lunedì, agosto 25, 2008

Cronache dolomitiche - giorni 9 e 10

OVVERO: conclusione

Alla fine ho deciso di partire lunedì ... la vacanza si allunga allora di un giorno. C'è la domenica da godersi: e la domenica vede la reunion tra Ame e Jessy da un lato e Emicuggi e Michela dall'altro; viste infatti le migliorate condizioni della gamba di Jessy, decidiamo di andare insieme, di nuovo, al rifugio Col de Varda, sopra a Misurina, per pranzare con le deliziose portate che usano servire. Per meglio gustarle decidiamo di raggiungere il rifugio senza l'ausilio della seggiovia ma con il solo ausilio delle nostre gambe e, nel caso di Jessy, di Minimo e Massimo, i suoi due bastoni da trekking (chiamati così perchè, una volta acquistati, lei, poco pratica di trekking, ha esclamato: "con questi al Minimo cado, al Massimo mi ammazzo").

Arrivati in cima, mentre Micky e Jessy arrostiscono al sole (la miglior giornata dal nostro arrivo...), io e Emi esploriamo le rocciose vette vicine; quindi si pranza, ci si rilassa e si riscende al lago rigorosamente in funivia. Il tempo per un po' di shopping sportivo da Gianni e si rientra ad Auronzo. La sera tutti insieme si ritorna alla fantastica pizzeria dove già eravamo stati separatamente e in serate diverse; si mangia, si beve, si chiacchiera e si torna a casa non troppo tardi: l'indomani è giorno di viaggio e si deve essere freschi.

Non resta che terminare con il solito slideshow riassuntivo che, fino a quando non avrò preso le foto delle prime giornate che al momento risiedono nel notebook di Emi, è abbastanza ridotto (si fa per dire .... nel senso che una volta attinto dalle altre foto lo slideshow potrebbe raddoppiare).

domenica, agosto 24, 2008

Cronache dolomitiche - giorni 7 e 8

OVVERO: la diga del Vajont e Innsbruck.

Il venerdì è stato un giorno di transizione, senza particolari cose da raccontare fatta salva la sortita alla Diga del Vajont, dove partecipiamo alla visita guidata che dura circa un ora e che comunque aggiunge poco di più a quanto già sapevo grazie a mie ricerche personali e alla visione del film di Martinelli che consiglio sinceramente. Quello che ha giustamente segnalato la guida è che tutti coloro che si sono presi la briga di raccontare le vicende della tragedia si sono sempre fermati a quella tragica notte del 9 ottobre 1963; bisognerebbe invece mettere in risalto quello che è stato il dopo-Vajont per comprendere ancor di più l'immensità della tragedia legata all'avvenimento. A riguardo la guida stessa ha consigliato la lettura di un libro il cui titolo è "L'onda lunga del Vajont", consiglio che riporto ovviamente, per il momento, a scatola chiusa.

Per sabato scatta invece l'operazione "SPAPPARI AUSTRIACI", praticamente lo storico incontro con Ale e Manu a metà strada tra il nostro campo base e la loro Monaco: INNSBRUCK. Complici le avverse condi-meteo incontrate luogo il tragitto e la mia scarsa familiarità con la viabilità della cittadina austriaca, alla fine riusciamo ad incontrarci che è già scoccato mezzogiorno: il tempo per una passeggiata e 4 chiacchiere ed è ora di pranzo, per il quale i nostri ci portano in collina presso il Buzzihutte, un simpatico ristorantino dove mangiamo quanto di più "tipico" si possa mangiare. Il pomeriggio è un gradevole mix di passeggiate per il centro, shopping e pause ristoratrici (sotto la sapiente guida di Ale ma ancor più della Manu, che conosce Innsbruck "come il palmo della sua mano"), fino ad arrivare alle 19 e ai saluti. Ale, ci vediamo a breve al tuo prossimo breve rientro a Latina; Manu ci vediamo spero presto, alla nostra prossima sortita in terra bavarese; intanto grazie.
Il tempo per fare il "pieno" al conveniente prezzo austriaco e in poco più di 2 ore sono di nuovo ad Auronzo.

Domani è l'ultimo giorno e intanto sto decidendo se ripartire la notte di domani o direttamente il lunedì mattina: ma la seconda scelta sembra prevalere.

giovedì, agosto 21, 2008

Cronache dolomitiche - giorni 5 e 6

OVVERO: i Passi del Giro e la Marmolada

Ci eravamo lasciati alla vigilia di una difficile escursione di trekking: escursione che è sì iniziata ma per finire, almeno per me e Jessy, prematuramente.
Si trattava di raggiungere la vetta del Monte Tudaio superando più di 1000 metri di dislivello in altitudine attraverso un sentiero di circa 8 km e più di 30 tornanti. Ma al terzo di tali tornanti improvvisamente una delle gambe di Jessy decide di non voler proseguire con la sfacchinata: il gruppo a malincuore si divide ed io e Jessy ce ne torniamo, tramite autostop indotto, al campo base di Auronzo.
L'incidente sarà destinato a cambiare definitivamente i connotati della tipologia della nostra vacanza: così, se la giornata di ieri è scivolata via tra una passeggiata ad Auronzo ed una a Misurina, per oggi ci eravamo riproposti di raggiungere quel gigante che è il massiccio della Marmolada (detta la Regina delle Dolomiti), che raggiungiamo attraverso il Passo Tre Croci, Cortina (dove ci fermiamo per un caffè) e il Passo Giau, percorrendo strade divenute famose tramite le gesta dei miti del ciclismo. Giunti a Malga Ciapela, inizia la nostra ascensione, a mezzo funivia, dai circa 1400 metri della partenza verso i 2950 metri di Serauta e i 3309 metri di Punta Rocca (nell'autoscatto di apertura, il mio volto sofferente a causa dell'aria rarefatta sullo sfondo della vetta avvolta da nubi). Sono le 17 quando ritocchiamo quota 1400 e ci rimettiamo in auto alla volta di Canazei, piccolo e grazioso paesino di vallata, la cui visita ci impegna per poco più di mezzora. È tempo di ridirigerci di nuovo verso Auronzo, ancora su una serie infinita di storici tornanti che ci portano attraverso il Passo Pordoi (dove rischio il frontale con uno stambecco) e il Passo Falzarego, per terminare la giornata davanti una eccellente pizza a pochi chilometri dal campo base.

martedì, agosto 19, 2008

Cronache dolomitiche - giorno 4

OVVERO: San Candido, Lienz e SappadaDopo le sfacchinate dei 2 giorni precedenti, i nostri corpi per oggi hanno preteso una giornata rilassante: ecco che, quindi, ci siamo svegliati con calma e con l'intenzione di valicare il confine e raggiungere l'Austria! Ma non prima di una folle corsa in discesa sui Fun Bob di Auronzo, un rilassante caffè ai piedi del lago di Landro, ed una interessante passeggiata per il paesino di San Candido ed il suo borgo medievale (vedi foto), dove decidiamo anche di mangiare.
Quindi ripartiamo, valichiamo il confine e ci dirigiamo verso la cittadina di Lienz, dove giriamo per un centro popoloso e pieno di vita. Rientrati in Italia, la nuova destinazione è Sappada, e l'intenzione è quella di recarci presso la locale festa della birra per bere e rifocillarci.

Dopo tutto ciò ci aspetta il relax casalingo e il riposo: per la giornata di domani si ritorna al trekking, per quello che si pregia di essere uno dei percorsi più difficili in programma in questa folle vacanza dolomitica.

lunedì, agosto 18, 2008

Cronache dolomitiche - giorni 2 e 3

OVVERO: Sorapiss e Monte Piana

La domenica inizia presto e alle 9 siamo già in auto, in direzione del Passo 3 croci, da dove, lasciato il mezzo, inizia la nostra escursione sul massiccio del Sorapiss, verso l'incantevole omonimo laghetto e il Rifugio Vandelli. Una escursione che alla fine si rivelerà più lunga (più di 15 km tra andata e ritorno) ed ostica del previsto, ma che lascia come ricordo scenari di una bellezza unica, catturata dagli innumerevoli scatti della mia fotocamera.

La meta di stamattina, lunedì, è stata invece il Monte Piana, una sorta di museo a cielo aperto dove sono rimaste evidenti tracce delle battaglie che qui si sono svolte tra truppe italiane e truppe austriache durante la Prima Guerra Mondiale e della durissima vita di trincea. Mentre l'andata viene percorsa su "comode" jeep, per il ritorno i 3/4 della comitiva (assente la dolorante Jessy) decidono di scendere a piedi attraverso il ripido e precario sentiero disponibile dagli oltre 2300 metri della vetta ai 1700 metri della base. Una discesa che ha lasciato i suoi segni su muscoli e articolazioni delle gambe, complice anche la dura camminata del giorno prima, e che lascia prevedere per domani una giornata di recupero e relativo riposo.

sabato, agosto 16, 2008

Greetings from Dolomiti

Dopo il ritorno da Santo Domingo e dopo qualche giorno di riposo casalingo io e la Jessy siamo di nuovo ripartiti, in compagnia di Emicuggi e di Michela, alla volta di Auronzo di Cadore, per quella vacanza da tempo programmata e che sarà composta essenzialmente di lunghe passeggiate tra bellissimi paesaggi montani e approfondimenti gastronomici locali. Siamo arrivati stamattina dopo il trasferimento in auto notturno (7 ore e mezzo), ma la stanchezza non ci ha fermato e per pranzo abbiamo raggiunto (in funivia) il rifugio Col de Varda per poi ridiscendere a piedi verso Misurina, ma non prima di un soddisfacente pranzo.

A breve distanza di tempo dagli oltre 35 gradi di Santo Domingo ci ritroviamo così proiettati nei circa 12 gradi registrati oggi, con tanto di cime innevate tutto intorno. Come segno di continuità ho indossato oggi la t-shirt dell'Hard Rock Cafè di Santo Domingo, e presto ne vedrete le foto; trovandomi infatti a scrivere questo e i seguenti post in mobilità non posso pubblicare molti degli scatti realizzati, limitandomi ad alcuni di loro fatti direttamente dal mio N95. Spero che comunque rendano l'idea della ineguagliabile bellezza di questi luoghi.

mercoledì, agosto 13, 2008

Adios Santo Domingo

Il giorno 08-08-08 è quello prefissato per la partenza da Santo Domingo e il rientro in Italia; il volo è comunque alle 19.55, quindi gran parte della giornata è ancora di godimento e tintarella. Il volo scorre senza particolari problemi se non per un po' di ritardo nella partenza dell'aereo da Madrid e la solita interminabile attesa per i bagagli all'aereoporto di Fiumicino. Non rimane che concludere i post relativi a quest'ultima trasferta (quelli dal giorno 14 in poi li ho annotati quasi giornalmente sul mio taccuino ma li ho pubblicati in toto oggi, 13 agosto, da casa mia, in quanto il Playa Esmeralda non era dotato di connessione internet per i clienti) con uno slideshow riassuntivo di fotografie dall'isola di Hispaniola. Hasta luego.

venerdì, agosto 08, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorno 19

OVVERO: effetti collaterali dominicani

Solo una foto, ma più eloquente di mille parole...

giovedì, agosto 07, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorno 18

OVVERO: burocrazia italiana


Mercoledì è il giorno prescelto per concludere l'operazione "RIENTRO IN ITALIA"; ci rechiamo quindi presso l'ambasciata italiana e alla fine non siamo fuori prima delle 11, a testimoniare come tutti sappiamo che anche la nostra burocrazia non è da meno a quela dominicana. Ce ne andiamo comunque con i documenti necessari per il nostro rientro in Italia. Dopo una sosta da Kasbah (un negozio di oggettistica indiana consigliato alla mia donna dalla direttrice dell'hotel San Marco - non aveva nient'altro da fare... - e per la quale sosta Jessy pressava da giorni), da dove usciamo in compagnia di una fragile statua alta una sessantina di cm rappresentante una famiglia indigena, ritorniamo al Playa Esmeralda in tempo per pranzare. Durante il tragitto, in una impagabile scena dalla tragica comicità, dimostro la evidente fragilità della statuetta acquistata: per soppesare l'articolo, accuratamente impacchettato per il prossimo viaggio in valigia, lo sollevo prendendolo da quella che scopro essere la testa dell'uomo, la più alta dell'intero gruppo, la quale cede sotto il peso della gravità e la stretta della mia mano: scende una atmosfera da tempesta di coppia tra me e Jessy, che riesco a calmare promettendo un incollaggio perfetto al nostro rientro e profetizzando di aver solamente anticipato la probabile rottura della testa nel successivo viaggio aereo.

Per il resto della giornata mi ri-immergo nella tranquillità della spiaggetta e nella limpidezza del mare; quindi una nuotata in piscina e il rientro in camera per prepararsi per la cena.

mercoledì, agosto 06, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorno 17

OVVERO: piccolo angolo di paradiso


La struttura alberghiera dove risiediamo è un piccolo villaggio a gestione italiana, meno di 50 camere in totale, immerso nel verde e nella tranquillità. Bello il villaggio, non male le camere, più che buono il mangiare ... ma il punto forte del tutto è, secondo me, la piccola spiaggia privata, popolata di palme, con sabbie bianche e acque cristalline, che diventa il mio luogo preferito per riposare, cuocermi al sole, fare lunghissimi bagni e dialogare con le persone del luogo (che nella maggior parte dei casi riescono a vendermi di tutto, dai sigari ai gingilli ornamentali artigianali).
Mia fedele compagna di siesta, anche durante le assenze di Jessy, presa tra massaggi e acconciature caraibiche, è Blanca, la simpatica cagnolina dell'albergo che si affezziona subito alle mie carezze. Tra un bagno in mare e uno in piscina rimango a mollo fino a quando c'è luce del giorno; a causa della fornitura dell'albergo, non c'è più la cerveza Presidente a farmi compagnia (quante ne ho bevute a Santo Domingo...) quindi mi accontento della (per me) inferiore cerveza Brahma e di ottimi succhi e cocktail alcolici.

martedì, agosto 05, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorno 16

OVVERO: burocrazia dominicana

La costa a Santo Domingo nei pressi di Avenida Espana; nel frattempo alle mie spalle si compiva il furto che ha complicato la nostra permanenza sull'isola

Lunedì mattina scatta l'operazione "RIENTRO IN ITALIA", assistiti da Duilio; la prima fase è l'autenticazione delle denunce presso il palazzo della polizia, dove già ci scontriamo con una delle più ostinate e lente macchine burocratiche del mondo; mezzora passa aspettando che gli addetti capiscano quale sia l'ufficio preposto alla cosa; poi lo scopriamo da noi rivolgendoci di nuovo all'ufficio denunce. Tutto sommato alle 10.30 siamo comunque furi con i documenti necessari, essendo riusciti con pressanti richieste ad accorciare a mezzora un tempo di attesa che era inizialmente di un ora e mezza.
La seconda fase si svolge presso il consolato italiano, dove però scopriamo che abbiamo ancora bisogno di una cosiddetta "legalizzazione" delle denunce: si tratta in pratica di applicare dei bolli e di farli vidimare; tali bolli possono essere normali (3-4 giorni necessari per la loro vidimazione) o VIP (gestione immediata). Ovviamente scegliamo i secondi e, dopo averli acquistati in banca (un po' cari, 3000 pesos in totale) ci precipitiamo al Segretariato per la legalizzazione e, al grido di "semos VIP, semos VIP" passiamo direttamente davanti alla moltitudine di dominicani in fila e ci ritroviamo in pochi minuti con i documenti legalizzati.
Non c'è però più tempo per tornare al consolato e quindi si ritorna in albergo dove carichiamo tutti i nostri bagagli, paghiamo, salutiamo e ci spostiamo al Beach Resort Playa Esmeralda, sulla spiaggia tra Guayacanes e Juan Dolio, una cinquantina di km ad est di Santo Domingo.

lunedì, agosto 04, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorno 15

OVVERO: una giornata dominicana

La spiaggia di Playa Palenque, con gruppo dominicano intento a costruire una torre umana in acqua.

La domenica inizia con calma, una buona colazione e un rilassante bagno nella piccola piscina del nostro piccolo albergo. Il relax ci traghetta fino alle 11.30 circa, quando partiamo alla volta di San Cristobal, dove ci attendono Rafael e la sua numerosa famiglia. Da San Cristobal ci muoviamo verso il litorale e incontriamo prima la spiaggia di Najayo e poi Playa Palenque, dove ci fermiamo in uno dei tipici bar-ristoranti sulla spiaggia.

La famiglia di Rafael è composta da ben 7 persone; la moglie, la suocera e 4 figli 3 dei quali piccolissimi e bellissimi (uno è il mitico Pedro). Durante la giornata, oltre a un pesce alla brace di oltre 3 chili, che smezzo con Jessy, mangio a mio rischio frutti di mare crudi e una sorta di marmellata color vomito a base di cocco e pina (ananas). Il prezzo da pagare per tale "sventatezza" sarà un po' di "squaqquera" nei giorni seguenti. Chiedo ed ottengo di pagare per tutti e me la cavo con poco più di 50 euri, quindi il gruppo si separa ed io e Jessy ci dirigiamo nuovamente verso Santo Domingo. Nel tardo pomeriggio è di nuovo zona coloniale, per una veloce sortita all'Hard Rock Cafè alla ricerca della t-shirt ricordo.

Con l'Armata Brancaleone ormai sciolta, la sera è la volta dell'"ultima cena"da Nello, con tanto di commoventi saluti finali (la foto che chiude il post è stata comunque scattata il venerdì prima).

domenica, agosto 03, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorno 14

OVVERO: Partenza con scasso (e furto)

Santo Domingo: Piazza Colombo con la statua dedicata all'esploratore genovese.

Come ogni vacanza insieme che si rispetti, anche questa per me e Jessy è iniziata con una complicazione mica da ridere!
La giornata inizia con la programmata visita alla zona coloniale di Santo Domingo, dove, in compagnia di Daniel, lo straniero (rumeno) in campo dell'Armata Brancaleone, percorriamo in lungo e in largo El Conde (la strada principale) e le zone circostanti (la cattedrale, la casa di Colombo, il monumento in memoria di Duarte...) e facciamo un po' di shopping.

Nel pomeriggio, dopo una sortita all'aereoporto per sistemare una pratica relativa al noleggio dell'auto, mi viene la malcapitata idea di fermarmi in uno dei parcheggi dell'Avenida Espana (in una zona che, come scoprirò in seguito, non è consigliabile frequentare...). Il misfatto si compie: mentre con Jessy scattiamo alcune foto a quella parte di litorale, affascinante per la presenza di rocce coralline a picco sul mare, 2 malfattori ci forzano la serratura dell'auto; l'allarme suona, io rincorro e metto in fuga i 2 ladrones che scappano a bordo di un auto nera dai vetri neri; hanno preso dall'auto il nostro zaino, praticamente vuoto a parte la custodia della fotocamera, anch'essa fortunatamente vuota. MA ... UN MOMENTO ... ALTRO CHE VUOTA! PORCA DI QUELLA PUTTANA DOMINICANA, NELLA TASCA INTERNA C'ERANO I NOSTRI 2 PASSAPORTI!. Fine della favola: 2 italiani a Santo Domingo senza passaporti.

Rientriamo in albergo per cercare assistenza sui successivi passi da fare e la troviamo in Duilio, il figlio della direttrice dell'hotel, che ci accompagna al palazzo della polizia per fare la denuncia. E' l'inizio di una avventura burocratica che avrà i suoi strascichi fino al mercoledì successivo.
Fino a questo momento comunque non sorgono problemi; 3 denunce ci costano circa 300 pesos. Ma per l'ambasciata italiana bisogna comunque aspettare lunedì, decidiamo allora di prolungare di 1 giorno la nostra permanenza nella capitale e di trasferirci a Juan Dolio lunedì pomeriggio.

sabato, agosto 02, 2008

Cronache da Santo Domingo - giorni 12 e 13

OVVERO: Infierno Amarillo

Mentre Jessy regolarizza il proprio bioritmo sconquassato dal lungo viaggio riposando in albergo, io proseguo il lento ma estenuante corso presso la base dell'esercito. Il minisystem è installato nei pressi di un campo di addestramento il cui nome, riportato nel titolo alternativo del post e immortalato nella sfocata foto (in cui sono in compagnia di Pedro, il simpatico figlioletto di Rafael), è diventato di diritto il nome dell'intera operazione professionale dominicana. Perchè di inferno si tratta, e il sudore che butto mostrando come installare e operare il sistema e come innalzare e smontare antenne ne è la dimostrazione. Giovedì è il giorno più duro: mi viene a mancare il sostegno dei colleghi impegnati con i test, tutti a San Cristobal, e me la devo cavare da solo tra la tenda, le auto e i man-pack tenendo anche a bada i curiosi soldatini dominicani; alla fine ne uscirà comunque una lezione più che soddisfacente; l'ultima ora la riservo allo smontaggio di tutto il minisystem, coadiuvando il piccolo gruppo di militari-discenti che in breve tempo preparano tutto per il successivo trasporto nei magazzini di San Cristobal.

Il venerdì è il giorno dei test di fine corso e dei saluti, con tanto di foto e ringraziamenti. Il pomeriggio è già tempo di vacanza e di shopping (quest'ultimo, a causa dell'effetto "Jessy", in realtà era già iniziato il giorno prima...). Domani è sabato e c'è in programma la visita alla zona coloniale della città.

Cronache da Santo Domingo - giorno 11

OVVERO: l'arrivo di Jessy.

Gente che viene e gente che va quì a Santo Domingo; mentre per altre 2 persone dell'armata Brancaleone è il giorno del viaggio di rientro a casa, per me è il giorno del ricongiungimento con Jessy, che fa capolino dal terminal degli arrivi dell'aereoporto Las Americas alle 18.30. Io sono lì ad attenderla e poi, a bordo della mia fiammante Hyundai Tucson, ci dirigiamo verso l'hotel; è il mio primo approccio da guidatore nel confusionario traffico della capitale ma me la cavo alla grande. Il tempo di posare la valigia in camera e di una doccia e alle 8.30 si cena da Nello. Dopo un paio d'ore il jet lag si fa sentire e rientriamo in albergo, dove Jessy crolla sul letto e si addormenta nel giro di una manciata di secondi.

Cronache da Santo Domingo - giorni 9 e 10

OVVERO: il corso inizia...

San Cristobal.

L'impegno lavorativo in questa mia trasferta in terra dominicana è entrato nel pieno con la giornata di lunedì e l'inizio del corso. Ora siamo a venerdì ed il corso è finito, ma riallineamoci con gli eventi con tre bei post riepilogativi.

Tra i discenti si annoverano un primo tenente, 3 sottotenenti, 1 sergente e 2 caporali. Già la prima giornata mette bene in evidenza la loro proverbiale lentezza: dalle 9 il corso riesce ad iniziare effettivamente non prima delle 10.30, tra il raccogliere e verificare i nomi de partecipanti, presenti e assenti, e il rimediare delle sedie su cui potessero poggiare i loro culi durante la lezione, che si svolge nella fresca saletta radio del dipartimento. Dopo circa un'ora mi chiedono di andare a pranzo e di riprendere alle 13. Si riprende e mi chiedono di andare più piano per consentirgli di prendere appunti. Fantastico. Il mio interprete inglese / spagnolo nonchè spalla destra, Rafael, traduce accuratamente ogni mia frase ed aggiunge delle spiegazioni di suo pugno quando lo ritiene necessario. Ma già nella parte finale del primo giorno la fresca saletta diventa un ricordo; il corso è fondamentalmente un OJT, e quindi è giunta l'ora di andare sul campo ed utilizzare il mini sistema allestito all'esterno del dipartimento ... e si inizia a sudare.

Il secondo giorno è completamente "on field" e il mio corpo inizia a pagare il suo debito di sudore fin dai primi minuti; alla fine sebbene le ore effettive di lezione, tolte le pause e la lunga sosta centrale, siano poco più di 3, la fatica si fa sentire. Ma nonostante ciò, finita la lezione, rimango alla base a dar manforte agli altri impegnati con i test e a preparare il campo per la lezione del giorno dopo.