OVVERO: saudade
Giorno praticamente semifestivo, così il pomeriggio rimane a mia completa disposizione. Accompagnato (i.e. ostacolato) da quell'autentico peso di Topoggiggio (più che un uomo di 42 anni, un bimbo - mangia dorme e si stanca subito), unico superstite momentaneo (per fortuna) della combriccola italiana, alle 15 mi muovo dall'albergo in direzione Almada, al di la del ponte 25 do Abril, per salire lì dove il Cristo Rei veglia sull'intera Lisbona. Tale scultura, a quanto riporta la stessa targhetta informativa nel santuario, si ispira non troppo liberamente al ben più famoso Cristo Redentore di Rio de Janeiro, e fu realizzato in segno di ringraziamento per aver risparmiato al Portogallo gli orrori della 2a Guerra Mondiale. Il vento è fortissimo, il panorama che si gode dalla base del colosso è fantastico, la foto scattata (vedi sopra) è un classico da cartolina. Causa mancanza dell'elettricità non si può prendere l'ascensore che porta sulla sommità del Cristo Rei. Pazienza.
Riparto da Almada settando il navigatore satellitare sulla destinazione Parque Das Nações, per dare uno sguardo alla Lisbona moderna. Tutta la zona del Parco fu costruita in occasione dell'Expò 98 da famosi architetti come quel Calatrava che già mi aveva stupito con la Ciudad de las Artes y las Ciencias in quel di Valencia, e si trova sulla sponda del Rio Tejo li dove l'altro grande ponte di Lisbona, il ponte Vasco de Gama, parte per perdersi all'orizzonte in virtu dei suoi 17 km di lunghezza. L'occasione è buona per una visita all'Oceanario, tra pesci di ogni tipo e atmosfere rilassanti. Qualche altro giro tra le strane costruzioni del Parco e noto che Topoggiggio inizia a dare segni di stanchezza e cedimento: è ora di riaccompagnare il pupetto in albergo. La sera mi ritrovo solo, a percorrere in auto il litorale tra Oieras e Cascais, particolarmente congestionato dalla presenza a Carcavelos di una gara di motocross, alla ricerca di un posto dove consumare una rapida cena. Una breve passeggiata e mi ritrovo ad osservare l'oceano, colto da qualcosa di simile a quel tipico sentimento portoghese chiamato saudade.
Bom fin semana a tutti.
Riparto da Almada settando il navigatore satellitare sulla destinazione Parque Das Nações, per dare uno sguardo alla Lisbona moderna. Tutta la zona del Parco fu costruita in occasione dell'Expò 98 da famosi architetti come quel Calatrava che già mi aveva stupito con la Ciudad de las Artes y las Ciencias in quel di Valencia, e si trova sulla sponda del Rio Tejo li dove l'altro grande ponte di Lisbona, il ponte Vasco de Gama, parte per perdersi all'orizzonte in virtu dei suoi 17 km di lunghezza. L'occasione è buona per una visita all'Oceanario, tra pesci di ogni tipo e atmosfere rilassanti. Qualche altro giro tra le strane costruzioni del Parco e noto che Topoggiggio inizia a dare segni di stanchezza e cedimento: è ora di riaccompagnare il pupetto in albergo. La sera mi ritrovo solo, a percorrere in auto il litorale tra Oieras e Cascais, particolarmente congestionato dalla presenza a Carcavelos di una gara di motocross, alla ricerca di un posto dove consumare una rapida cena. Una breve passeggiata e mi ritrovo ad osservare l'oceano, colto da qualcosa di simile a quel tipico sentimento portoghese chiamato saudade.
Bom fin semana a tutti.
Nessun commento:
Posta un commento