OVVERO, Sintra e dintorni.
Dopo l'abbondante colazione delle 10:30, in compagnia di Topoggiggio si parte in direzione ovest e quindi nord, lungo la costa. Ora, è necessario sapere che il nostro Topoggiggio è un'appassionato di surf e di onde e quindi questo nostro viaggio di oggi è in parte stato, per lui, un ritornare coi ricordi ad una vacanza nel passato proprio da queste parti; la passione è talmente tanta che quasi finisce per calamitare tutti i suoi discorsi durante i tragitti in auto...
La prima sosta (nei pressi della spiaggia del Guincho) è stata proprio per osservare lo stato del mare e verificare la presenza di surfisti - questo ovviamente per Topoggiggio, per me è stata una buona occasione per scattare un po' di foto. Ripartiamo in direzione nord alla volta di Cabo da Roca, ovvero il punto più ad ovest del continente europeo (come ricorda una lapide sul posto); trattasi di una scogliera a picco sull'oceano, con tanto di faro datato milleottocento-e-qualcosa. Panorami mozzafiato e tanto tanto vento. Dopo una accurata visita e altre foto ripartiamo ancora.
La prossima destinazione è Sintra, un paesino immerso nel verde dei boschi montani ad est di Cabo da Roca, famosa per i suoi palazzi e castelli che costituiscono una delle attrattive più tipiche del Portogallo. Ci fermiamo così prima a visitare il Palácio National, la cui cosa più curiosa è costituita dai 2 giganteschi camini bianchi della cucina. Dopo 2 passi per i vicoli circostanti, ci inerpichiamo di nuovo, in auto (!), verso il cucuzzolo della montagna, con le rovine del Castelo Dos Mouros e lo stravagante Palácio Nacional da Pena, residenza del re per svariati anni, dove le foto scattate sono tantissime.
Si riparte di nuovo in direzione del mare, verso Ericeira, il posto migliore in Europa per gli appassionati di surf, ed inizia il viaggio personale di Topoggiggio tra le baie e le spiagge della sua vacanza passata. Gli scenari sono comunque degni di più di qualche foto, e lo spettacolo è arricchito dalla forza del mare che in questa parte della costa è veramente notevole (anche se - Topoggiggio docet - non erano le onde giuste per surfare, ed infatti non c'è traccia di tavole in mare). Sono le 17 e Topoggiggio, soddisfatti i suoi bisogni nostalgici, si ritrova improvvisamente affamato (non avevamo ancora pranzato): gli suggerisco di tamponare con un panino per poi cenare la sera, ma in preda ad un raptus intestinale mi trascina in un ristorante dove, nonostante l'ora, ci servono un abbondate risotto alla pescatora e un'altrettanto abbondante piatto di gamberi in salsa "non meglio compresa" ma comunque squisita.
La prima sosta (nei pressi della spiaggia del Guincho) è stata proprio per osservare lo stato del mare e verificare la presenza di surfisti - questo ovviamente per Topoggiggio, per me è stata una buona occasione per scattare un po' di foto. Ripartiamo in direzione nord alla volta di Cabo da Roca, ovvero il punto più ad ovest del continente europeo (come ricorda una lapide sul posto); trattasi di una scogliera a picco sull'oceano, con tanto di faro datato milleottocento-e-qualcosa. Panorami mozzafiato e tanto tanto vento. Dopo una accurata visita e altre foto ripartiamo ancora.
La prossima destinazione è Sintra, un paesino immerso nel verde dei boschi montani ad est di Cabo da Roca, famosa per i suoi palazzi e castelli che costituiscono una delle attrattive più tipiche del Portogallo. Ci fermiamo così prima a visitare il Palácio National, la cui cosa più curiosa è costituita dai 2 giganteschi camini bianchi della cucina. Dopo 2 passi per i vicoli circostanti, ci inerpichiamo di nuovo, in auto (!), verso il cucuzzolo della montagna, con le rovine del Castelo Dos Mouros e lo stravagante Palácio Nacional da Pena, residenza del re per svariati anni, dove le foto scattate sono tantissime.
Si riparte di nuovo in direzione del mare, verso Ericeira, il posto migliore in Europa per gli appassionati di surf, ed inizia il viaggio personale di Topoggiggio tra le baie e le spiagge della sua vacanza passata. Gli scenari sono comunque degni di più di qualche foto, e lo spettacolo è arricchito dalla forza del mare che in questa parte della costa è veramente notevole (anche se - Topoggiggio docet - non erano le onde giuste per surfare, ed infatti non c'è traccia di tavole in mare). Sono le 17 e Topoggiggio, soddisfatti i suoi bisogni nostalgici, si ritrova improvvisamente affamato (non avevamo ancora pranzato): gli suggerisco di tamponare con un panino per poi cenare la sera, ma in preda ad un raptus intestinale mi trascina in un ristorante dove, nonostante l'ora, ci servono un abbondate risotto alla pescatora e un'altrettanto abbondante piatto di gamberi in salsa "non meglio compresa" ma comunque squisita.
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