martedì, agosto 07, 2007

Cronache dal Bangladesh - giorni 17 e 18

OVVERO, Monkey Man: "45 minutes ... and then break!!!"

Altri 2 giorni piuttosto standard sono trascorsi in quel di Dhaka; il corso è ormai entrato da un paio di giorni nella sua parte più corposa ed impegnativa. E purtroppo si sta verificando ciò che pensavo potesse succedere: la classe si sta un po' spezzando in due. Se da una parte i 9 ufficiali riescono a seguirmi, anzi, continuano a chiedermi informazioni su come realizzare configurazioni piuttosto avanzate, il resto della classe (25 tra sottufficiali e soldati semplici + 2 tecnici civili) mostra evidenti difficoltà; nel loro caso, oltre alla chiara complessità degli argomenti trattati, c'è da aggiungere la difficoltà nell'utilizzo di base di un pc e la barriera linguistica.
Eloquente è stata la scena di questa mattina: mentre preparavo il necessario per iniziare la giornata di corso, mi si avvicina il più temuto della classe, un sottufficiale al quale io e Paolo, a suo tempo, abbiamo beffardamente affibiato il soprannome di Monkey Man. Il soprannome proviene dalla particolare cadenza e pronuncia (decisamente scimmiesche) del suo inglese; temuto perchè ogni volta che mi rivolge la parola mi chiede qualcosa che non sono assolutamente in grado di capire, e quindi, dopo una manciata di tentativi ("sorry???" ... "could you repeat please???", e così via) gli sparo una risposta a caso e cerco di lasciar cadere lì la cosa. Monkey Man mi avvicina, e dopo il solito teatrino capisco quello che cerca di dirmi, enfatizzato dalla sua gestualità: "45 minutes .... and then break!!!" Povero Monkey Man.

Per il resto i pomeriggi trascorrono alla solita maniera. Generalmente ritorno in albergo più tardi delle prime 2 settimane perchè mi trattengo di più in aula; oggi ad esempio, ho pranzato con una "Olive focaccia" alle 16, dopo la consueta irrinunciabile doccia. La pennichella pomeridiana e qualche altra attività mi portano direttamente alle 19.00, ora consueta di inizio della mia sessione quotidiana di palestra. Un po' di sana attività fisica e quattro chiacchiere con gli abituali frequentatori, tra i quali un simpatico ragazzo dai lineamenti orientali ma dal fisico svedese.

E infatti lavora per la Ericsson, e scopre così che anche io vi ho lavorato per un anno e mezzo. Mi chiede come mai ho cambiato e non perdo l'occasione per descrivergli un deprimente e deludente scenario. Concludo sottolineando che, nonostante le delusioni professionali, dal punto di vista personale è stato un periodo da ricordare. Mi dice che in Ericsson Bangladesh ci sono decine e decine di opportunità (lo avevo già notato sul Daily Star con una lista di posizioni aperte che occupava mezza pagina di giornale) e mi suggerisce scherzosamente di fare qualche apply. Effettivamente qui in Bangladesh quello della telefonia mobile è un mercato in forte crescita. Ma di questo parlerò in un prossimo post.
Concludo non con una foto (non che abbia finito gli scatti memorabili, anzi...) ma con il link a un documento filmato che rimarrà nella storia alla stregua dei filmati dell'Istituto Luce. Non aggiungo ulteriori commenti. Just click.

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