E' passato un mese esatto da quando ho scritto l'ultimo post; un mese e mi trovo ancora (anzi, di nuovo) a Tallinn. Non che sia rimasto tutto il tempo qui: anzi in un mese ce ne sono stati di avvenimenti .... schegge impazzite di una vita sempre più intensa in un mondo sempre più strano.
- nelle due settimane successive al mio rientro dall'Estonia (13 marzo), ho alternato giornate di faccende casalinghe e visite mediche a giornate di lavoro vicino casa a una trasferta di 3 giorni in terra genovese. In casa ho cercato di migliorare la ricezione del segnale televisivo (in particolare RaiUno) ma ho finito per disturbare la ricezione del vicino installando un'antenna troppo "invasiva". Le soluzioni rimangono quella di accordarsi col vicino per centralizzare il palco antenne, quella di installare un sistema satellitare o quello di attendere il definitivo spegnimento dell'analogico in favore del digitale terrestre (cosa che, per il Lazio, è prevista per fine anno). Sarà anche una tecnologia morta, come la definisce Grillo, ma i suoi vantaggi in termini di qualità e affidabilità sono innegabili.
- verso la fine della seconda di queste settimane (siamo a fine marzo), è sorto un impegno di lavoro breve (il solo lunedì mattina) proprio in quell'Aquila distrutta, esattamente una settimana dopo, da un terremoto devastante che ha fatto più di 200 vittime. Impegno che ha permesso a me e Jessy di passare un tranquillo weekend nella tranquilla cittadina abruzzese. Ricordo di aver letto, nelle locandine delle edicole, di lievi scosse sismiche rilevate nei giorni precedenti. Questo, unito alla vicenda di quel Giampaolo Giuliani che avrebbe previsto il sisma (anche se la cosa mi trova piuttosto scettico), mi da da pensare sul fatto che la tragedia fosse o meno prevedibile. Certo che, anche se la scossa era nell'aria, cosa avrebbero dovuto fare i cari cittadini abruzzesi? Trasferirsi in massa in zone meno a rischio in attesa di qualcosa che non si sa quando e come sarebbe arrivata? Con i terremoti ci si convive, lo fanno in California e lo fanno in Giappone. Occorre solo arrivare preparati agli eventi ... cosa che in questa Italia con le pezze al culo è fuori dal pensabile.
- il 6 aprile, giorno del primo terremoto, già mi trovavo a Tallinn per questa che dovrebbe essere l'ultima settimana di impegno professionale in terra estone. Settimana che, a causa di un giorno di festività non previsto, finirà un giorno prima; sono quindi alla vigilia del mio rientro a casa, pronto a passare la pasqua nel più classico dei modi. Ma già la sera del lunedì di pasquetta si ripartirà; destinazione: di nuovo Genova.
P.S. la foto è tratta da www.guardian.co.uk, dove ogni tanto mi diletto a leggere cosa si dice all'estero del nostro malandato paese: significativo a riguardo questo articolo
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