La sveglia ha suonato alle 7 (ora locale) ma, ancora stordito dal lungo viaggio iniziato 2 giorni fa e terminato ieri, non sono riuscito ad alzarmi prima delle 7.35. Una rasatura veloce, una spruzzatina di Autan e di filato a fare una squisita colazione. Alle 8.30 ci vengono a prendere per portarci in una installazione militare, attraverso strade asfaltate intensamente trafficate di auto fatiscenti e strade dissestase e fangose intensamente trafficate di rickshaw, spinti avanti dai loro proprietari attraverso faticosissime pedalate. Ancora piove, e con intensità maggiore rispetto a ieri, e continuerà per tutto il giorno. Al mio arrivo nel posto di lavoro mi aspetta una aula ovviamente fatiscente e per di più torrida, che si tenta inutilmente di rinfrescare attraverso alcuni ventilatori, e più di 30 militari ordinatamente seduti ai loro posti. Ovvio che abbia provato un po' di soggezione, ancor di più quando ho scoperto che era presente un cameraman per riprendere l'intero corso...
La lezione scivola via tranquilla fino alle 13.30, gli unici momenti di apprensione sono quando qualcuno dei discenti mi rivolge qualche domanda nel loro generalmente poco comprensibile inglese. Per non parlare del tea break, quando veniamo invitati nella saletta dei generali e degli alti ufficiali e ci vengono offerti delle palle di carne di pollo panata e, come dessert, delle mozzarelline di bufala caramellate (o almeno questo mi sembrava dal loro sapore). Il bicchiere d'acqua l'ho cautelativamente evitato, mentre ho gradito il black coffee, molto migliore di quello dell'albergo.
Alle 14 siamo di nuovo in albergo. Obbligatoria una doccia per togliere la sgradevole sensazione di appiccicaticcio sulla pelle, e quindi pranzo al ristorante dell'hotel. Pasto delizioso come la colazione della mattina. Dopo una sancrosanta pennichella pomeridiana ed escludendo, causa avverse condi-meteo, una visita alla città, ci buttiamo in palestra per un'ora e mezza di sano sforzo fisico. Per la cena decidiamo di uscire per andare a mangiare in un ristorante thailandese consigliatoci dal personale dell'albergo. Un taxi ci viene a prendere, ci aspetta fuori al ristorante e ci riporta in albergo. Alla fine prova a fare la cresta sul prezzo pattuito ma rimedia solo una piccola mancia. Curiosità, all'arrivo al locale un tipo in tenuta simil-militare ci apre la portiera, ci saluta in maniera simil-militare e ci indica l'ingresso del ristorante. All'uscita storia simile. Concludiamo la serata sorseggiando una birra nel club dell'hotel, con tre minute e svestite indocinesi che cantano ogni tipo di successo internazionale mentre un bambino mette su le basi.
P.S., la foto l'ho scattata io ma alla prima pagina del Daily Star, la testata nazionale più importante del paese, la cui copia mi viene lasciata giornalmente in camera.
Alle 14 siamo di nuovo in albergo. Obbligatoria una doccia per togliere la sgradevole sensazione di appiccicaticcio sulla pelle, e quindi pranzo al ristorante dell'hotel. Pasto delizioso come la colazione della mattina. Dopo una sancrosanta pennichella pomeridiana ed escludendo, causa avverse condi-meteo, una visita alla città, ci buttiamo in palestra per un'ora e mezza di sano sforzo fisico. Per la cena decidiamo di uscire per andare a mangiare in un ristorante thailandese consigliatoci dal personale dell'albergo. Un taxi ci viene a prendere, ci aspetta fuori al ristorante e ci riporta in albergo. Alla fine prova a fare la cresta sul prezzo pattuito ma rimedia solo una piccola mancia. Curiosità, all'arrivo al locale un tipo in tenuta simil-militare ci apre la portiera, ci saluta in maniera simil-militare e ci indica l'ingresso del ristorante. All'uscita storia simile. Concludiamo la serata sorseggiando una birra nel club dell'hotel, con tre minute e svestite indocinesi che cantano ogni tipo di successo internazionale mentre un bambino mette su le basi.
P.S., la foto l'ho scattata io ma alla prima pagina del Daily Star, la testata nazionale più importante del paese, la cui copia mi viene lasciata giornalmente in camera.
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