mercoledì, marzo 26, 2008

Cronache dal Portogallo - giorno 2

OVVERO, jogging by the ocean

La prima giornata lavorativa è iniziata in tutta calma ed è proseguita senza eccessivi scossoni; le lezioni si svolgono presso il centro gestionale dei fari marittimi della Marina portoghese, ad Oeiras. Un posto tranquillo e gradevole, affacciato su una baia artificiale lì dove il Rio Tejo (il fiume che fiancheggia Lisbona) si allarga a dismisura prima di confondersi col mare. Di fronte ci sono le colline di Costa da Caparica e sullo sfondo si staglia il lungo ponte "25 do Abril" (ma il più lontano ponte "Vasco De Gama" è molto più lungo) e sulla sua destra il monumento al "Cristo Rei". Di fianco all'aula dove si svolgono le lezioni c'è una sala allestita a museo di fari, che gli addetti alla riparazione e "lucidatura" degli stessi ci aprono e mettono in funzione permettendoci di visitarlo durante una delle pause della giornata. Veramente interessante e ben realizzato. Il pranzo è composto da quello che mi dicono essere un piatto tipico del nord del paese: una sorta di stufato con un po' di tutto, pezzi di carne, fette di salame, riso, quello che sembra essere sanguinaccio ed altro.

Alle 17.10 sono di nuovo in albergo e alle 17.30 sono già pronto, in tenuta ginnica, per un po' di jogging di fianco all'oceano, su una Marginal (litoranea) un po' troppo trafficata. Resisto 17 minuti netti, dopo i quali mi ritrovo il cuore a mille, la milza in gola e la lingua sotto i piedi. Nei successivi 5 minuti il "jogging" si trasforma in "walking". Proseguo poi alternando momenti di corsa a momenti di recupero. Dopo circa un'ora sono di nuovo in albergo, e la sera, in auto in direzione Cascais, avrò la possibilità di calcolare che i km percorsi alla fine sono circa 8. Yes!

La cena a Cascais è in un tipico e appartato ristorante portoghese. Mangio pesce spada, che sembra molto diverso da quello che sono solito mangiare in Italia: l'esperto di pesca che è con me mi spiega che si tratta di un'altro tipo di pesce, il cui nome ho già dimenticato. Il piatto è comunque gustoso, e il vino bianco dell'Alentejo che lo accompagnia lo è altrettanto. Concludo con una mousse al cioccolato e spendo circa 15 euro: un'altra storia rispetto alla batosta pecunaria rimediata ieri.

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