OVVERO, Il fiume di Risciò
Un'altra giornata intensa ed eccitante a Dhaka! Il che vuol dire che ho perso un altro giorno di palestra al Radisson, ma non temete! Domani non mancherò. Ma finchè saremo in due a condividere questa esperienza ho deciso di vivere e conoscere la città nel profondo. Durante il mese di Agosto, rimanendo solo, mi concentrerò di più sull'attività fisica e ed i passatempi intellettuali.
Le mozzarelline di bufalo caramellate ormai non sono più una novità, quindi ritornerò a parlarne casomai ci fosse un giorno durante il quale non mi vengono offerte al tea break mattutino.
La mattinata è stata una delle più dure e insudiciate, sarà per l'umidità al 100% o per il fatto che fare pratica a 30 militari, 20 dei quali sono tanto ignoranti quanto volenterosi di sapere e incapaci di comunicare con me, è arduo.
Durante lo spuntino al Chit Chat (il bar per pasti veloci del Radisson, dove ormai il barista è nostro amico), mentre pianificavamo il pomeriggio arriva puntuale la pioggia. Uno sgrullone di medio-alta intensità che per fortuna dura poco. E' tempo di uscire: chiediamo di noleggiare una macchina e chiediamo di Munna; ci viene chiesto dove desideriamo andare e rispondiamo: New Market e Aarong, 2 posti per fare shopping nelle vicinanze di una importante strada della New Dhaka chiamata Mirpur Road. Ci viene chiesto di attendere, poi ci viene riferito che nessuna macchina è disponibile. Mmm, strano. Comunque non ci scoraggiamo e chiediamo di prendere un taxi. Al suo arrivo con il suo scalcinato veicolo, il tassista viene istruito sulle destinazioni e viene "comandato" di seguirci nelle nostre peregrinazioni commerciali. Il veicolo, sebbene fatiscente, contiene un impianto audio artigianale (aspettate di vedere la foto, non ci crederete...) di buona fattura che diffonde quella che penso sia musica pop Bangli. Il tassista ovviamente conosce solo 2 parole di inglese: "sweet", che dice quando vuole sottolineare il suo apprezzamento per un qualche prodotto, e "one minute", che utilizza quando si deve allontanare temporaneamente.
La visita al Dhaka New Market (alla fine di Mirpur Road, che quindi percorriamo per intero) è una esperienza di vita, e arrivandovi capiamo il motivo della strana assenza in hotel delle lussuose auto Europcar. A parte il consueto traffico per arrivare a destinazione (poco meno di un'ora per circa 15 km di distanza), Mirpur Road è una vera Babilonia di auto, camion, autobus, tuc-tuc, persone a piedi che si muovono tranquillamente nel traffico, vecchi, bambini, storpi, biciclette, moto, ma soprattutto.... "risciò".
Sono un po' dappertutto ma, da un certo punto in poi, alla nostra destra nell'altra careggiata (ricordatevi che nel Bangladesh si guida a sinistra), parte una corsia separata dalle altre esclusivamente dedicata a loro. Ed è qui che vediamo il fiume di risciò: ce ne sono a centinaia, tutti occupati, incolonnati e quasi fermi. I trasportati farebbero prima ad andare a piedi ma non lo fanno e il fiume di risciò procede lento. Ci fermiamo ad un semaforo ed un altro fiume di risciò scorre, questa volta veloce, nella direzione perpendicolare alla nostra. Una visione semplicemente sbalorditiva.
E un'altra meraviglia è il nostro arrivo al New Market: se Mirpur Road era Babilonia, il New Market è il centro di Babilonia. Indescrivibile. Sostiamo in un parcheggio sotterraneo all'interno del quale la temperatura è di circa 80 gradi C, e, accompagnati dal nostro tassista/guida, ci immergiamo negli infiniti colori del New Market. Forse siamo gli unici stranieri tra migliaia di migliaia di Bangli, ma non mi sento assolutamente a disagio. Saluto e ringrazio tutti coloro che mi invitano ad entrare nel loro negozio, distribuisco sorrisi soprattutto ai bambini, e faccio i miei buoni affari. La struttura è simile a quello del Banga Bazar ma l'ambiente è piuttosto diverso: c'è meno sporcizia e l'atmosfera è più distesa. Intrattengo anche qualche gradevole conversazione con i negozianti, e tutti mi sembrano gentili e disponibili.
Ce ne andiamo dal New Market piuttosto provati e appiccicaticci, ma soddisfatti. Prossima destinazione, Aarong, sempre nei pressi di Marpur Road, risalendola in direzione dell'hotel. Non sapevamo se si trattasse di un mercato o di un centro commerciale, ma solo che si trovavano manufatti artigianali a prezzi bassissimi. Il posto si rivela essere un negozio di 4 piani piuttosto raffinato ed evoluto, ogni commesso/a parla perfettamente l'inglese ed è possibile pagare con carta di credito. Visitiamo ogni piano tranne il secondo (per mancanza di tempo), ma è il terzo piano che cattura la nostra attenzione: il piano dei manufatti artigianali. Di bellissima fattura ed estremamente economici. Avrei voluto portare via di tutto ma, con il pensiero allo spazio nelle valigie, mi sono limitato ad una manciata di cose.
Sono le 8, Aarong chiude e il nostro bravo tassista ci riporta in albergo, deliziandoci con musica pop elettronica locale che mi sembra addirittura piacere. Non stavamo usando il tassametro e alla fine offriamo al tassista 1200 taka (poco più di 10 euro, ma è una cifra altissima per un tassista), lui col suo sorriso simpatico alla fine ce ne strappa 1400. Bene così.
Ennesima doccia, cena allo Spice & Rice, il ristorante etnico del Radisson, dove mangio un piatto tipico di Singapore (Laksa Chicken) e una piacevole giornata è giunta a conclusione. Domani è l'ultimo giorno della prima settimana di corso (nei paesi islamici il fine settimana è composto dal Venerdì e dal Sabato), un buon momento per tirare le prime conclusioni dal punto di vista professionale.
N.B., la foto è nuovamente presa da Internet. Fino alla fine del mese il fotografo ufficiale del viaggio, in virtù della sua reflex Nikon da 27 milioni di euro, è Paolo. Scattiamo foto principalmente dall'interno dei veicoli che ci trasportano, e la mia fotocamera sarebbe quasi inutile. Prossimamente pubblicherò qualche slideshow con le foto più significative. Concludo con le consuete pillole raccolte dalla mia osservazione o dialogando con le persone del luogo:
La mattinata è stata una delle più dure e insudiciate, sarà per l'umidità al 100% o per il fatto che fare pratica a 30 militari, 20 dei quali sono tanto ignoranti quanto volenterosi di sapere e incapaci di comunicare con me, è arduo.
Durante lo spuntino al Chit Chat (il bar per pasti veloci del Radisson, dove ormai il barista è nostro amico), mentre pianificavamo il pomeriggio arriva puntuale la pioggia. Uno sgrullone di medio-alta intensità che per fortuna dura poco. E' tempo di uscire: chiediamo di noleggiare una macchina e chiediamo di Munna; ci viene chiesto dove desideriamo andare e rispondiamo: New Market e Aarong, 2 posti per fare shopping nelle vicinanze di una importante strada della New Dhaka chiamata Mirpur Road. Ci viene chiesto di attendere, poi ci viene riferito che nessuna macchina è disponibile. Mmm, strano. Comunque non ci scoraggiamo e chiediamo di prendere un taxi. Al suo arrivo con il suo scalcinato veicolo, il tassista viene istruito sulle destinazioni e viene "comandato" di seguirci nelle nostre peregrinazioni commerciali. Il veicolo, sebbene fatiscente, contiene un impianto audio artigianale (aspettate di vedere la foto, non ci crederete...) di buona fattura che diffonde quella che penso sia musica pop Bangli. Il tassista ovviamente conosce solo 2 parole di inglese: "sweet", che dice quando vuole sottolineare il suo apprezzamento per un qualche prodotto, e "one minute", che utilizza quando si deve allontanare temporaneamente.
La visita al Dhaka New Market (alla fine di Mirpur Road, che quindi percorriamo per intero) è una esperienza di vita, e arrivandovi capiamo il motivo della strana assenza in hotel delle lussuose auto Europcar. A parte il consueto traffico per arrivare a destinazione (poco meno di un'ora per circa 15 km di distanza), Mirpur Road è una vera Babilonia di auto, camion, autobus, tuc-tuc, persone a piedi che si muovono tranquillamente nel traffico, vecchi, bambini, storpi, biciclette, moto, ma soprattutto.... "risciò".
Sono un po' dappertutto ma, da un certo punto in poi, alla nostra destra nell'altra careggiata (ricordatevi che nel Bangladesh si guida a sinistra), parte una corsia separata dalle altre esclusivamente dedicata a loro. Ed è qui che vediamo il fiume di risciò: ce ne sono a centinaia, tutti occupati, incolonnati e quasi fermi. I trasportati farebbero prima ad andare a piedi ma non lo fanno e il fiume di risciò procede lento. Ci fermiamo ad un semaforo ed un altro fiume di risciò scorre, questa volta veloce, nella direzione perpendicolare alla nostra. Una visione semplicemente sbalorditiva.
E un'altra meraviglia è il nostro arrivo al New Market: se Mirpur Road era Babilonia, il New Market è il centro di Babilonia. Indescrivibile. Sostiamo in un parcheggio sotterraneo all'interno del quale la temperatura è di circa 80 gradi C, e, accompagnati dal nostro tassista/guida, ci immergiamo negli infiniti colori del New Market. Forse siamo gli unici stranieri tra migliaia di migliaia di Bangli, ma non mi sento assolutamente a disagio. Saluto e ringrazio tutti coloro che mi invitano ad entrare nel loro negozio, distribuisco sorrisi soprattutto ai bambini, e faccio i miei buoni affari. La struttura è simile a quello del Banga Bazar ma l'ambiente è piuttosto diverso: c'è meno sporcizia e l'atmosfera è più distesa. Intrattengo anche qualche gradevole conversazione con i negozianti, e tutti mi sembrano gentili e disponibili.
Ce ne andiamo dal New Market piuttosto provati e appiccicaticci, ma soddisfatti. Prossima destinazione, Aarong, sempre nei pressi di Marpur Road, risalendola in direzione dell'hotel. Non sapevamo se si trattasse di un mercato o di un centro commerciale, ma solo che si trovavano manufatti artigianali a prezzi bassissimi. Il posto si rivela essere un negozio di 4 piani piuttosto raffinato ed evoluto, ogni commesso/a parla perfettamente l'inglese ed è possibile pagare con carta di credito. Visitiamo ogni piano tranne il secondo (per mancanza di tempo), ma è il terzo piano che cattura la nostra attenzione: il piano dei manufatti artigianali. Di bellissima fattura ed estremamente economici. Avrei voluto portare via di tutto ma, con il pensiero allo spazio nelle valigie, mi sono limitato ad una manciata di cose.
Sono le 8, Aarong chiude e il nostro bravo tassista ci riporta in albergo, deliziandoci con musica pop elettronica locale che mi sembra addirittura piacere. Non stavamo usando il tassametro e alla fine offriamo al tassista 1200 taka (poco più di 10 euro, ma è una cifra altissima per un tassista), lui col suo sorriso simpatico alla fine ce ne strappa 1400. Bene così.
Ennesima doccia, cena allo Spice & Rice, il ristorante etnico del Radisson, dove mangio un piatto tipico di Singapore (Laksa Chicken) e una piacevole giornata è giunta a conclusione. Domani è l'ultimo giorno della prima settimana di corso (nei paesi islamici il fine settimana è composto dal Venerdì e dal Sabato), un buon momento per tirare le prime conclusioni dal punto di vista professionale.
N.B., la foto è nuovamente presa da Internet. Fino alla fine del mese il fotografo ufficiale del viaggio, in virtù della sua reflex Nikon da 27 milioni di euro, è Paolo. Scattiamo foto principalmente dall'interno dei veicoli che ci trasportano, e la mia fotocamera sarebbe quasi inutile. Prossimamente pubblicherò qualche slideshow con le foto più significative. Concludo con le consuete pillole raccolte dalla mia osservazione o dialogando con le persone del luogo:
- prima della conquista dei territori da parte degli inglesi, India, Pakistan, Bangladesh, Nepal e qualcos'altro erano una unica grande nazione. Quando il popolo finalmente ricacciò indietro gli inglesi, questi crearono volutamente delle divisioni tra le varie popolazioni di questi territori. Da qui provengono le varie faide tra paesi confinanti, il possesso del Bangladesh da parte del Pakistan e la lotta per l'indipendenza, la rivalità tra Bangladesh e India e quant'altro.
- La Toyota Yaris in Bangladesh si chiama Toyota Vitz
- Ho visto per le strade di Dhaka decine e decine di Toyota Corolla, ognuna differente dall'altra e tutte differente dalla mia. Questo è un mistero che penso rimarrà insoluto.
- A Dhaka ci sono 2 tipi di autobus pubblici, i "local bus" (viaggiano con le porte aperte, sono letteralmente stracolmi di persone, ma incredibilmente altre persone continuano a salirvi al volo e a trovare posto) e i "sitting bus" (solo posti a sedere, all'interno dei quali, concludo, è forse obbligatorio pagare il biglietto). I bus sono comunque tutti scassatissimi, rumorosi e dai densi gas di scarico.
- All'interno del New Market ho visto la prima donna con un giro quasi completo di carne scoperta, all'altezza della vita. Avrebbe fatto meglio a coprirsi.
- Molte altre donne hanno invece un viso ed uno sguardo bellissimo, magnetico e fulminante. Ma il viso e, a volte, le forme accennate sotto le vesti coprenti sono tutto ciò che concedono.
1 commento:
Caro Ame dati i prezzi vantaggiosi ricordati il "FUSTO" di vasella per il tuo ritorno.........
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