martedì, settembre 30, 2008

Ame Simpsonized

Dopo essermi divertito più volte a stravolgere la mia persona tramite le trovate di Gizmoz (chi non ricorda il tostissimo "Ame Pitt"???), e dopo essere passato per il Face Transformer della Università di Saint Andrews, negli ultimi tempi mi ero anche divertito a "simpsonizzarmi" ed a "hitmanizzarmi", ma avevo poi dimenticato di pubblicare le mie creazioni sul blog. Approfitto di questo post e del successivo per recuperare, pubblicando le due creazioni. E intanto ho già trovato un'altro curioso sito che si preoccupa di variare l'immagine di voi stessi in modi curiosi,esilaranti e originali; presto ne vedrete il risultato su di me.

Intanto, se volete simpsonizzarvi anche voi questo è il sito giusto, mentre cliccate qui per hitmanizzarvi. A proposito di quest'ultimo, date un occhiata anche al film, non lo reputo male per essere un prodotto ispirato da un videogioco.

giovedì, settembre 25, 2008

Greetings from Madrid

A pochi giorni dal nostro ritorno dal Belgio, io e Jessy ci ritroviamo di nuovo in partenza, stavolta in direzione della capitale spagnola, per un fine-settimana extended (dal giovedì al lunedì successivo) da tempo prenotato insieme ad un folto gruppo di amici; in totale siamo 8, ovvero 4 coppie: io e Jessy, il sor Leandro e Moira, SGN e Simona, Mandrake e Francesca. La combriccola si riunisce (non senza alcuni problemi di traffico che rischiano di mandare all'aria l'intera vacanza...) all'aeroporto di Roma Ciampino il giovedì mattina, e già verso le 14 abbiamo raggiunto l'albergo (un hostal in zona centralissima), dove prendiamo possesso delle nostre anguste stanze per poi recarci a pranzare in un vicino ristorante. Il resto della giornata e l'intero giorno seguente ci vede a girare su e giù per Madrid: Plaza de S.ta Ana, Puerta del Sol, Plaza Mayor, la Cattedrale e il Palazzo Reale, Plaza de Oriente, Calle del Arenal, Plaza de Espana, Paseo del Prado, Parco del Buen Retiro...; degna di nota l'entusiasmante visita al mitico Santiago Bernabeu. I ritmi ma soprattutto gli orari della "movida" madrilena ci coivolgono fin dal secondo giorno, con gli orari dei pasti stravolti (colazione alle 11, pranzo alle 16, cena alle 23...) e il chiasso infernale sotto i nostri alloggi fino alle 4 di mattina.

Per il sabato decidiamo di dedicarci alla visita della vecchissima e bellissima Toledo, a 60 km e mezzora di treno di distanza (treno che riusciamo a prendere grazie a un magheggio tutto italiano alla biglietteria). Ritorniamo a Madrid che sono gia passate le 20. Dopo un paio di ore di riposo decidiamo di riprovarci con le Tapas (il giovedì sera ci era andata piuttosto male), ma stavolta raggiungiamo in metro il quartiere di Malasana, lontano dalla confusione della Huertas e di Puerta del Sol: e il tentativo ci premia!. Per metà della comitiva (io, il sor Leandro e relative compagne), prima di andare a dormire è tempo di dare una occhiata alla Gran Via (l'arteria principale di Madrid) in versione "sabato sera": ed è quì che ci ritroviamo compleamente coinvolti dalla movida madrilena, tanto da muoverci per il resto della vacanza al grido di "LA MOVIDA ME MATA!!!".

La domenica inizia all'insegna del maltempo, ed è sotto una fastidiosa pioggerellina che ci muoviamo presso il Tempio di Debod, un autentico tempio egiziano nel cuore di Madrid (se vi domandate che cosa ci faccia cercate su Google la risposta!). La giornata si apre e allora decidiamo di tuffarci nella confusione e nei colori di El Rastro, il mercatino delle pulci di Madrid, che si svolge ogni domenica nelle vicinanze del quartiere La Latina. Con l'obiettivo di visitare il relativo museo (entrata gratis la domenica dalle 17 alle 20), raggiungiamo quindi Paseo del Prado dove pranziamo con dei panini (da raccomandare a tale proposito i "Museo del Jamon" - ce ne sono diversi in tutta Madrid, prezzi economici e panini gustosi). L'arrivo della tappa finale della Vuelta de Espana ci da qualche problema (paseo del Prado è completamente transennato e sembra impossibile raggiungere la sponda del Museo), ma alla fine riusciamo a metterci in fila per entrare. E, tra le immense sale del famoso museo, mano a mano la comitiva si disperde; all'uscita ci ritroviamo io e Jessy, e prima di rientrare in albergo decidiamo di raggiungere, passando lungo il giardino botanico, la vecchia stazione di Atocha. In seconda serata è d'obbligo il passaggio presso il locale Hard Rock Cafè per accattarsi la t-shirt di turno.
E' lunedi, abbiamo la mattina a disposizione e la dedichiamo allo shopping più estremo, ma almeno io e il sor Leandro anche a due veloci visite a Plaza de Espana, con il monumento a Don Chisciotte e Sancho Panza, e alla Puerta de Alcalà. Il tempo peggiora rapidamente e la pioggia segna la fine della nostra esperienza madrilena, allorchè ci ritroviamo tutti presso l'albergo e ci iniziamo a muovere verso l'aeroporto. Al solito, chiudo il post con il consueto slideshow.

martedì, settembre 16, 2008

Au revoir, Belgio!

E anche le due settimane in Belgio sono passate; e ce ne siamo andati sapendo già che almeno io (anzi, sicuramente solo io) ritornerò a fine ottobre. Non resta che concludere con gli "IN" e gli "OUT" di questo Belgio e con l'usuale slideshow riassuntivo finale, ma stavolta talmente lungo che spero non risulti logorroico!
  • è sicuramente IN Anversa, bella, godibile, interessante e vivace;
  • nonostante il punto precedente il parcheggio ad Anversa è decisamente OUT;
  • Bruxelles è tendente all'OUT, anche se lo spettacolo di luci e musica sul Beffroi della Grand Place è stato decisamente IN ;
  • Bruges è inevitabilmente e decisamente IN ;
  • Gand è sorprendentemente IN ;
  • le altre città minori del Belgio sono sicuramente IN: Mons, Tournai, Dinant;
  • il coprifuoco sociale (negozi chiusi alle 18, e da quell'ora in poi, soprattutto durante la settimana, strade deserte; musei e attrazioni turistiche chiusi dalle 17...) non può che essere OUT;
  • le autostrade del Belgio non possono che essere IN;
  • la scimmietta di Mons è fortemente IN;
  • le birre d'abbazzia (la Leffe e la Maretsous in primis) sono gustosamente IN;
  • il costo dei ristoranti, in generale", è tendente all'OUT;
  • a parere di Jessy, anche la qualità della cucina Belga è tendente all'OUT;
  • le condizioni atmosferiche, sempre come constatazione generale, sono palesemente OUT;
  • le ragazze belghe, soprattutto quelle più "fiamminghe", sono rischiosamente IN;
  • infine, il cioccolato belga è, senza ombra di dubbio, caloricamente IN.

lunedì, settembre 15, 2008

Cronache dal Belgio - giorni 13 e 14

OVVERO: Greetings from AntwerpenAnversa, la Grote Markt e la statua dedicata a Bribo


Un "Cronache da..." con sottotitolo "Greetings from..." ... ormai il succedersi di post di questo tipo sta assumendo tonalità tendenti al grottesco! Ma nessun altro sottotitolo sarebbe stato più azzeccato di questo, perchè per l'ultimo fine settimana belga prima del rientro abbiamo deciso di trasferirci ad Anversa (circa 200 km da Mons), pernottamento compreso, per dedicarci alla visita della seconda città per importanza del Belgio.

E sabato mattina così si saluta Mons, senza neanche avere la possibilità, causa avverse condi-meteo, di dare un'ultima desiderata strofinatina alla capoccia della scimmietta della Grand Place (mi sono accorto, revisionando le foto, di non aver scattato alcuna foto alla scimmietta; accidenti! - provvederò a novembre quando tornerò da queste parti). Le scorrevoli (e soprattutto, gratuite) autostrade belghe ci portano verso Bruxelles, per girare intorno alla città e condurci in direzione nord-est, verso il Mare del Nord e verso l'Olanda. E' qui che giace Anversa (o Anverse in francese, o Antwerp in inglese, o Antwerpen in fiammingo - la lingua locale), in posizione privilegiata sulle rive del fiume Scheldt che la collegano al Mare del Nord.

La prima impressione che ci regala la città non è delle migliori: raggiungere l'albergo sarà tutt'altro che facile (a causa della sua posizione centrale, di alcune deviazioni temporanee del traffico che mandano in tilt il mio Nokia Maps e dei segnali stradali scritti esclusivamente in fiammingo) e parcheggiare tutt'altro che economico: in tutte le strade della città il parcheggio è a pagamento 7 giorni su 7 dalle 9 alle 22 ed è consentito per massimo tre ore (ma se si tratta di non più di 10 minuti la sosta è gratuita), dove la prima ora costa 1,50 €, la seconda ora 2,50 € e la terza ora 3,50 € - per un totale di 7,50 € per 3 ore di sosta; meglio allora rivolgersi alle numerose aree di parcheggio, dove comunque la tariffa varia dagli 1,80 € ai 2,20 €.
Rassegnatici alla triste realtà, scegliamo uno dei parcheggi vicini e prendiamo possesso della stanza, per poi dedicarci immediatamente alla città. L'hotel è nelle immediate vicinanze della Stazione Centrale, un bell'edificio che però si sta rifacendo il lifting e quindi è poco adatto ad essere fotografato, nel quartiere del commercio dei diamanti: nei pressi ci sono lo zoo, l'inevitabile Museo dei Diamanti e Aquatopia, un avveneristico acquario, mentre nei dintorni della zona la popolazione è in prevalenza composta di ebrei (riconoscibilissimi per il loro originale aspetto e i sorprendenti copricapo).

Ci muoviamo a piedi in direzione del centro, lungo viali affollati di gente a piedi, in bicicletta, su monopattini e altri ecologici mezzi di locomozione, con profusione di negozi e ristoranti ai bordi delle strade e ricca mescolanza di razze e colori di pelle diversi. Raggiungiamo prima la Groenplaats, con la imponente Cattedrale di Notre Dame, e poi la Grote Markt (ovvero la Grand Place), con i bellissimi palazzi circostanti e la statua di Bribo, personaggio leggendario a cui si deve il nome della città. Continuiamo poi in direzione del fiume e di nuovo indietro per altri percorsi dove si susseguono scorci suggestivi e testimonianze di gloriosa storia. Degno di visita anche il quartiere di Zurenborg, prevalentemente residenziale ma dove tutte le costruzione risalgono al periodo della belle-époque, e l'intero quartiere ha quindi un look particolare ed estremamente affascinante. Per la cena scegliamo uno dei numerosi ristoranti del centro, in particolare specializzato in piatti di pasta perchè rimane l'unico caso in cui il menù ci risulta leggermente più comprensibile. Capirsi non è comunque un problema perchè praticamente tutte le persone parlano un comprensibile inglese.

Si fa domenica e rimane a disposizione l'ultima mezza giornata prima di doverci dirigere verso l'aeroporto internazionale di Bruxelles. La giornata è soleggiata ma ventosa, e la dedichiamo alla visita del Museo del Diamante e della Casa di Rubens (due "must", qualora decidiate di visitare la città), visite che risultano piacevoli e interessanti e che suggellano opportunamente la nostra visita all'interessantissima città belga. Le uniche note negative sono state il costo dei parcheggi (ma va...) e il poco tempo a disposizione. Vaarwel!

venerdì, settembre 12, 2008

Cronache dal Belgio - giorni 9..12

OVVERO: Bruxelles e Dinant

Mai prima quanto in questa trasferta in Belgio sono riuscito ad alternare le attività lavorative con quelle più piacevoli del turista alla scoperta del paese e con quelle altrettanto piacevoli strettamente legate alla presenza della "dolce metà"; un mix letale che infatti ha iniziato ad avere i suoi effetti in termini di stanchezza già da martedì: giorno in cui dopo la fine del lavoro e riunitomi con Jessy, decidiamo di raggiungere Bruxelles, che ancora non era stata toccata dai nostri itinerari. Il tempo a disposizione non è tantissimo e anche dal punto di vista metereologico ci crea qualche problema: ma riusciamo comunque a girarci il centro, tra la cattedrale di Saint Michel, la Grand Place e il Manneken Pis (la statuetta del bimbo che piscia, simbolo della città, che in realtà immaginavo fosse più grande di 50 cm...). Dopo aver cenato in una delle brasserie del centro, facciamo una breve visita all'Atomium, un altro dei simboli cittadini, e ci dirigiamo quindi sulla strada del ritorno verso Mons.Bruxelles, Atomium

Lo stress accumulato e l'invadenza delle ultime giornate lavorative, che mi costringono a fare le ore piccole per preparare il materiale necessario per il giorno seguente, ci consigliano dei ritmi più tranquilli per le giornate di Mercoledì e Giovedì, dove ci limitiamo a girare per Mons alla ricerca del ristorante di turno; ma venerdì è lavorativamente il giorno conclusivo di questa mia esperienza e dura mezza giornata, e ci lascia così la restante metà per sceglierci una nuova meta da raggiungere. E la scelta, indotta ancora una volta dal sito www.belgio.it, cade su Dinant, una piccola città nel sud del paese, sulle rive del fiume Mosa, dal ricco e affascinante passato. Incastonata tra il Mosa e una parete rocciosa di un centinaio di metri di altezza, che ospita sulla sua superficie la Cittadella, una fortificazione più volte distrutta e ricostruita e dove francesi, olandesi, belgi e tedeschi si sono avvicendati nei secoli, Dinant ha più di un buon motivo per essere visitata: la Collegiale (ovvero, neanche a dirlo, la Cattedrale di notre Dame), che si impone alla vista dalla base della parete rocciosa, con la sua guglia a cipolla e i suoi colori scuri; la Cittadella, raggiungibile con una teleferica o percorrendo una ripida e lunga scalinata, con la visita guidata alla fortezza e la "vista meravigliosa" sull'intera città; la "Merveilleuse", una grotta visitabile non lontana dal centro, la cui visita ci sfugge perchè, per visitare la cittadella, ci aggreghiamo a un gruppo di pensionati belgi che rendolo la visita più lenta del solito, e ci fanno arrivare all'ingresso della grotta alle 17.05, cioè 5 minuti dopo la chiusura. E poi l'abbazia di Leffe, famosa per aver creato il mito della più famosa birra d'abbazia del mondo, nonchè la mia birra preferita (di fronte all'abbazia c'è il museo storico della birra Leffe, ma anch'essa ci sfugge in quanto aperta solamente nei weekend in questo periodo); e non molto lontano l'abbazia di Maredsous anch'essa famosa per l'omonima birra (tutti ubriaconi sti frati valloni...). E ancora, Dinant è famosa per aver dato i natali a un certo Adolphe Sax, nientepopòdimenoche l'inventore del sassofono, che è infatti celebrato con diversi monumenti per le strade della città. In conclusione, mezza giornata non è abbastanza per visitare Dinant, ma comunque ci accontentiamo di quello che abbiamo potuto vedere e ce ne torniamo soddisfatti verso Mons.Dinant, vista dalla Cittadella

martedì, settembre 09, 2008

Cronache dal Belgio - giorni 7 e 8

OVVERO: Lussemburgo e Tournai


E' domenica e si parte per il Lussemburgo: il tempo non è dei più esaltanti ed in effetti lungo gli oltre 200 km che ci separano dalla destinazione incontriamo pioggia di elevata intensità. Ma fortunatamente a Luxembourg City la pioggia ci risparmia, e ci permette di girare tranquillamente per tutto il centro cittadino. La domenica non è certamente tra i giorni migliori per fare i turisti da queste parti: complice anche il tempo, il centro sembra essere disabitato; tutti i negozi sono chiusi eccezzion fatta per i ristoranti e i fast food. Poco male, almeno si mangia. La città non sembra male, ci sono molti spazi e alcuni scorci caratteristici ma comunque, a causa forse anche delle condizioni al contorno, non mi lascia particolarmente soddisfatto. Alle 4 del pomeriggio decidiamo di averne avuto abbastanza e ce ne torniamo per la strada già percorsa all'andata, verso il Belgio e Mons, passando per un paio di caratteristici paesi belgi (e per caratteristici intendo con la loro "Grand Place", il loro Beffroi e la loro chiesa di Notre Dame).Luxembourg city: parco nei pressi dell'Adolph Bridge.

Il lunedì inizia la mia seconda ed ultima settimana lavorativa in Belgio: Jessy è ancora con me e attende il mio ritorno alternando tranquille passeggiate alla scoperta di Mons a momenti di riposo in albergo. Alle cinque, riunitici, decidiamo di spostarci in uno dei paesi non troppo distanti da Mons, ed optiamo per Tournai, convinti dalla descrizione letta sul sito www.belgio.it. E Tournai è veramente carina: raccolta, animata, con testimonianze architettoniche che raccontano storie che si perdono nel passato. Certo, c'è la solita Grand Place, il solito Beffroi e la solita cattedrale di Notre Dame, ma il tutto ha un sapore particolare. Veramente caratteristica la Grand Place con la sua forma a mezzaluna e i suoi edifici antichi, anche se leggiamo sulle insegne turistiche che gran parte di queste costruzioni andarono completamente distrutte durante la seconda guerra mondiale e vennero ricostruite a loro immagine e somiglianza. Ceniamo mangiando un pentolone (a testa) di classiche moules (cozze) alla marinara, e torniamo verso Mons, chiudendo un lunedì pomeriggio/sera estremamente positivo.Tournai: la Grand Place con sullo sfondo la cattedrale di Notre Dame.

Cronache dal Belgio - giorni 5 e 6

OVVERO: Gand e Bruges


Come già anticipato, venerdì sera c'è stato l'arrivo di Uzza, direttamente da Pisa all'aeroporto di Charleroi: ad accoglierla e portarla a Mons c'ero ovviamente io. E sabato, anche questo anticipato nel post precedente, ci siamo mossi da Mons (Bergen in fiammingo) con l'intenzione principale di dedicarci alla visita di Bruges (Brugge in fiammingo).

Ma, consigliato da più di qualche voce, la prima direzione che prendiamo è quella per Gand (Gent in fiammingo), che si trovava più o meno sul tragitto. E la città si rivela una piacevole sorpresa, sebbene nello standard della classica cittadina belga: il senso di ciò che affermo è che sono molti gli angoli della città a rivelarsi estremamente$ suggestivi ed affascinanti, ma si tratta sempre di Beffroi (torri campanarie), cattedrali, castelli e ponti. Ce ne andiamo comunque da Gand, dopo aver pranzato, estremamente soddisfatti della visita.
Gand: centro storico con la chiesa di San Nicola sullo sfondo

E la nuova direzione verso la quale guido l'auto è, finalmente, Bruges. Il fatto di arrivare nel cuore della pittoresca cittadina belga alle 4 di pomeriggio non rappresenta assolutamente un fatto negativo: incontriamo eserciti di turisti ma la maggior parte di loro sono ormai in uscita dalla città, e questo ci permette di girare per più di 4 ore in assoluta tranquillità. E posso quindi confermare che tutte le persone che, parlandomi del Belgio, mi avevano parlato di Bruges come un must-see, avevano assolutamente ragione. Bruges merita una visita: qualunque sia il motivo del vostro viaggio e qualsiasi sia la vostra destinazione, se passate nelle vicinanze di Brugge fermatevi ad ammirare le sue costruzioni, le sue piazze e strade, i suoi canali con i numerosi ponti, la sua animosità.
Bruges: foto notturna, il Beffroi sullo sfondo.

E' con aria estremamente soddisfatta e la pancia piena che ce ne andiamo, sono ormai le 10 di sera, e ci dirigiamo nuovamente verso Mons, nostro campo base. I programmi per il giorno dopo sono cambiati: non più Bruxelles (che ci ripromettiamo di visitare in una o più turnate nei giorni infrasettimanali) ma ... Lussemburgo!

venerdì, settembre 05, 2008

Cronache dal Belgio - giorni 1..4

OVVERO: e d'improvviso un pallido sole...

L'avventura professionale belga si avvicina al giro di boa e sta andando meglio di quanto avessi mai potuto prevedere, anche se, come già accennato, i problemi si potrebbero presentare la settimana prossima: altra notizia (ed è il motivo per cui parlavo di "giro di boa") è che ho avuto ragione sulla durata della mia trasferta che quindi si concluderà venerdì prossimo. Il gruppo che collabora con me è composto da un italiano, un turco e un polacco (non male come assortimento) con i quali si è comunque instaurato un buon rapporto di collaborazione.
Intanto se il lunedì sera mi ha visto di ritorno all'aereoporto di Bruxelles per ritirare quell'auto che non avevo potuto prendere il giorno prima, l'afterwork degli altri giorni è rappresentato da lunghe camminate per i caratteristici vicoli e viali di Mons, che non hanno ormai più niente da nascondermi. E l'impressione che la città mi lascia rispecchia quella che era stata la prima impressione: una città carina e caratteristica e con un vecchio passato, in cui fare lunghe rilassanti passeggiate, ma con una tranquillità esasperante tanto che spesso sembra di camminare per una città abbandonata o di zombie.
Per cambiare registro ieri sono andato alla ricerca di centri commerciali e ne ho trovato uno appena fuori il ring stradale di Mons: ne sono uscito con un carrello pieno di cioccolata belga! E l'uscita dal centro commerciale mi ha riservato una sorpresa ancor più grande: il sole (era dalla domenica pomeriggio, in Italia, che non lo vedevo); si è affacciato pallido e basso all'orizzonte, e l'ho subito immortalato in uno scatto (vedi sopra) nonostante il non eccitante panorama circostante.

Intanto si prepara il fine settimana, che dovrebbe prevedere visite a Bruges e Bruxelles nonchè l'arrivo di Uzza che, così come per Santo Domingo, continua ad approfittare di questo mio stato di "trasfertista" senza lasciarmi possibilità di utilizzare il mio proverbiale fascino latino presso le genti belghe di sesso femminile.

martedì, settembre 02, 2008

Greetings from Mons

Le Beffroi, Mons

Mi sono quasi rotto anch'io del continuo susseguirsi di post dal titolo "Greetings from..." e "Cronache da...". Ma ancora una volta, e ovviamente in modo inaspettato (come per Santo Domingo), domenica scorsa mi sono ritrovato in viaggio, stavolta in direzione di Bruxelles, per poi da qui spostarmi in direzione di Mons, una sonnecchiante cittadina ad una 70ina di km dalla capitale. E la partenza non è certo stata delle migliori; tre ore di ritardo sul volo (certo che essendomi affidato all'Alitalia me la sono proprio andare a cercare!), al mio arrivo l'aereoporto di Bruxelles sembrava il deserto dei tartari: no treni, no autobus e agenzie di car rental chiuse (Hertz compresa, dove avevo una prenotazione); non rimane che prendere un taxi, e pagare l'esorbitante cifra di 200 euri per percorrere i 75 km che separano l'aereoporto da Mons; come se non bastasse la dea fortuna (più che bendata ... con le fette di prosciutto sugli occhi) ha deciso di farmi capitare l'unico tassista del Belgio dotato di tecnologia (TomTom) ma senza essere in grado di usarla e così la serata si conclude con mezzora di "su e giù" per le strade della pur minuscola Mons alla pazza ricerca dell'albergo, con tanto di tassista disperato che non faceva che esclamare "merd ... merd".

Intanto siamo già alla fine di Martedì, ieri sera sono tornato a Bruxelles in treno per appropriarmi dell'auto, l'attività professionale è iniziata e, almeno per il momento, procede regolarmente lasciando eventuali criticità alla settimana prossima, e la cittadina di Mons è stata ampiamente esplorata a piedi e in uno dei prossimi post ne esprimerò un commento più attendibile. Altra caratteristica di questa trasferta è che non c'è ancora la prenotazione del volo di ritorno: vorrebbero farmi rimanere un mese ma ho già detto che la cosa è incompatibile con la mia concezione di professionalità; quindi in un modo o nell'altro venerdì 12 finirà 'impegno di lavoro.