì, gennaio 15, 2009
Nuove cronache dall'Anatolia - giorno 2
OVVERO: Adana Kebab
Questo che vedete qui sopra è come mi si è presentata questa mattina "la fossa dei serpenti". Innevata di bianco e con il sole splendente nel cielo limpido. Lo scenario si prestava a diversi scatti suggestivi che purtroppo non potevo rischiare di fare, mi sono limitato quindi a "rubare" lo scatto che vedete quì sopra durante la pausa pranzo. Pausa pranzo che si è eccezionalmente svolta all'esterno del bunker, dove i cari amici turchi hanno organizzato un barbeque a base di Adana Kebab. Scopro così che si tratta di una sorta di polpetta allungata di carne e spezie (molto piccante) infilzata su spiedini simili a piccole spade e cucinata sulla brace, quindi servita sulla solita piadina insieme a verdure di vario tipo: veramente eccellente. Non altrettanto posso dire delle verdi polpette che ne dividevano lo spazio sul barbeque e del solito yogurth usato come bevanda principale...
Pubblicato da Ame alle 10:51 PM 0 commenti
Etichette: Cronache
mercoledì, gennaio 14, 2009
Back in Ankara
I sequel delle mie avventure in trasferta si susseguono ormai più velocemente della saga cinematografica di SAW; e quindi, in maniera non troppo entusiastica, eccomi qui, di nuovo in Turchia e di nuovo ad Ankara. Le prime novità di questo mio ritorno riguardano il clima: si, è ancora abbastanza freddo, ma molto meno rispetto alle gelide giornate avute in Dicembre. Vedremo domani che aria tira sulle montagne. Per oggi da raccontare ci sarebbe solo il volo, peraltro impeccabile come sempre (la compagnia aerea è la Turkish Airlines), quindi vi rimando ai prossimi post di questo secondo atteso capitolo delle mie avventure anatoliche :-D
P.S. la foto, di repertorio, è tratta dal primo capitolo delle cronache anatoliche. La torre che svetta oltre i tetti delle altre case è lo Sheraton Hotel.
P.S. la foto, di repertorio, è tratta dal primo capitolo delle cronache anatoliche. La torre che svetta oltre i tetti delle altre case è lo Sheraton Hotel.
Pubblicato da Ame alle 9:57 PM 0 commenti
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