OVVERO: the last weekend
Per l'ultimo weekend portoghese non ho lasciato spazi a tentennamenti (ho abbandonato quindi Topoggiggio a se stesso), e ho vissuto 2 giornate piene di attività, camminate, km percorsi in auto. Entrambe le giornate sono partite con calma, con una bella colazione delle 10.30 per poi mettersi alla guida.
La prima meta di ieri è stata Belém, già percorsa in lungo (dalla Torre fino alla base del ponte 25 Aprile e indietro) qualche giorno fa, ma non in largo. L'occasione era allora buona per una visita al Mosteiro dos Jerónimos, per rimarcare la già abbondante colazione con un paio di squisite pastéis do Belém, e per una piacevole passeggiata nei pressi del Padrão dos Descobrimentos (monumento delle scoperte). La seconda tappa della giornata è a favore dello shopping, presso il colossale Centro Commerciale Colombo; talmente grande da non riuscire ad individuarne la fine. Giro di negozio in negozio ma non trovo quello che stavo cercando, ovvero l'Official Shop del Benfica. Nulla di preoccupante, applico il piano B: esco dal centro commerciale ed entro nell'antistante Estadio da Luz, stadio del Benfica, dove trovo ciò che cercavo oltre ad altri negozi in quello che è a tutti gli effetti un piccolo centro commerciale. Fatti gli acquisti "sportivi", torno nell'altro centro e mi dedico agli acquisti alimentari: caffè Delta (la migliore marca qui in Portogallo, ho sentito dire) e una bottiglia di porto! E' già pomeriggio inoltrato e penso di completare la giornata tornando al Parque Das Nações per un giro più approfondito, cosa che non mi è stata possibile il giorno prima causa Topoggiggio. Torno in albergo stremato che sono già le 22.30.
Oggi al solito orario punto la macchina in direzione est: la destinazione è la cittadina di Evora, nella regione dell'Alto Alentejo - la distanza da coprire è di circa 130 km. Trattasi di una cittadina medievale perfettamente conservata, con testimonianze perfino dell'epoca romana (tempio e terme). Il tempo è estremamente variabile, e mi costringe per lunghi tratti a passare di portico in portico per evitare la pioggia. Giro in lungo e in largo per tutto ciò che è contenuto all'interno delle mura di cinta; particolarmente affascinanti la Sé (Cattedrale) con il suo chiostro e la Igreja de São Francisco con l'adiacente tetra Capela dos Ossos, le cui pareti e colonne sono rivestite appunto di ossa e teschi raccolte dai francescani negli affollati cimiteri delle chiese. All'ingresso della cappella si può leggere la scritta "Nos Ossos Que Aqui Estamos Pelos Vossos Esperamos", ovvero "Noi ossa che qui riposiamo, aspettiamo le vostre". C'è una sostanziale pace per le strade, poi constato che molti degli abitanti si sono riuniti nei pressi del Tempio Romano dove è posizionato l'arrivo di una gara ciclistica (la Vuelta do Alentejo).
Sono circa le 17 e riparto sulla via del ritorno; a circa metà strada svolto però verso la cittadina di Setùbal, sulla costa meridionale della penisola omonima. Mi fermo per un giro che non mi lascia particolarmente soddisfatto, riparto quindi subito per Sesimbra, una trentina di km più a ovest, sempre sulla costa. La guida me la descriveva come un tranquillo villaggio di pescatori, oggi popolare località balneare; effettivamente lo squarcio di paese che si affaccia sull'oceano è suggestivo, peccato che girato l'angolo si scoprono le tonnellate di cemento del "Sesimbra Hotel & Spa" che occupano il resto del versante. Mah.
Torno alla mia auto che sono quasi le 20, e il sole sta rapidamente tramontando. Faccio allora una corsa fino all'estremo sud-occidentale della penisola, cioè a Cabo Espichel. E ne vale la pena. Oltre a me ci sono solo 2 coppiette e un'altro solitario fotografo. Nelle vicinanze un santuario piuttosto diroccato, in lontananza il faro, e tutto intorno la scogliera sull'oceano. Sono quasi le 21 quando riparto e ancora una cinquantina di km mi separano da Carcavelos; al mio arrivo una rapida cena firmata McDonald's prima di tornare in albergo. Allo slideshow il compito di completare e terminare il post.
La prima meta di ieri è stata Belém, già percorsa in lungo (dalla Torre fino alla base del ponte 25 Aprile e indietro) qualche giorno fa, ma non in largo. L'occasione era allora buona per una visita al Mosteiro dos Jerónimos, per rimarcare la già abbondante colazione con un paio di squisite pastéis do Belém, e per una piacevole passeggiata nei pressi del Padrão dos Descobrimentos (monumento delle scoperte). La seconda tappa della giornata è a favore dello shopping, presso il colossale Centro Commerciale Colombo; talmente grande da non riuscire ad individuarne la fine. Giro di negozio in negozio ma non trovo quello che stavo cercando, ovvero l'Official Shop del Benfica. Nulla di preoccupante, applico il piano B: esco dal centro commerciale ed entro nell'antistante Estadio da Luz, stadio del Benfica, dove trovo ciò che cercavo oltre ad altri negozi in quello che è a tutti gli effetti un piccolo centro commerciale. Fatti gli acquisti "sportivi", torno nell'altro centro e mi dedico agli acquisti alimentari: caffè Delta (la migliore marca qui in Portogallo, ho sentito dire) e una bottiglia di porto! E' già pomeriggio inoltrato e penso di completare la giornata tornando al Parque Das Nações per un giro più approfondito, cosa che non mi è stata possibile il giorno prima causa Topoggiggio. Torno in albergo stremato che sono già le 22.30.
Oggi al solito orario punto la macchina in direzione est: la destinazione è la cittadina di Evora, nella regione dell'Alto Alentejo - la distanza da coprire è di circa 130 km. Trattasi di una cittadina medievale perfettamente conservata, con testimonianze perfino dell'epoca romana (tempio e terme). Il tempo è estremamente variabile, e mi costringe per lunghi tratti a passare di portico in portico per evitare la pioggia. Giro in lungo e in largo per tutto ciò che è contenuto all'interno delle mura di cinta; particolarmente affascinanti la Sé (Cattedrale) con il suo chiostro e la Igreja de São Francisco con l'adiacente tetra Capela dos Ossos, le cui pareti e colonne sono rivestite appunto di ossa e teschi raccolte dai francescani negli affollati cimiteri delle chiese. All'ingresso della cappella si può leggere la scritta "Nos Ossos Que Aqui Estamos Pelos Vossos Esperamos", ovvero "Noi ossa che qui riposiamo, aspettiamo le vostre". C'è una sostanziale pace per le strade, poi constato che molti degli abitanti si sono riuniti nei pressi del Tempio Romano dove è posizionato l'arrivo di una gara ciclistica (la Vuelta do Alentejo).
Sono circa le 17 e riparto sulla via del ritorno; a circa metà strada svolto però verso la cittadina di Setùbal, sulla costa meridionale della penisola omonima. Mi fermo per un giro che non mi lascia particolarmente soddisfatto, riparto quindi subito per Sesimbra, una trentina di km più a ovest, sempre sulla costa. La guida me la descriveva come un tranquillo villaggio di pescatori, oggi popolare località balneare; effettivamente lo squarcio di paese che si affaccia sull'oceano è suggestivo, peccato che girato l'angolo si scoprono le tonnellate di cemento del "Sesimbra Hotel & Spa" che occupano il resto del versante. Mah.
Torno alla mia auto che sono quasi le 20, e il sole sta rapidamente tramontando. Faccio allora una corsa fino all'estremo sud-occidentale della penisola, cioè a Cabo Espichel. E ne vale la pena. Oltre a me ci sono solo 2 coppiette e un'altro solitario fotografo. Nelle vicinanze un santuario piuttosto diroccato, in lontananza il faro, e tutto intorno la scogliera sull'oceano. Sono quasi le 21 quando riparto e ancora una cinquantina di km mi separano da Carcavelos; al mio arrivo una rapida cena firmata McDonald's prima di tornare in albergo. Allo slideshow il compito di completare e terminare il post.
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