OVVERO: Snake Pit
along the way to Snake Pit
Quello che Vito mi diceva ieri è proprio vero: raggiungere Snake Pit non è assolutamente impresa da poco, ancor di più in questo periodo dell'anno. Questo, in breve, quello che dobbiamo fare per raggiungere il posto di lavoro:
Si arriva a destinazione che sono le 9.30 e la stanchezza già regna; l'angusto ambiente di lavoro, l'aria viziata perchè condizionata e l'assenza della luce del giorno fanno il resto. Il viaggio di ritorno (con l'oscurità già scesa) da il knock-out finale. Il frugale pasto del giorno ci rende impossibile rinunciare alla cena. Oggi si opta per un menu di carne al Kaptanin Yeri, dove entro in sintonia con il simpatico cameriere.
Quello che Vito mi diceva ieri è proprio vero: raggiungere Snake Pit non è assolutamente impresa da poco, ancor di più in questo periodo dell'anno. Questo, in breve, quello che dobbiamo fare per raggiungere il posto di lavoro:
verso le 7.45 e con una temperatura di circa zero gradi (tenete presente che Ankara è situata a circa 800 mt di altitudine) lasciamo l'albergo e ci dirigiamo per una diecina di km fuori da Ankara; dopo i primi 3-4 km entriamo in una fitta cortina di nebbia e gelo che ci accompagna per tutto il resto del percorso, mentre la temperatura scende di 2-3 gradi; proseguiamo per altri 30 km circa su autostrade e superstrade prima di immetterci su una stradina che ci conduce verso la montagna di Elmadag, altopiano anatolico, 1900 metri di altezza. Dopo aver sorpassato l'ultimo paesello, ci arrampichiamo verso la nostra destinazione, a circa 1800 metri di altezza, lungo una stradina resa pericolosa dalla scarsa visibilità e dal ghiaccio, mentre la temperatura scende anche a -5 gradi; improvvisamente, quando mancano un paio di km all'arrivo, avviene il miracolo: si inizia ad intravvedere un pallido sole che si fa man mano sempre più nitido, mentre usciamo dalla fitta nebbia ed entriamo nella luminosità del cielo limpido che sta al di sopra; posso così notare che ci troviamo nel mezzo del nulla sull'altopiano anatolico; anche la temperatura sale di 3-4 gradi. Arrivati finalmente al parcheggio, manca l'ultimo km da percorrere per arrivare a destinazione: un tunnel che porta nel cuore della montagna e che, se non si è fortunati, si deve percorrere a piedi (altrimenti c'è un vagone trainato da una navetta elettrica).
Si arriva a destinazione che sono le 9.30 e la stanchezza già regna; l'angusto ambiente di lavoro, l'aria viziata perchè condizionata e l'assenza della luce del giorno fanno il resto. Il viaggio di ritorno (con l'oscurità già scesa) da il knock-out finale. Il frugale pasto del giorno ci rende impossibile rinunciare alla cena. Oggi si opta per un menu di carne al Kaptanin Yeri, dove entro in sintonia con il simpatico cameriere.
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