OVVERO: Partenza con scasso (e furto)
Santo Domingo: Piazza Colombo con la statua dedicata all'esploratore genovese.
Come ogni vacanza insieme che si rispetti, anche questa per me e Jessy è iniziata con una complicazione mica da ridere!
La giornata inizia con la programmata visita alla zona coloniale di Santo Domingo, dove, in compagnia di Daniel, lo straniero (rumeno) in campo dell'Armata Brancaleone, percorriamo in lungo e in largo El Conde (la strada principale) e le zone circostanti (la cattedrale, la casa di Colombo, il monumento in memoria di Duarte...) e facciamo un po' di shopping.
Nel pomeriggio, dopo una sortita all'aereoporto per sistemare una pratica relativa al noleggio dell'auto, mi viene la malcapitata idea di fermarmi in uno dei parcheggi dell'Avenida Espana (in una zona che, come scoprirò in seguito, non è consigliabile frequentare...). Il misfatto si compie: mentre con Jessy scattiamo alcune foto a quella parte di litorale, affascinante per la presenza di rocce coralline a picco sul mare, 2 malfattori ci forzano la serratura dell'auto; l'allarme suona, io rincorro e metto in fuga i 2 ladrones che scappano a bordo di un auto nera dai vetri neri; hanno preso dall'auto il nostro zaino, praticamente vuoto a parte la custodia della fotocamera, anch'essa fortunatamente vuota. MA ... UN MOMENTO ... ALTRO CHE VUOTA! PORCA DI QUELLA PUTTANA DOMINICANA, NELLA TASCA INTERNA C'ERANO I NOSTRI 2 PASSAPORTI!. Fine della favola: 2 italiani a Santo Domingo senza passaporti.
Rientriamo in albergo per cercare assistenza sui successivi passi da fare e la troviamo in Duilio, il figlio della direttrice dell'hotel, che ci accompagna al palazzo della polizia per fare la denuncia. E' l'inizio di una avventura burocratica che avrà i suoi strascichi fino al mercoledì successivo.
Fino a questo momento comunque non sorgono problemi; 3 denunce ci costano circa 300 pesos. Ma per l'ambasciata italiana bisogna comunque aspettare lunedì, decidiamo allora di prolungare di 1 giorno la nostra permanenza nella capitale e di trasferirci a Juan Dolio lunedì pomeriggio.
La giornata inizia con la programmata visita alla zona coloniale di Santo Domingo, dove, in compagnia di Daniel, lo straniero (rumeno) in campo dell'Armata Brancaleone, percorriamo in lungo e in largo El Conde (la strada principale) e le zone circostanti (la cattedrale, la casa di Colombo, il monumento in memoria di Duarte...) e facciamo un po' di shopping.
Nel pomeriggio, dopo una sortita all'aereoporto per sistemare una pratica relativa al noleggio dell'auto, mi viene la malcapitata idea di fermarmi in uno dei parcheggi dell'Avenida Espana (in una zona che, come scoprirò in seguito, non è consigliabile frequentare...). Il misfatto si compie: mentre con Jessy scattiamo alcune foto a quella parte di litorale, affascinante per la presenza di rocce coralline a picco sul mare, 2 malfattori ci forzano la serratura dell'auto; l'allarme suona, io rincorro e metto in fuga i 2 ladrones che scappano a bordo di un auto nera dai vetri neri; hanno preso dall'auto il nostro zaino, praticamente vuoto a parte la custodia della fotocamera, anch'essa fortunatamente vuota. MA ... UN MOMENTO ... ALTRO CHE VUOTA! PORCA DI QUELLA PUTTANA DOMINICANA, NELLA TASCA INTERNA C'ERANO I NOSTRI 2 PASSAPORTI!. Fine della favola: 2 italiani a Santo Domingo senza passaporti.
Rientriamo in albergo per cercare assistenza sui successivi passi da fare e la troviamo in Duilio, il figlio della direttrice dell'hotel, che ci accompagna al palazzo della polizia per fare la denuncia. E' l'inizio di una avventura burocratica che avrà i suoi strascichi fino al mercoledì successivo.
Fino a questo momento comunque non sorgono problemi; 3 denunce ci costano circa 300 pesos. Ma per l'ambasciata italiana bisogna comunque aspettare lunedì, decidiamo allora di prolungare di 1 giorno la nostra permanenza nella capitale e di trasferirci a Juan Dolio lunedì pomeriggio.
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