mercoledì, dicembre 31, 2008

Natale a Istanbul

Non è il titolo del nuovo film di Carlo Vanzina ma il post che racconta, con tanto di slideshow fotografico, l'ultima vacanza trascorsa insieme a Jessy e terminata lo scorso lunedì. E iniziata il martedì precedenti, quando ci siamo incontrati, non senza difficoltà, all'aeroporto di Istanbul, lei proveniente da Roma e io da Ankara. Raggiungiamo l'albergo prescelto, a Sultanhamet, ci concediamo il tempo di una rinfrescata e usciamo alla ricerca di un buon ristorante per la cena. I vari buttadentro iniziano a fare il loro lavoro ma non ci lasciamo convincere perchè vogliamo prima fare un giro per familiarizzare con la città, e abbiamo così il nostro primo contatto con la Moschea Blu: una visione di sublime bellezza. L'immagine degli alti minareti della moschea sullo sfondo della notte turca con i bianchi gabbiani che, alti, ci volavano intorno sarà qualcosa che ricorderò per molto.

Una agitata notte (gli inquilini della camera adiacente tornano alle 4 di notte e fanno confusione fino alle 6, passando il testimone al canto dei muezzin che richiamano i fedeli alla preghiera) lascia il posto al giorno seguente, che inizia con la dovuta calma e una buona colazione; è una giornata scura e piovosa, come molte altre che seguiranno. Per nulla sconfortati dal tempo, ci muoviamo alla scoperta di Istanbul e la prima meta, inevitabilmente, è proprio la Moschea Blu. Tolte le scarpe, entriamo e, senza neanche rendercene conto, scopriamo di aver intrinsecamente assoldato una guida, un anziano e simpatico signore che abbozza qualche parola di italiano e ci illustra nei minimi particolari caratteristiche e storia della moschea e particolarità del culto islamico; il simpaticone mi accompagna anche in zone della moschea generalmente interdette ai turisti, dove riesco a strappare scatti suggestivi, e ci permette anche di assistere alla messa di mezzogiorno: affascinante e suggestiva, soprattutto pensando al fatto che è la vigilia di Natale.
Terminata la visita della Moschea Blu, è il turno della vicina Aya Sofia, costruzione dell'epoca romana (fu voluta dall'imperatore Giustiniano) che è stata prima chiesa, poi moschea ed è ora museo. Anche essa dall'aspetto maestoso (sebbene si notino tutti gli anni in più rispetto alla Moschea Blu), anche essa ci porta via molto tempo.
La prima intensa giornata termina con la visita della Cisterna Basilica, suggestiva e affascinante (un'altra delle cose di Istanbul che ricorderò per molto tempo), un po' di riposo all'hotel e la cena di Natale (per noi) in un buon ristorante dove mangiamo ottimamente.

Il giorno dopo ci accoglie una giornata sì fredda, ma almeno luminosa: è il giorno scelto per la visita all'immenso Palazzo Topkapi, la cui visita (harem compreso) ci impegna infatti per gran parte della giornata. Quando usciamo è già pomeriggio inoltrato: ci incamminiamo per una passeggiata dentro l'attiguo Gulhane Park e sorseggiamo un tè caldo con vista sul Corno d'Oro.

Per il giorno seguente decidiamo di buttarci nei colori e nella vivacità del Bazaar delle Spezie per poi pranzare nel modo più tipico con un panino al pesce (balik) nelle vicinanze del ponte di Galata, per poi percorrere il ponte stesso, attraversando il Corno d'Oro e raggiungere la torre omonima, nella quale però non entriamo visto l'esoso prezzo d'ingresso (troppo per una semplice vista panoramica sulla città). Per la serata ci spostiamo, a mezzo tram e funicolare, tra Piazza Taksim e Tunel, lì dove batte la movida di Istanbul, e passiamo la serata in mezzo alla gioventù e alla confusione.

Altro giorno, altro bazaar: stavolta è il turno del Grand Bazaar, dove procediamo all'acquisto di quelli che saranno i nostri regali di Natale per i parenti più cari. Cerchiamo di muoverci seguendo un ordine preciso ma alla seconda svolta perdiamo completamente l'orientamento e allora optiamo per la tecnica "ndo cojo cojo", procedendo a caso ma analizzando con cura i vari input che i nostri sensi ricevono.

E' già domenica, ovvero il penultimo giorno, e decidiamo di dedicarci alla visita dell'oltremodo sfarzoso Palazzo Dolmabahçe, sulle rive del Bosforo, ultima residenza dei sultani prima dell'avvento della repubblica, nonche residenza del primo presidente turco, quell'Ataturk rappresentato sulle banconote di ogni taglio. Il tempo metereologico peggiora decisamente nel pomeriggio e ci fa desistere dal nostro tentativo di raggiungere il Museo Kariyei nei quartieri occidentali, che la nostra guida reputava come interessantissimo: meglio il tepore della nostra tranquilla camera d'albergo.

Ed ecco il lunedì: abbiamo solo la mattina a disposizione e decidiamo di rilassarci in un bagno turco: optiamo per i vicini Cemberlitas Hamami, bellissimi e dalla storia gloriosa. Il trattamento completo ci costa 90 lire ed è una goduria per il corpo e lo spirito. Usciamo, beviamo una spremuta di melograno e scattiamo le ultime foto all'ippodromo, approfittando della giornata solare (ma comunque sempre molto fredda). E' ora di lasciare la città e tornare in Italia: torniamo con il nostro invidiabile carico di souvenir e tanti bei ricordi di una città che è semplicemente fantastica.

venerdì, dicembre 26, 2008

Merry Christmas from Istanbul

Per ora solo una foto e un augurio (anche se con più di un giorno di ritardo, il tempo che ci ho messo a mettere online la foto con la approssimativa wireless dell'albergo)....

lunedì, dicembre 22, 2008

Cronache dall'Anatolia - giorno 8

OVVERO: neve, vento e nebbia...

Il Mausoleo di Ataturk

Come mi aveva accennato Gianluca ieri sera, a Snake Pit ha nevicato... ma talmente tanta neve da rendere impossibile il transito alle normali autovetture: l'alternativa è lasciare l'auto all'ultimo avanposto raggiungibile e proseguire con i loro mezzi. Purtroppo il fatto di essere ospite non mi permette di scattare foto allo splendido e selvaggio panorama, la foto che vedete è stata infatti scattata ieri nel tardo pomeriggio. La nota positiva in tutto ciò è che finalmente sembra che le cose girino nel verso giusto: a valle c'è freddo ma si raggiunge la prima destinazione senza problemi; in vetta neve vento e nebbia. La settimana scorsa era quasi il contrario.

L'altra grande nota positiva scaturisce proprio da questa situazione: non potendomi garantire il ritorno all'auto per le 13 (domani si riparte e il mio aereo è alle 17), mi sono visto costretto ad anticipare le vacanze di un giorno.

Quindi domani ci si sveglia presto, si fa un abbondante colazione, poi ci si rilassa, magari un giro per un po' di shopping, poi si pranza e ci si dirige verso l'aeroporto. Lascio Ankara ma mi fermo ad Istanbul, dove se tutto va bene mi unirò a Jessy per passare questo natale alternativo nella fantastica città turca. Stay tuned.

domenica, dicembre 21, 2008

Cronache dall'Anatolia - giorni 6 e 7

OVVERO: il primo weekend turco

la moschea Kocatepe

Per Vito è ora di tornare a casa, per me ancora no: andiamo insieme all'aeroporto e affitto la mia auto. Mi dicono di darmi una Renault Clio ma all'uscita dall'aeroporto non la trovo, poi capisco perchè: ha una forma diversa, 3 volumi invece di 2 e si chiama Symbol. Ne approfitto per una breve digressione automobilistica su Ankara: le auto più diffuse sono proprio le Renault: in particolare si incontrano di frequente Renault 9, 11, e 12. Ci sono anche molte Fiat, molte delle quali dai nomi singolari: ecco quindi la Fiat Tofas (la cara vecchia Regata), e la Fiat Albea (sembra una Marea, ma più piccola).

Torno in albergo, lascio la macchina e, approfittando della giornata di sole, mi incammino verso il centro, passando per il vicino giardino botanico. Sarà una lunga passeggiata che mi porterà verso la movimentata via chiamata Tunali Hilmi Caddesi, e quindi verso la moschea Kocatepe, la principale e più grande della città; quindi mi getto nell'impressionante flusso di gente che popola le strade intorno Atakurk Bulvari, una delle arterie principali della città: è una massa impressionante di gente che passeggia ed entra ed esce da negozi e ristoranti, e di auto che percorrono le larghe strade usando spesso e volentieri il clacson. Il traffico di Ankara è parecchio caotico e, per quanto ho potuto osservare, per nulla rispettoso del pedone. Attraversare fuori dalle strisce pedonali comporta rischi altissimi, ed anche sulle strisce e con il semaforo pedonale verde non ci si deve sentire sicuri. Per cena mi unisco a Gianluca, avvicendatosi a Vito, e ci dirigiamo verso il Mezzaluna per la cena.

La domenica si rivela un giorno grigio e piovoso. Ne approfitto per riposare e, verso mezzogiorno, prendo l'auto e mi muovo in direzione del Mausoleo di Ataturk, il padre della moderna Turchia, un tempio sulla sommità di una collina nella nuova Ankara. Dopo di che, continuando le avverse condi-meteo, mi dirigo verso il centro commerciale Armada, in periferia e mi dedico a un po' di shopping. Trovo finalmente il cavetto che cercavo da giorni (vedi il post iniziale): è ora di tornare in albergo e mettersi a scrivere.

venerdì, dicembre 19, 2008

Cronache dall'Anatolia - giorno 5

OVVERO: fuori dal gelo

the road to Snake pit

Oggi improvvisamente al risveglio ci accoglie una giornata luminosa: non c'è nebbia e non c'è ghiaccio e il viaggio verso Snake Pit è più agevole. Non c'è modo migliore di iniziare il giorno che conclude la prima settimana di corso. Il corso stesso è ormai decollato, la diffidenza dei turchi è cessata e si lavora con profitto e piacevolmente.
Mentre nei giorni precedenti si andava via a pomeriggio inoltrato, con il buio, oggi ce ne andiamo abbastanza presto e torniamo in albergo con la luce crepuscolare. Un po' di relax e, insieme a Vito, ci muoviamo a piedi verso il centro città per un po' di shopping. Parto con l'intenzione di comprare qualcosa del Galatasaray all'official store, ma di fronte ai colori giallo-rossi e ai prezzi tutt'altro che economici ripiego sul negozio a fianco, official store del Beşiktaş (il bianco-nero è molto meglio), e compro una felpa che in serata accrescerà la simpatia verso di me del cameriere del Kaptanin Yeri.

giovedì, dicembre 18, 2008

Cronache dall'Anatolia - giorni 2, 3 e 4

OVVERO: pranzi e cene

along the way to Snake Pit

Continuano i giorni di lavoro e i viaggi nella nebbia e nel gelo: ogni tanto qualche sbandata causata dalla perdita di aderenza dell'auto ci fa sobbalzare, ma la Sorento con il 4x4 e la trazione integrale danno una certa sicurezza.
Dopo 2 mezze partenze nei primi 2 giorni (mancanza di un interprete inglese-turco), il corso si è indirizzato sui giusti binari e procede, nonostante la palpabile diffidenza dei discenti e altre difficoltà varie. Giunti alle 12.30 ci invitano a pranzo: in questi 4 giorni il convento ha passato zuppe nelle quali è meglio non sapere cosa galleggi, paste tremendamente asciutte e speziate, insalate realizzate con abbondante cipolla, carne di pollo o polpette a loro modo gradevoli; mercoledì provo un piatto di zucca e rimango disgustato dalla sua dolcezza al primo boccone: sembra guarnita con miele. Da bere, quando non si è fortunati, al posto dell'acqua servono una sorta di yogurth bianco liquido: non male tutto sommato, ma non riesco proprio ad associarlo al pasto di mezza giornata.

Per le cene ci riscattiamo: martedì deliziosa cena in hotel, mercoledì cena a base di pesce alla Fish House, giovedì cena rotante sulla vetta della Atakule Tower. Domani finisce la prima settimana di lavoro, è tempo di bilanci.

lunedì, dicembre 15, 2008

Cronache dall'Anatolia - giorno 1

OVVERO: Snake Pit

along the way to Snake Pit

Quello che Vito mi diceva ieri è proprio vero: raggiungere Snake Pit non è assolutamente impresa da poco, ancor di più in questo periodo dell'anno. Questo, in breve, quello che dobbiamo fare per raggiungere il posto di lavoro:

verso le 7.45 e con una temperatura di circa zero gradi (tenete presente che Ankara è situata a circa 800 mt di altitudine) lasciamo l'albergo e ci dirigiamo per una diecina di km fuori da Ankara; dopo i primi 3-4 km entriamo in una fitta cortina di nebbia e gelo che ci accompagna per tutto il resto del percorso, mentre la temperatura scende di 2-3 gradi; proseguiamo per altri 30 km circa su autostrade e superstrade prima di immetterci su una stradina che ci conduce verso la montagna di Elmadag, altopiano anatolico, 1900 metri di altezza. Dopo aver sorpassato l'ultimo paesello, ci arrampichiamo verso la nostra destinazione, a circa 1800 metri di altezza, lungo una stradina resa pericolosa dalla scarsa visibilità e dal ghiaccio, mentre la temperatura scende anche a -5 gradi; improvvisamente, quando mancano un paio di km all'arrivo, avviene il miracolo: si inizia ad intravvedere un pallido sole che si fa man mano sempre più nitido, mentre usciamo dalla fitta nebbia ed entriamo nella luminosità del cielo limpido che sta al di sopra; posso così notare che ci troviamo nel mezzo del nulla sull'altopiano anatolico; anche la temperatura sale di 3-4 gradi. Arrivati finalmente al parcheggio, manca l'ultimo km da percorrere per arrivare a destinazione: un tunnel che porta nel cuore della montagna e che, se non si è fortunati, si deve percorrere a piedi (altrimenti c'è un vagone trainato da una navetta elettrica).


Si arriva a destinazione che sono le 9.30 e la stanchezza già regna; l'angusto ambiente di lavoro, l'aria viziata perchè condizionata e l'assenza della luce del giorno fanno il resto. Il viaggio di ritorno (con l'oscurità già scesa) da il knock-out finale. Il frugale pasto del giorno ci rende impossibile rinunciare alla cena. Oggi si opta per un menu di carne al Kaptanin Yeri, dove entro in sintonia con il simpatico cameriere.

domenica, dicembre 14, 2008

Greetings from Ankara

Sono arrivato domenica scorsa ma riesco a scrivere solo oggi, domenica 21 Dicembre (non fate caso alla data del post, modificata opportunamente), perchè volevo pubblicare per ogni post qualche foto scattata con la fotocamera o il cellulare, ma ho dimenticato a casa il cavetto necessario per trasferirle sul pc. Oggi finalmente sono riuscito a trovare il cavetto a un prezzo ragionevole (poco più di 4 YTL o nuove lire turche, corrispondenti a poco più di 2 euri), e quindi eccomi qui a registrare le mie avventure in terra turca.

Sono arrivato all'aeroporto di Ankara alle 17 di pomeriggio (ora locale, c'è il fuso di un'ora rispetto all'Italia), dopo un viaggio che da Roma prevede lo scalo ad Istanbul (non ci sono voli diretti). Dopo qualche problemino per recuperare il bagaglio da stiva, mi incontro con Vito, collega già in-loco, che mi preleva con la sua Kya Sorento, che mi dice sia necessaria per raggiungere il sito di lavoro, che già sapevo essere in una zona piuttosto disagiata. Un clima rigidissimo mi accoglie all'uscita dall'aeroporto.

Raggiungiamo la città e l'albergo, nel distretto di Çankaya, dominato dall'imponente Atakule Tower, 125 metri di altezza e sulla sua sommità una terrazza panoramica e un ristorante rotante (un giro completo ogni ora). Un breve riposo e si va a cena: Vito mi porta al Ristorante Mezzaluna, di evidente gestione italiana (molti ristoranti ad Ankara di domenica sono chiusi, quindi la scelta era limitata), dove mangio un piatto di pasta e una pizza e gusto una birra Efes. Si torna in albergo per andare a dormire: domani è tempo di raggiungere Snake Pit e di iniziare con il mio lavoro.

lunedì, dicembre 08, 2008

Gira la palla...

Effetti collaterali psico-morfologici da lunga permanenza in terra partenopea ....

sabato, dicembre 06, 2008

Napoli that's amore

In occasione della fine della terza settimana partenopea, invece del solito rientro a casa con carico obbligatorio di sfogliatelle, mostaccioli, roccocò e mozzarelle di bufala, si attua un cambio di programma che prevede la discesa a Napoli di Jessy per un fine settimana da turisti. Il venerdì pomeriggio, ventoso e a tratti piovoso, lo spendiamo per il più classico dei giri turistici nel centro del capoluogo campano: Piazza del Plebiscito (vedi foto sopra), via di Chiaia e via Toledo, i vicoli di Spaccanapoli con l'immancabile via San Gregorio Armeno (nota come la via dei presepi). Obbligatoria, in quanto non avevo ancora avuto la possibilità di farlo, la visita alla Cappella di San Severo, per ammirare quella statua del Cristo Velato di cui tanto avevo sentito parlare: e si tratta proprio di "rapita ammirazione", che si prolunga per svariati minuti; una visita che consiglio a tutti nonostante l'esoso prezzo di ingresso (6 euri).
Per la serata c'è in programma la trasferta in quel di Avellino per una sana mangiata dai Fratelli Speciale, nel ricordo dei numerosi spuccellamenti avuti durante la mia ultima trasferta di lavoro in terra irpina: e Carmine non delude le attese, propinandoci una cena semplicemente squi-si-ta. Il ritorno a Napoli, a causa del litro di vino bevuto e del maltempo incontrato per strada, è affare veramente difficile ma riesco a portare la cosa in porto.
Il sabato prevede la visita alla reggia di Capodimonte, altro tassello mancante nelle mie precedenti visite turistiche a Napoli. Raggiungere la reggia passando per il centro non è stata scelta azzeccata, e spendiamo più di mezzora praticamente fermi nel traffico a Piazza Dante. Finita la visita pensiamo di ridirigerci verso casa, ma non prima di aver pranzato e di aver fatto sosta presso la pasticceria SanDomingo di Bagnoli dove, invece del solito carico di sfogliatelle, acquistiamo una torta. Domani, infatti, si festeggia il mitico compleanno della mia cara Jessy.

giovedì, dicembre 04, 2008

In the land of "o purpetiello"



Dopo la concitata settimana raccontata nel post precedente, le avventure partenopee sono proseguite e continueranno fino alla settimana prossima. I ritmi dell'attività lavorativa non sono serrati ma ho a che fare con tanta gente e alla fine la cosa risulta comunque stressante. Per la parte rimanente della giornata generalmente mi concedo una piacevole passeggiata per il centro di Napoli, condi-meteo permettendo, oppure mi dedico all'esplorazione dei centri commerciali circostanti; quindi una veloce cena (odio mangiare solo) e si rientra in albergo a preparare il giorno di lavoro successivo.

Infine, il venerdì giornata corta, veloce sosta in pasticceria per fare il pieno di sfogliatelle (rigorosamente 50% riccie e 50% frolle), mostaccioli e roccocò e si rientra a casa per il weekend. Che è sempre troppo corto per poter lasciare il segno. Ma questa settimana si cambia, c'è il lunedì di festa!

Posted by ShoZu