venerdì, agosto 21, 2009

I diari della motocicletta - ottavo giorno

KM. 225.3: intorno al Lago di Garda, parte II

Dopo la fantastica giornata di ieri e anche a causa di un dolore alla base del collo (una sorta di reumatismo sicuramente causato dalla sventatezza di girare in moto con la protezione di una sola t-shirt), decidiamo per oggi di passare una giornata più tranquilla partendo alla volta di Valeggio sul Mincio per la visita ai giustamente famigerati Giardini di Sigurtà. Raggiunta, quindi, Peschiera del Garda, ci allontaniamo dal lago in direzione sud raggiungendo con facilità il luogo. Il resto della mattina e parte del primo pomeriggio scorre in tranquillità tra lussureggiante vegetazione e idilliaci paesaggi, tra i quali passiamo prima con l'ausilio di un veicolo elettrico impavidamente condotto da Jessy, poi a piedi.
Dalle 2 alle 4 ruote (con cambio di pilota)
Giardini di Sigurtà
Giardini di Sigurtà

Lasciata indietro la bucolica quiete dei giardini, decidiamo di fare una breve visita alla frazione di Borghetto, dopo averne letto in toni positivi su alcuni forum su cui ero capitato alcune settimane prima, in fase di pianificazione del viaggio. Ed effettivamente il luogo val bene una sosta; passeggiando per le stradine del borgo sembra che il tempo si sia fermato e il continuo crepitìo dell'acqua del Mncio che scorre tra e sotto le case ha un fascino particolare.
La frazione di Borghetto

Rilassati e di buonumore riprendiamo la strada e iniziamo a dirigerci, lungo invitanti strade di campagna, in direzione di Desenzano del Garda, sulla costa sud-occidentale del lago, per quello che nelle nostre intenzioni di partenza doveva essere una tranquilla passeggiata in moto, non troppo impegnativa, lungo questa parte finora inesplorata di lago. Ma pian piano e quasi senza accorgersene la cosa ha preso corpo e sostanza, i paesi si sono avvicendati uno dopo l'altro sotto le nostre ruote, prima Manerba, poi Salò, poi Gardone Riviera e poi su fino a Gargnano. Da qui, come presi da un vortice incontrollabile (anche se, a onor di cronaca il posseduto ero principalmente io), risaliamo verso l'interno allontanandoci dal Lago di Garda per raggiungere il Lago di Valvestino, che da giorni vedevamo giacere sulla cartina, affascinante nelle forme, a poca distanza proprio in corrispondenza di questo tratto di costa. Il percorso che ci porta in sua prossimità è sinuoso ed esaltante e scopriamo che in realtà si tratta di un lago artificiale creato dalla costruzione di una diga. Lo scenario dei vari rami del lago incastonati tra le montagne è comunque affascinante e a suo modo inquietante, caratteristica questa amplificata dalla particolare luce del crepuscolo preserale e dal silenzio che ci circonda, interrotto solo sporadicamente da qualche auto di passaggio.
Lo spettrale Lago di Valvestino

Quando decidiamo di tornare indietro è ormai sera e la temperatura tra le alte montagne tra cui ci troviamo è anche abbastanza rigida, in particolar modo se si viaggia in moto e in abiti decisamente estivi. Fortunatamente appena il Lago di Garda riappare nuovamente ai nostri occhi la temperatura torna immediatamente su livelli accettabili. Ci accorgiamo così che, in conseguenza del mio raptus motociclistico, è già buio e ci troviamo a notevole distanza dal nostro hotel. Per rimediare cerco di spezzare il viaggio di ritorno in 2 tronconi: il primo ci porta di nuovo a Desenzano dove ceniamo e recuperiamo un po' di energia per raggiungere, con il secondo tratto Torri del Benaco e il nostro letto nel quale affondiamo inevitabilmente e velocemente.

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