OVVERO, caldo torrido
Alle 9.30 di mattina Nutu passa a prendermi in hotel, in compagnia dei suoi figlioli; il maggiore, di 14 anni, calmo, educato e studioso (pensate che mentre viaggiamo in auto legge un testo scolastico di fisica) e il minore, di 7 anni, vispo, chiacchierone, orecchie lievemente pronunciate e peluria evidente. Entrambi già se la cavano con l'inglese perchè frequentano delle english schools. Partiamo alla volta di Savar, una trentina di km a nord di Dhaka, destinazione il National Martyrs' Memorial, il più importante monumento nazionale, in memoria dei caduti nella guerra di liberazione attraverso la quale, nel 1971, il Bangladesh ha ottenuto l'indipendenza dal Pakistan.
In auto il piccolino mangia patatine piccanti (!) e beve limonata; ce ne è anche per me ma preferisco aspettare ore più centrali.
Al nostro arrivo due bimbe cercano e riescono ad appiopparmi due braccialetti di fiori; sgancio 5 taka. La zona è molto vasta e molto verde, con giardini ben sistemati, fontane e laghetti , e al centro svetta il monumento (vedi foto in apertura di post). Bastano 5 minuti di cammino e già sento il sudore imperlarmi la fronte e bagnarmi la camicia. La giornata da questo punto di vista sarà durissima. Alla sinistra del piramidone curvo c'è una zona con numerosi alberi piantati e una targhetta sotto ciascuno di essi. L'usanza è che i grandi rappresentanti internazionali piantino simbolicamente un albero in occasione della loro visita al paese; vedo così l'albero piantato dalla regina Elisabetta II, quello piantato da Arafat, e tante altre personalità mondiali. Mi metto alla ricerca e trovo anche la personalità italiana; il Mortadella che ha piantato un albero di Gustava Gracilima...
In auto il piccolino mangia patatine piccanti (!) e beve limonata; ce ne è anche per me ma preferisco aspettare ore più centrali.
Al nostro arrivo due bimbe cercano e riescono ad appiopparmi due braccialetti di fiori; sgancio 5 taka. La zona è molto vasta e molto verde, con giardini ben sistemati, fontane e laghetti , e al centro svetta il monumento (vedi foto in apertura di post). Bastano 5 minuti di cammino e già sento il sudore imperlarmi la fronte e bagnarmi la camicia. La giornata da questo punto di vista sarà durissima. Alla sinistra del piramidone curvo c'è una zona con numerosi alberi piantati e una targhetta sotto ciascuno di essi. L'usanza è che i grandi rappresentanti internazionali piantino simbolicamente un albero in occasione della loro visita al paese; vedo così l'albero piantato dalla regina Elisabetta II, quello piantato da Arafat, e tante altre personalità mondiali. Mi metto alla ricerca e trovo anche la personalità italiana; il Mortadella che ha piantato un albero di Gustava Gracilima...
Ci rimettiamo in auto e ripartiamo alla volta di Dhaka, facendo una sosta intermedia in una sorta di quartiere universitario immerso nel verde. Nel frattempo sgranocchio patatine piccanti (mooolto piccanti) e bevo limonata. Portiamo Nutu e la prole a casa, e io e l'autista (non ricorderò mai il nome ma è un tipo simpaticissimo e bassissimo) proseguiamo in direzione del Radisson. Non prima di fare una sosta nella zona del Parlamento per scattare qualche foto alla maestosa costruzione (risale al periodo pakistano) e fare una passeggiata al vicino Mausoleo dedicato a Ziaur Rahman (vedi foto in chiusura di post), il secondo presidente della breve storia della Repubblica del Bangladesh e uno degli uomini più importanti e celebrati del paese. Infine ci fermiamo in un vicino megastore e compro due DVD (ovviamente in versione 'ncuppariella, ma si vedono e si sentono bene) di film recentissimi; spesa totale: 180 taka (circa 2 euri). Un altro dvd lo regalo all'innominabile autista.
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