OVVERO, la venuta del Finnico
Siamo ormai agli sgoccioli di questa mia interessante esperienza nella terra del Bengala Libero. Ieri è giunto a Dhaka il Finnico, ossia un tecnico dell'azienda che ha fornito all'esercito Bangla i tralicci per le antenne dei ponti radio, a cui passerò il testimone e che terrà 2 giornate di lezione; a seguito un collega condurrà il corso fino alla sua conclusione (che è fissata per il 13 settembre), con esercitazioni e prove tecniche "on the field".
Il finnico, che risponde al nome Markku, è un vero nordico sotto tutti gli aspetti: a cominciare dal nome (nonchè dal cognome che, per motivi di privacy - non si sa mai - non riporto) per passare all'aspetto e quindi all'accento del suo inglese. Tutto sommato è un tipo simpatico e con cui si conversa piuttosto bene (anche se a volte, mentre parla, mi perdo intere frasi): lo introduco un po' nella realtà del paese e della città e ci scambiamo informazioni e curiosità sui nostri rispettivi paesi, sulla nostra vita etc etc... Ha una notevole esperienza lavorativa alle spalle nel campo dell'ingegneria meccanica che lo ha portato nelle più disparate parti del mondo; il Bangladesh però mancava nel suo palmares.
Piuttosto curiosa la conversazione avvenuta oggi tra il finnico e uno degli ufficiali Bangla durante il tea break. Immaginate una persona che viene da uno STATO grande più del doppio del Bangladesh, in cui abitano poco più di 5 milioni di persone e in cui il governo può permettersi il lusso di stanziare sussidi a studenti e disoccupati (essendo poi questi ultimo pressochè inesistenti), che parla del suo paese a un'altra persona che abita in una CITTA' di più di 12 milioni di abitanti, con povertà e miseria che sono dietro ad ogni angolo e poche opportunità di lavoro per i laureati. Io, che nella conversazione rappresentavo l'Italia, mi sentivo un po' collocato nel mezzo tra questi due estremi: uno stato senza nè arte nè parte (V-Day, V-Day).
Intanto oggi ho mangiato l'ultimo Chika Tika Wika del mio soggiorno, ho speso l'ultimo giorno in palestra, e domani condurrò il mio ultimo giorno di lezione (che sia anche l'ultima sudata???).
Buonanotte da Dhaka.
P.S.: l'orario di pubblicazione di tutti i post scritti a Dhaka corrisponde all'ora italiana, perchè nostalgicamente non ho cambiato l'ora del mio portatile. Aggiungete 4 ore ed otterrete l'ora effettiva
Il finnico, che risponde al nome Markku, è un vero nordico sotto tutti gli aspetti: a cominciare dal nome (nonchè dal cognome che, per motivi di privacy - non si sa mai - non riporto) per passare all'aspetto e quindi all'accento del suo inglese. Tutto sommato è un tipo simpatico e con cui si conversa piuttosto bene (anche se a volte, mentre parla, mi perdo intere frasi): lo introduco un po' nella realtà del paese e della città e ci scambiamo informazioni e curiosità sui nostri rispettivi paesi, sulla nostra vita etc etc... Ha una notevole esperienza lavorativa alle spalle nel campo dell'ingegneria meccanica che lo ha portato nelle più disparate parti del mondo; il Bangladesh però mancava nel suo palmares.
Piuttosto curiosa la conversazione avvenuta oggi tra il finnico e uno degli ufficiali Bangla durante il tea break. Immaginate una persona che viene da uno STATO grande più del doppio del Bangladesh, in cui abitano poco più di 5 milioni di persone e in cui il governo può permettersi il lusso di stanziare sussidi a studenti e disoccupati (essendo poi questi ultimo pressochè inesistenti), che parla del suo paese a un'altra persona che abita in una CITTA' di più di 12 milioni di abitanti, con povertà e miseria che sono dietro ad ogni angolo e poche opportunità di lavoro per i laureati. Io, che nella conversazione rappresentavo l'Italia, mi sentivo un po' collocato nel mezzo tra questi due estremi: uno stato senza nè arte nè parte (V-Day, V-Day).
Intanto oggi ho mangiato l'ultimo Chika Tika Wika del mio soggiorno, ho speso l'ultimo giorno in palestra, e domani condurrò il mio ultimo giorno di lezione (che sia anche l'ultima sudata???).
Buonanotte da Dhaka.
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